Daniele Innamorato, “Untitled” 572, acrylic on canvas, cm 200×155, 2023, © Daniele Innamorato courtesy Viasaterna Gallery

Luogo

VIASATERNA Arte Contemporanea
VIASATERNA Arte Contemporanea
Milano
Sito web
https://viasaterna.com/

Data

Ott 10 2023 - Dic 22 2023
Evento passato

Ora

18:00

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Mostra

Federica Perazzoli e Daniele Innamorato | Doppia mostra personale

Viasaterna ospita nei suoi spazi la prima doppia mostra personale di Federica Perazzoli (Svizzera, 1966) e Daniele Innamorato (Milano, 1969), artisti già rappresentati dalla Galleria come collettivo sotto il nome di KINGS. Diversamente dal loro lavoro a quattro mani i due artisti sono invitati a esporre singolarmente la loro produzione pittorica più recente, costituita da dipinti su tela e carta di piccole e grandi dimensioni.

Da più di vent’anni, nello stesso studio milanese, ciascuno dei due artisti produce opere differenti. Nel tentativo di mettere in relazione due approcci opposti all’arte, in un continuo incontro/scontro, questa mostra racconta di una profonda passione per la pittura che costantemente ha corso parallela a tutte le altre forme espressive che Perazzoli e Innamorato hanno sperimentato in questi anni.

Sono più di vent’anni che Federica Perazzoli e Daniele Innamorato condividono lo studio, ed entrambi hanno quell’inclinazione un po’ ossessiva che non vuole nient’altro che perseguire gli esercizi di sempre. Federica e Daniele sono prima di tutto due pittori, e l’esercizio in questione ha perciò come risvolto una produzione instancabile e ricchissima di dipinti, tutti apparentemente mossi da una stessa necessità: l’impellenza di uno sfogo, di uno slancio espressivo. Pitture veloci e pulsionali, pitture umorali e quindi spesso varie di tecniche e poco inclini al pensiero figurale, quanto piuttosto al lavorio delle sensazioni che sottendono le pulsioni stesse.
Si potrebbe dire che Federica ricerca i luoghi in cui l’una o talaltra sensazione s’acquattano per bene. Federica inventa paesaggi, e inventare un paesaggio significa d’altronde inventare anche un modo per guardarlo, una postura sentimentale per coglierlo. Se non c’è paesaggio senza figure è perché in fondo non esiste paesaggio senza osservatori, e tale è forse la ragione per cui non c’è scena di Federica che non abbia una figura femminile. Sotto all’abbozzo di un albero, nel bel mezzo dell’abbozzo di un cielo turbinoso o abbarbicata su una scogliera cotonata, che si sdraia in un blu e che s’acciambella in un rosso granata, che precipita nel turchese o s’erge in uno zafferano. Tutto nel paesaggio-Perazzoli è percorribile e presidiabile poiché tutto pare della stessa consistenza e con la stessa vocazione. Paesaggi morbidi come bambagia in tramonti lisergici, dove tutto si mescola al cospetto delle figure che l’osservano e ne percorrono le linee – uniche a non farsi trascinare nel ribollio del colore di un paesaggio tanto lieve da essere nubiforme, suscitando così l’impressione di un luogo che sia niente più che un qualcosa, che un momento sospeso o un ricordo falsato. Così che scogliere, avvallamenti, cascate o arbusti siano tutte non forme ma bozzetti di un qualcosa sempre sull’orlo di dissolversi, di disfarsi in ogni dove. Nuvole che zampillano in azzurri brillanti, rocce che si sfilacciano in volumi vaporosi. Se la consistenza ha un sapore delicato la vocazione è insomma quella della sparpagliatezza: dell’eventualità che ogni cosa possa perdersi nelle altre. La pratica pittorica di Federica è di quelle che cercando le sensazioni lievi e liete, quelle che stanno sulla punta dei respiri, in un luogo di mezzo tra il trattenimento e l’abbandono. Separare senza distinguere. Questo sembra lo sforzo che si compie con delicatezza nelle pitture di Perazzoli, e che richiama allora il lavorio della memoria e dei ricordi: giustappore le immagini agli stati d’animo e viceversa, a costo di inventare, e prima che le une e gli altri tornino al perenne brusio delle cose.
Daniele si dispone invece alla tela seguendo soltanto quei procedimenti di natura istintuale. In altre parole, quel che si dice “di pancia” qui prende il sopravvento, scansando le immagini, le figure e le strutture: tutti atti premeditati, poco propizi alla scoperta. D’altronde, il solo fatto di scegliere una qualunque di queste indica di per sé che si sappia già troppo. Nessuno ha la facoltà di scegliere come le cose saranno. Benché sia inevitabile che occorra almeno una qualunque di queste per approcciarsi inizialmente a una pratica espressiva – sia questa pittura, musica o scrittura –, non è mai dato che tali debbano rimanere. Quel importa per Daniele è altro: è la pulsione che ha decretato le immagini e le figure, che ha evocato l’una o talaltra figura, e allora inseguirla. Ogni buon artista è innanzitutto un buon cacciatore, e come ogni buon cacciatore traccia le procedure incerte delle sensazioni, aggiustandosi via via secondo un orizzonte di pancia. La pancia. Tutto qui è pancia, organo metonimico nel quale ricorre l’animalesco per eccellenza: l’animale-bambino che è tutti gli animali insieme, legittimato dal rifiuto dell’adulto saper-già a inventare e fare tutto quello che vuole. Contro chi dice che una pittura, una scultura o un’immagine, insomma un fatto estetico, debba per forza di cose “avere senso”, qui si vede piuttosto che quel che conta non è sempre il senso in sé. Che c’è il senso del significato e il senso della sensazione, che il significato è piuttosto l’astrazione di una sensazione, e che dipingere è prima di tutto un esercizio atletico, d’apprensione di sensibilità prima che di significato – questione che Innamorato ama esprimere così: «Il mio lavoro non significa un cazzo». Proposizione che possono quindi dar per vera soltanto quelli troppo abituati alla premeditazione, a dar per certo che una composizione o una figura debba “avere del senso”, fraintendendo il senso per forme e figure, per quel che si riconosce e allora già da sempre si sa.
Viste da una prospettiva che esula la produzione di contenuti – fin troppo considerati nell’arte contemporanea –, pitture simili non sono poi così differenti dalle pitture tutte: sono esercizi espressivi, dediti a intensificare con intenzione una sensazione (e allora il bagaglio di “cose” che è il mondo), a esibirla e ad essere visti.
Piergiorgio Caserini


Federica Perazzoli Daniele Innamorato
Doppia mostra personale
Viasaterna
via G. Leopardi, 32 – Milano
1 ottobre – 22 dicembre 2023
Opening: 10 ottobre 2023, dalle ore 18.00