Daniela Spaletra | Plusultra
Plusultra è un progetto aperto che parla di confini, di paesaggio, di riappropriazione di spazi sottratti. Attraverso opere di vario genere Daniela Spaletra invita l’osservatore a interrogarsi su tematiche attuali e spesso omesse. Territori strappati all’uso quotidiano in cui l’artista ligure illecitamente s’addentra per renderci partecipi di azioni che tentano, non sempre con esito positivo, di riconquistarle, almeno illusoriamente.
L’apertura forzata delle barriere, sarà la prova per riattivare uno spazio chiuso, per crearne un “altro” comune, che mescola, unisce e non divide, che include e non nega. Il colore, protagonista dei suoi interventi, darà luogo ad una stratificazione metafisica – una sorta di sospensione visiva ed emotiva – che porterà inevitabilmente ad una riflessione sull’idea di paesaggio. La zona usurpata sarà costretta a convivere con il tracciante giallo/verde, usato come indicatore e amalgamato all’area marina, trasformandosi nell’artefice di paesaggi innaturali, poetici e sospesi, di codici narrativi meritevoli di un approfondimento ulteriore.
Un colore forte e deciso che induce necessariamente ad una doppia messa a fuoco sull’aspetto libero e selvaggio della natura e quello artificiale, più complesso, che appartiene all’umanità nonché su una loro possibile convivenza. Il gesto del colorare porzioni d’acqua diventa, in un secondo tempo, mezzo di attraversamento di territori, come le zone militari limitrofe al luogo in cui Daniela vive (l’isola del Tino, la Torre Scola, Maralunga), e riappropriazione simbolica di tali spazi, invito all’azione, al superamento dei limiti, delle barriere, dei confini.
Immagini fotografiche e un video raccontano quest’avventura di riconquista, di raid in mezzo al mare, di fughe e felicità dovute dall’aver metaforicamente riavuto indietro, anche solo per poco, quello che ci è stato sottratto inducendo ad una meditazione sullo stato sconosciuto e immateriale del mondo, ad una analisi sul delicato e precario rapporto tra uomo e natura, sul confine tra reale e irreale.
Conclude e, al contempo, apre tale riflessione l’installazione site specific, «Beate Terre»: un grande collage creato dall’unione di due città simbolo: Pescara e La Spezia. Ne deriva la produzione di luogo immaginario che disgrega, prima, e unisce, poi, limiti e confini per dar vita ad una nuova terra: una location inesplorata e piena di possibità. Obiettivo ultimo del progetto è costruire uno spazio nel quale ogni tipo di sistema precostituito, politico, religioso e sociale sia automaticamente annientato in quanto privo di riferimenti sui quali far presa. Un territorio libero. Un’omaggio all’incontro tra due luoghi uniti da intenti comuni.