Le reinvention all’interno della mostra dentro e fuori dal Museo Novecento in occasione della mostra “ALLAN KAPROW. I will always be a painter – of sorts. Drawings, Paintings, Happenings, Environments”
All’interno della mostra, dentro e fuori le mura del Museo Novecento, sono previste 4 reinvention di due delle opere più emblematiche di Allan Kaprow.
A partire dagli anni Ottanta, Kaprow inizia a riflettere sulle implicazioni metodologiche e intellettuali legate all’esposizione delle sue opere, in particolare degli happening e degli environment. Decide così di dare la possibilità ad altri di reinventare, autorizzando la creazione di nuove versioni dei suoi lavori. Le reinvenzioni si basano sull’acquisizione di una serie di informazioni relative agli happening e agli environment nonché sulla condivisione di alcuni principi di base: la site-specificità, l’impermanenza, l’immediatezza e la messa in dubbio di ogni certezza artistica.
Calendario delle reinvention
Allan Kaprow
WORDS, 1962 (New York)
2020 Version
Dania Menafra
WOM!
Museo Novecento, Firenze
20.02-04.06.2020
Sotto al loggiato rinascimentale del museo, già utilizzo per interventi site-specific attorno al tema del linguaggio, Dania Menafra ha progettato WOM!, la sua reinvenzione dell’environment Words.
WOM!, acronimo di Word of Mouth, è il passaparola spontaneo che, attraversando vecchi e nuovi media, corre rapido di bocca in bocca. Il passaparola è anche uno dei mezzi delle strategie di marketing emozionale maggiormente usati da aziende e leader politici sui social network per creare un legame emotivo con gli utenti-consumatori. Si tratta di un modello di business che, facendo leva sulle energie creative sollecitate dalle emozioni e su quel senso di appartenenza definito effetto community, mira a innescare contenuti virali che agiscano da catalizzatori di consumo e di fidelizzazione per direzionare il consenso collettivo: ne nascono fiumi di parole dove tutto è lecito, purché se ne parli.
WOM! si compone di qualche centinaia di frasi, parole ed emoticon estrapolate dai profili pubblici di brand commerciali. Stampate come poster e distribuite lungo il loggiato, possono essere prelevate e incollate sulle pareti per creare nuove associazioni. Come il marketing punta sul ruolo attivo dell’utente-consumatore, così il visitatore è invitato a interagire con le frasi a proprio modo, in un gioco di identità e perdita di senso, dove l’incontro tra linguaggio e pubblico rivela le sue potenzialità, lasciando spazio a una creatività sempre più libera e consapevole.
Dania Menafra (Siena, 1989) studia presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, laureandosi nel 2015/2016 in Arti Visive e Nuovi Linguaggi Espressivi, Grafica. Ha lavorato come graphic designer per: Ufficio Grafico dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, 40° Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano (Siena), Birra Amiata (Siena), Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci (Prato), Fondazione Palazzo Strozzi (Firenze), Lo schermo dell’arte Film Festival (Firenze), Villa Romana (Firenze), Fondazione Franco Zeffirelli (Firenze), La Progressiva (Firenze), Associazione Culturale Città Nascosta (Firenze), Manifattura Tabacchi (Firenze), Museo d’Inverno (Siena), Museo Novecento (Firenze).
Allan Kaprow
FLUIDS, 1967 (Pasadena, Los Angeles)
2020 Version
Davide D’Amelio, Anna Dormio, Bekhbaatar Enkthur, Esma Ilter, Giulia Poppi, Negar Sh
FOLD FLUIDS
Museo Novecento, Firenze
20.02-04.06.2020
FOLD FLUIDS è la reinvention ideata da Davide D’Amelio, Anna Dormio, Bekhbaatar Enkthur, Esma Ilter, Giulia Poppi, Negar Sh, i sei giovani artisti che stanno svolgendo in questo periodo una residenza presso la Manifattura Tabacchi di Firenze. Per tre mesi il pubblico del museo potrà partecipare alla costruzione di una versione di FLUIDS realizzata non più con blocchi di ghiaccio ma con fogli di carta piegati secondo la tecnica degli origami. Nelle mani dei visitatori ciascun foglio si trasforma in un mattone di carta che andrà a costruire un parallelepipedo di 9 x 2,5 metri, rispettando le dimensioni originali della prima versione di FLUIDS.
Nella cultura popolare italiana è consuetudine dire “fare un castello di carta” per alludere ad un’impresa che è destinata a fallire, ma è nel fallimento, nella messa in discussione e nella costante distruzione che si aprono nuove possibilità di riorganizzazione delle strutture, siano esse sociali, economiche o politiche.
Bekhbaatar Enkhtur (Ulaanbaatar, Mongolia, 1994); Davide D’Amelio (Termoli, 1990); Anna Dormio (Putignano, 1994); Esma İlter (Marmara Eregli, Turchia, 1993); Negar Sh (Theran, Iran, 1989); Giulia Poppi (Modena, 1992).
In collaborazione con Manifattura Tabacchi
Jacopo Miliani
FLUIDS
dal Museo Novecento a Piazza della Signoria, Firenze
04.04.2020
Riflettendo sulla natura più performativa, rituale ed effimera di FLUIDS, Jacopo Miliani ha progettato un’azione itinerante che dal Museo Novecento si muoverà coinvolgendo alcuni luoghi emblematici del centro storico, tra cui Piazza della Signoria. Giocata sul contrasto tra costruire e distruggere, l’azione verrà realizzata grazie alla collaborazione di 40 partecipanti, selezionati tramite open call.
Per info: segreteria.museonovecento@muse.comune.fi.it
Jacopo Miliani è un artista visivo che vive e lavora a Milano. La sua pratica guarda alla performance come metodologia di ricerca al fine di osservare le connessioni tra linguaggio e corpo. È fondatore del progetto editoriale indipendente Self Pleasure Publishing cha ha un focus sulla sessualità. I suoi progetti a carattere interdisciplinare hanno visto la partecipazione del regista Dario Argento, i designers Boboutic, il produttore musicale Jean–Louis Hutha e la semiotica Sara Giannini.
Elena Mazzi
RED/Fluids
Manifattura Tabacchi, Firenze
01.05.2020
La reinvention di FLUIDS firmata da Elena Mazzi si collega al passato del luogo che la ospita, la Manifattura Tabacchi di Firenze, realtà industriale ed economica dei primi del ‘900 ma anche simbolo delle lotte operaie, soprattutto femminili. Il primo maggio, giorno in cui si celebra la festa dei lavoratori, si svolgerà un’azione collettiva costruita attorno allo scambio di un garofano rosso.
Per partecipare alla performance e richiedere info:
segreteria.museonovecento@muse.comune.fi.it
In collaborazione con Manifattura Tabacchi
Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984) dopo gli studi presso l’Università di Siena e lo IUAV di Venezia, ha trascorso un periodo di formazione al Royal Institute of Art (Konsthogskolan) di Stoccolma. La sua metodologia di lavoro, vicina all’antropologia, privilegia un approccio olistico volto a ricucire fratture in atto nella società, che parte dall’osservazione e procede combinando saperi diversi.
website www.museonovecento.it