ARCO Lisboa
Anish Kapoor Gallerie dell’Accademia di Venezia, 2022 Photograph: George Darrell ©Anish Kapoor. All rights reserved SIAE, 2023

Luogo

Galleria Massimo Minini - Brescia
Via Apollonio, 68 25128 Brescia
Sito web
http://www.galleriaminini.it

Categorie

Data

Feb 16 2023 - Mag 31 2023
Evento passato

Ora

16:00

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Mostra

Anish Kapoor e Giulio Paolini

Caro Anish, caro Giulio,
sono sei e sette le vostre rispettivamente mostre in galleria.
È venuto quindi spontaneo chiedervi un incontro d’opera nello spazio che vi aveva visto protagonisti, fino ad ora separati.
Le due attitudini opposte trovano qui ora la loro ricomposizione.
Un confronto non solo fra le opere ma anche tra gli artisti personalmente, presenti all’inaugurazione.
Questo incontro vuole essere allo stesso tempo occasione di festeggiamento per i 50 anni della Galleria Minini e per Brescia Capitale della Cultura 2023.
Questa mostra è la risposta che avete dato alla mia domanda di collaborazione tra noi tre (scusate se tento di rubare la scena e mettermi al vostro livello).

Parleremo dunque di forme, di culture, di contenuti pregnanti, come quelli di Anish, oppure di assenze, come in Giulio, dove il pieno e il vuoto coincidono e si danno appuntamento per creare uno spazio sospeso, un in between, tra l’oggi e il domani, tra passato e futuro che si condensano nel presente.
Giulio, hai pensato che un insieme di opere potessero dare vita ad un solo lavoro, omaggio alla galleria (forse anche al gallerista?).

L’autore guarda non visto lo spazio, come nell’opera dove le otto lettere L.O.S.P.A.Z.I.O. sono a due a due collocate sulle pareti del white cube assecondando una tautologica attitudine tipica dell’arte concettuale.
Ma si capisce che l’autore è convinto che la galleria non sia solo nei muri: la galleria è principalmente nella nostra testa, quindi nelle nostre intenzioni.
Anish, invece tu parti da un principio vitalistico, pieno di vita, dove il pensiero si materializza in forme e modi diversi.

Se osservo quel piccolo triangolo nero che riempie un angolo alto della stanza, una forma geometrica importante come il triangolo pitagorico-euclideo, qualcosa che ci ricorda come la somma dei quadrati costruiti sui cateti…allora penso alla matematica, alla geometria, alla scoperta del mondo, alla fondazione di un nuovo mondo, alla ragione, certo, ma accompagnata dall’emozione e dal sentimento, abbandonato ogni sentimentalismo.
La dicotomia di cui sto parlando, dal bianco al nero, dal tutto al nulla, dal pieno al vuoto, non è un contrasto ma la somma di due posizioni estreme e basilari che non solo non si elidono ma si integrano in un nuovo status.

Ecco, mi è stato chiesto come mai ho avuto l’incoscienza di avanzarvi questa richiesta di duplice esposizione: grazie per aver consentito con grande curiosità reciproca.
Il risultato è che qui la differente posizione non crea una cesura ma una collaborazione. L’opera bianca, tutta vuota, e l’opera nera che invece accoglie tutti i colori fino a mimetizzarsi nel nero più assoluto, sono come una supernova e un buco nero. La prima rimanda allo spettatore la sua densità di luce e di pensiero, la seconda trattiene in sé l’energia che l’autore carica nell’opera. In entrambi i casi i lavori sono fonti e accumulatori di pensiero che dall’autore allo spettatore, e viceversa, dall’oggi al domani, dall’ordine al disordine, veicolano concetti e significati.
In questo senso leggo la tua affermazione, Giulio, là dove dici che è l’opera a guardarci e non viceversa.
L’opera d’arte caricata delle intenzioni del suo creatore, come una fonte di luce dopo la lunga carica notturna, è in grado di restituire ciò che ha ricevuto e anche più, traendo da questo inatteso connubio forze di segno opposto.

E per quanto riguarda il tuo lavoro, Anish, mi sembra di essere di fronte a un buco nero che tu stai caricando della tua energia, del tuo pensiero, un attimo prima della sua esplosione.
Il pensiero regge il nostro mondo e il creato.
Il problema è capire se siamo noi che abbiamo creato il mondo o viceversa, quindi anche se siamo noi ad aver creato l’arte o viceversa.
“Exegi monumentum aere perennius” ha scritto Orazio e un giorno Sol LeWitt mi ha detto che l’arte concettuale sarà la sola a salvarsi dal disastro nucleare.

Mi pare che ci stiamo andando vicini ma continuo a sperare che non succeda il peggio. Se così fosse potrei cambiare idea sui miracoli. Intanto godiamoci il miracolo di questa mostra dove due grandi artisti come voi, ancora giovanissimi, invitati a sorpresa, fondono i loro lavori per porgerli a un fortunato pubblico che non potrà dimenticare questa esperienza.

Così in questo apparente contrasto, che in realtà è una somma di visioni, si ricompone questa metafora che alla fine chiamiamo arte.
La metafora è un trasporto di significato (da greco metà forein), che qui diventa l’incontro tra due universi di pensiero e dà vita a un gioco.
Si, alla fine ci accorgiamo che tutto il fare, disfare, costruire, accumulare, è stato un gioco serio, il gioco della vita, oppure, se preferite, il mestiere di vivere.
Dunque vorrei chiedere a voi che siete qui questa sera: “Vi piacciono queste opere?”

Spero di no, non sono nate per piacere ma per attivare il pensiero.


Anish Kapoor e Giulio Paolini
Galleria Massimo Minini
Via Apollonio, 68 – Brescia
16 febbraio – 31 maggio 2023
Tel. 030383034 info@galleriaminini.it www.galleriaminini.it

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