Landon Metz – Clarity
Una matita traccia un confine,
una barriera oltre la
quale non si può andare,
e la linea, istintiva, acquisisce struttura all’incontro del limite della tela.
Il colore, nella sua dimensione liquida,
asseconda la gravità fino a posarsi sul piano, sulla tela che ricopre il pavimento,
riempiendola di sfumature
incontrollabili.
Così, campi di colore, come gocce che cadono per terra,
si creano
divenendo parte della superficie su cui si poggiano.
Forme sinuose ed eleganti si generano,
dinamiche e in movimento si appropriano dello spazio
che perde la propria dimen
sione:
verticalità e orizzontalità svaniscono. Non esistono più.
Acqua, precipita.
Musica, risale.
E da lì, dove sono nate,
simili a note che si muovono nell’aria, salgono la corrente
e le forme come ballerine in volo.
Morbide e fluttuanti si librano, si
duplicano, si triplicano,
fino a creare sorelle della stessa sinfonia.
Lo spazio il loro teatro, la parete la loro scenografia.
Così raggiungono gli sguardi,
diretti e curiosi,
di osservatori incerti.
Questi, guidati da una musica vuota,
si perdono in un
a chiarezza e, in un ritmo limpido,
vagano senza interruzioni.
Landon Metz, Untitled, 2020, dye on canvas, 200×160 cm