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Villa e Collezione Panza
Villa e Collezione Panza
Piazza Litta 1, Varese

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Data

Mag 19 2021 - Set 30 2021
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Chiara Dynys | Sudden Time

Un viaggio attraverso la luce. Luce come “luogo” dove tutto avviene e tutto può avvenire: più dello spazio, più del tempo è la sostanza prima senza la quale non c’è né spazio né tempo. Si “accende la luce” e tutto ha inizio, e benché la luce in sé non sia per nulla narrativa, è l’elemento che consente ogni tipo di narrazione, anche quella su se stessa.
È questa la premessa di Chiara Dynys per il nuovo progetto espositivo Sudden Time per Villa e Collezione Panza – a cura di Anna Bernardini e Giorgio Verzotti – di cui l’artista mantovana sarà protagonista a Varese, insieme a Sean Shanahan, dal 19 maggio 2021.
In linea con il suo spirito e l’innata propensione alla sperimentazione, le opere di Chiara Dynys presenti in mostra – tutte site specific e testimoni di un grande impegno progettuale ed esecutivo – si collocano in continuità con la ricerca – da parte di Giuseppe Panza – di un’espressione artistica capace di raccontare storie fortemente evocative nell’immaginario dello spettatore, pur senza ricorrere ad un’impostazione narrativa. Lo spettatore che si immerge nel valore metaforico delle opere è chiamato di continuo ad interagire con queste e con la luce che è l’elemento linguistico fondante oltre che un potente generatore di significati, in particolare nel suo rapporto con lo spazio.
Un tema, quello degli spazi-luce, che ricorre nella produzione dell’artista e che ritroviamo preponderante in mostra attraverso tre grandi installazioni.

La prima, Camini delle Fate, all’interno della scuderia piccola, composta da 34 vetri in casting di colori e proporzioni differenti con centro in foglia oro 24 carati che segna l’ipotetica apertura “luminosa” di ogni forma prospettica. Queste forme sono inserite in una grande struttura nera opaca lunga dieci metri ed alta più di tre; e ciascuna di essa è illuminata e illuminante con una diversa rifrangenza di luce e di colore sull’ambiente.
La citazione dell’artista delle misteriose abitazioni di eremiti ed anacoreti della Cappadocia, sottopone così il fruitore all’archetipicità del passaggio, del “transito” inteso persino come morte e resurrezione, realizzato da una costellazione di finestre misteriose che lo suggeriscono e lo guidano. Lo spettatore “entra” così nell’opera, sperimentando in prima persona il potere palingenetico del colore e della luce.

All’interno della seconda rimessa delle carrozze, Giuseppe’s Door è una porta opalescente che si smaterializza e appare sospesa pur essendo una scultura in vetro in un pezzo unico alta 60 cm e larga 48: l’opera è illuminata da luci di colore variabile che sembrano scaturire dal suo interno, e la materia trasparente rende volutamente difficile la percezione esatta della forma. L’opera, che si rifà al modello concepito dall’artista nel 1993 – ai tempi della mostra al Museo di Saint-Etienne -, assorbe la cromia della luce attorno e ne segue il ciclo. I colori del bianco, violetto, arancione e rosso si posano sulla scultura, seguendo l’andamento della proiezione della terza stanza, la rimessa delle carrozze.
Sulle tre pareti di quest’ultima viene proiettata la nuova grande installazione luminosa Melancholia, definita dall’immagine di un cerchio luminoso che cambia lentamente colore e a cui si sovrappone un cerchio opaco nero: la mente non vede però questa astrazione, quanto piuttosto la luce e le sue fasi, come in un’eclisse su un pianeta. Una riflessione sulla necessità umana di connettersi e “ri-conoscere” un ambiente, un luogo, la natura siderale, piuttosto che
confrontarsi con l’astrazione formale della geometria pura, riflesso dell’idea.

In linea con lo stile architettonico della Villa e delle scelte collezionistiche di Giuseppe Panza, che già dai primi anni 2000 acquistò grandi installazioni luminose di Chiara Dynys, la produzione dell’artista è qui declinata con grande rigore ed asciuttezza: un ciclo di opere essenziale che si esprime in forme geometriche e monocromi, sperimentando il lavoro in scala anche attraverso materiali inediti. È questo il caso di Giuseppe’s Door, (di cui l’opera nella seconda rimessa delle carrozze è il modello) posta nel parco della Villa, realizzata in vetro di Murano fotosensibile e acciaio corten. Lo speciale vetro cangiante ha la proprietà di “caricarsi” di luce, e di rilasciarla nel buio, come una “fluorescenza fantasmatica”, per utilizzare le parole dell’artista: un invito ad oltrepassare la “soglia” della realtà contingente.
Come ben descrive il Conte Panza, Chiara Dynys è un’artista della luce capace, “di trasportare lo spettatore in un’altra dimensione fatta di materia che non è materia ma sostanza di tutte le cose”, accostando così le sue opere allo spirito che anima tutta la collezione.

In copertina: Giuseppe’s Door, 2020-21 tubolari in acciaio, staffe in corten lastre di vetro di Murano fotosensibile; cm 310x260x70


Sudden Time | Chiara Dynys
Installazione site specific | 19 maggio – 30 settembre 2021 Villa e Collezione Panza Piazza Litta 1, Varese
Informazioni su www.chiaradynys.com