ARCO Lisboa
Chiara Dynysfoto di Vincenzo Lucente

Luogo

BUILDING
Via Monte di Pietà 23 20121 Milano

Categorie

Data

Apr 08 2025
Evento passato

Ora

17:00 - 19:00

Chiara Dynys Segno d’oro 2025

La rivista Segno conferisce il premio Segno d’oro, 2025 all’artista Chiara Dynys.

Il Segno d’oro è un manufatto originale e appositamente realizzato, periodicamente assegnato ad un artista contemporaneo in attività che si è distinto per particolari meriti artistici e per l’impegno nel suo lavoro internazionalmente riconosciuto. La rivista ha istituito il premio Segno d’oro nel 2007 con una scultura realizzata appositamente, in cinque esemplari, da Luigi Ontani.

Per l’occasione martedì 8 aprile 2025 alle ore 17, presso la galleria BUILDING di Milano, il Direttore Editoriale della rivista Roberto Sala e la redattrice Marta Michelacci, consegneranno il premio all’artista Chiara Dynys, realizzato da Marinella Senatore, artista vincitrice della precedente edizione nell’anno 2022.


“Un favoloso labirinto di opere costruite tra forme plastiche e costellazioni, tra memoria e oblio, tra tempo e spazio”. C’è il riconoscimento della densità di un percorso quasi quarantennale, avviato dagli anni ‘80 sul solco di una sperimentazione intrisa di concettuale emotività, nella scelta della rivista Segno di conferire quest’anno a Chiara Dynys il Segno d’oro.

All’artista mantovana, classe 1958, scelta dal presidente dell’Associazione culturale Segno Umberto Sala previo consulto con il consiglio direttivo, sarà consegnato un “trofeo” molto speciale: un banner in stoffa di circa 45 cm di altezza, realizzato in duplice copia da un’altra illustre “collega”, Marinella Senatore. Era stata lei a vincere la precedente edizione, nel 2022. Il passaggio di testimone conferma così la formula di un premio nato nel 2007 per volontà dei coniugi Sala (fondamentale il contributo dell’indimenticabile e indimenticata Lucia Spadano), con libera cadenza periodica: una sorta di staffetta creativa che ha già coinvolto in passato personalità autorevoli come Luigi Ontani e Costas Varotsos

Lo stendardo di Senatore riporta fronte/retro immagini e scritte che coniugano speranze progettuali e critica sociale, sempre sul solco di un coinvolgimento corale. Ci sono frasi che denunciano gravi emergenze (La lutte continue, di fronte alla sagoma nera di una fabbrica) e esortano all’azione (Acknowledge accept change). Sottolineano l’importanza del prendersi cura (We rise by lifting others). Elogiano la fragilità come forza (There is great power in small). O la necessità di relazionarci agli altri (Physical distance Social closeness). Per poi rimarcare che I contain multitudes. È questo il fondamento stesso della sua poetica, che pionieristicamente, non solo per l’Italia, ha intercettato quella “Voglia di Comunità” segnalata da Bauman, nata dal “disagio della modernità” in un contesto globalizzato sempre più individualista e competitivo. Per arginarla fa appello alla dimensione corale, alla capacità di attivare collaborazioni e pratiche di gruppo, in chiave comunitaria appunto.

Anche lo stendardo rientra in un’operazione più ampia, che nasce dal coinvolgimento di tanti: chiamati attraverso open call a proporre “frasi ispiratrici”, motti, lemmi o citazioni, legati alla propria esperienza personale. Un inno al “potere delle parole come strumento di unione e cambiamento”, parte di un nuovo ciclo di opere che saranno esposte in un’installazione partecipativa al Maxxi L’Aquila. Di questa comunità ideale e reale, entra ora a far parte Chiara Dynys.

L’attribuzione del Segno d’oro costituisce per lei un nuovo suggello ad una ricerca che è in fase di approfondimento critico (in corso presso BUILDING BOX, Private Atlas, di Chiara Dynys, il progetto espositivo dal taglio antologico, articolato in dodici episodi e suddiviso in tre macro capitoli, a cura di Alessandro Castiglioni che BUILDING BOX presenta, in una delle vetrine di BUILDING (affacciate su via Monte di Pietà 23, dal 15 gennaio 2025 al 6 gennaio 2026). Attraverso l’uso di diversi materiali e dispositivi linguistici, suggerisce una sottile forma di attraversamento, fra spazio e luce, mente e corpi, mondo terreno e dimensioni altre…“. Antonella Marino


Chiara Dynys è una delle più importanti artiste italiane contemporanee. Il suo lavoro è studiato e presentato da molte istituzioni italiane e internazionali. Tra i musei italiani che hanno ospitato le sue opere figurano il Mart, Rovereto (2005-2011); il Museo del Novecento, Milano (2012); la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2013); il Museo Correr, Venezia (2019); Villa e Collezione Panza, Varese (2009-2021); il MA*GA, Gallarate (2022); Ca’ Pesaro, Museo Internazionale d’Arte Moderna, Venezia (2024).La partecipazione di Dynys a mostre dedicate all’arte del XX e XXI secolo ha fatto sì che il suo lavoro diventasse un punto di riferimento per gli studi sul rapporto tra spazio e luce, sull’installazione e sui linguaggi visivi concettuali. Tra queste mostre ricordiamo Aspectos da Pintura Italiana: do Após- Guerra aos Nossos Dias, Museu Nacional de Belas Artes, Rio de Janeiro e Museu de Arte, São Paulo (1989); WHERE? L’identité ailleurs que dans l’identification, Musée d’art moderne de Saint-Étienne (1992); The Shape of the World, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2000); Light Art from Artificial Light, ZKM | Museum für Neue Kunst, Karlsruhe (2006); La parola nell’arte, Mart, Rovereto (2007); 7th International Moscow Biennale, Arkhangelskoye Palace, Mosca (2017); e Soundlines of Contemporary Art, ICAE Armenia, Yerevan (2018).
Tra le istituzioni internazionali che hanno ospitato le opere di Chiara Dynys figurano il Centre d’Art Contemporain, Ginevra (1996); Centre international d’art contemporain, Montréal (1997); Städtische Galerie, Stoccarda (1999); Museo cantonale, Lugano (2001-15); Quadriennale di Roma (1986-2005); Kunstmuseum Museum, Bochum (2003); Kunstmuseum, Bonn (2004); Wolfsberg Executive Development Centre, Wolfsberg (2005); MASI- Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano (2018).
Il suo lavoro è stato pubblicato a livello internazionale da editori come Skira, Allemandi, Electa, E-Flux. Nel 2024 il suo lavoro è stato incluso nel libro Environments by Women Artists pubblicato da Quodlibet e dal MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma. 

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