Luogo

Museo Novecento
piazza Santa Maria Novella 10, Firenze 

Data

Gen 24 2020 - Apr 30 2020
Evento passato

Ora

18:00 - 20:00

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Mostra

Emanuele Becheri. Sculture e disegni

È dedicato a Emanuele Becheri (Prato, 1973) il quinto appuntamento di Campo Aperto, accolto in quattro ambienti del primo e del secondo piano del Museo Novecento dal 24 gennaio al 30 aprile 2020. Con una selezione di oltre cento opere tra sculture e disegni, la mostra, curata da Saretto Cincinelli e dal direttore artistico del Museo Novecento Sergio Risaliti, si concentra su quel territorio di confine in cui i due mezzi espressivi s’incontrano, là dove, come afferma l’artista, “il tratto del disegnare coincide con quello del modellare”.

Tramite un percorso stratificato, la mostra Emanuele Becheri. Sculture e disegni “deborda” dal contesto riservato alle esposizioni solitamente proposte nella rassegna Campo aperto per introdursi nella collezione storica del Museo. Una “disseminazione spaziale” che va di pari passo con una pluralità di declinazioni espositive. Al secondo piano, alcune sculture dell’artista sono proposte nel loro isolamento all’interno di uno spazio che permette di contemplare l’infinita variazione dei punti di vista mentre altre, dislocate nella collezione permanente, possono essere apprezzate in relazione ad opere di maestri del Novecento. Un’inusuale modalità espositivaun gruppo di 100 sculture suddivise nello spazio di tre teche contigue – pare invece negare l’accesso ad ogni singolarità per esaltare una visione dell’opera d’insieme, proponendo una fruizione che rimanda direttamente allo studio dell’artista, dove ogni scultura, dalle più piccole di appena due centimetri a quelle di dimensioni maggiori, è appoggiata su un ripiano, in una proliferazione che trova il suo ordine per esigenze di lavoro a scalare. Al primo piano, tra i disegni, nei Rilasci o nei Senza titolo (Shining), l’imbarcamento o l’accartocciamento del supporto – prodotti rispettivamente dall’essiccamento della bava di chiocciole lasciate vagare su grandi carte nere da fondale fotografico o dalla torsione impressa dall’azione dell’artista – indicano il collocarsi dell’opera in un territorio a metà strada tra disegno e scultura. Un terreno di confine in cui germogliano i disegni realizzati con il “pongo”, opere in cui la barretta di plastilina – che funge sia da matita, sia da stilo – svolge contemporaneamente la funzione di tracciare linee e di rimuoverle, tramite una pratica che tende a trasformare il disegno in una sorta di bassorilievo ultrasottile (inframince).

Dopo la bellissima mostra di Medardo Rosso – spiega Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento e curatore della mostra – in un contesto museale che è ricco di sculture quali quelle di Martini e Fontana, ci è parso quasi ovvio dare ampio spazio alla presentazione delle opere di Emanuele Becheri. Artista che fa dell’epifania nella forma, sia essa di scultura o grafica, l’incontro con una presenza mai del tutto attesa o prevista. Nate quasi in una condizione di cecità, le sue “figure” sono il risultato di un lavoro insistito sulla materia, la luce e il modellato, da cui si genera un linguaggio figurativo nuovo e senza età, primordiale e infantile, modernissimo e arcaico, informe, all’estremo della figurazione e dell’espressione, della grammatica e del vocabolario artistico”.

“Definiamo opera ciò che non si esaurisce nell’operato ma rimane aperto in esso – sostiene Saretto Cincinelli, curatore della mostra – è questa consapevolezza ad illuminare l’andamento rizomatico della ricerca di Emanuele Becheri, che parte da una visione espansa del concetto di disegno per poi ampliare il raggio delle proprie sperimentazioni fino a coinvolgere numerosi media, sperimentando tecniche grafiche auto-generative e performance sonore”.

Emanuele Becheri (Prato 1973) si affaccia sulla scena dell’arte nel 2004 con le Carte piegate, un ciclo realizzato nella totale oscurità, in cui la questione dell’immagine si risolve nella traccia della sua inscrizione. ‘L’evento del disegno cieco’ diviene ‘disegno cieco di un evento’ nella serie Shining (2007), in cui l’artista libera (con un evidente rimando al Coup de dés mallarmeiano) alcune chiocciole su grandi carte nere poste a pavimento lasciandole tracciare inconsapevolmente linee madreperlacee: un’opera che si risolve nella mappa delle peregrinazioni lasciate dal muco dai gasteropodi sulla carta. Il progressivo indebolimento dell’autorialità perseguito da Becheri continua a informare lavori la cui realizzazione è via via demandata ad agenti esterni: l’artista assiste così al farsi autonomo e mai del tutto prevedibile delle sue opere, come nelle Combustioni (2008) e nelle Impressioni (2010). Sarà la stessa preventiva accettazione dell’aleatorio a condurre Becheri verso la sperimentazione sonora e soprattutto il video, medium che permette di ‘esporre il tempo’ catturando la contingenza dell’accadere, come nella videoinstallazione a tre canali Time out of Joint e in altre opere successive. Questa fase della sua ricerca, ampliamente documentata da mostre personali e collettive in musei e gallerie italiane ed europee, sembra subire un arresto nel 2015, quando nella mostra Va’ Pensiero un ciclo di disegni a china reintroduce inaspettatamente l’attiva partecipazione dell’artista nella formazione dell’opera. Da quella data, tramite un successivo ciclo di disegni realizzati con il pongo, l’artista approda a fine 2016 alla pratica scultorea realizzando una serie di opere in terracotta, proposte nel 2018 al Museo Novecento nel contesto della mostra Il disegno del disegno.

Campo Aperto

Emanuele Becheri. Sculture e disegni

a cura di Saretto Cincinelli e Sergio Risaliti

24 gennaio – 30 aprile 2020

Museo Novecento – Firenze