Luogo

Palazzo Pirelli
via Fabio Filzi 22, Milano
Categorie

Data

Nov 06 - 26 2024
Evento passato

Ora

11:00

Etichette

Mostra

Amato Patriarca | Realtà e Desideri

Con il patrocinio della Regione Lombardia, presso Spazio Eventi di Palazzo Pirelli, il 6 novembre alle 11, apre la mostra personale di Amato Patriarca Realtà e Desideri a cura di Sergio Gaddi. In mostra 70 acrilici su tela, 4 sculture in acciaio inox e 2 in vetro di Murano.

Amato Patriarca si distingue per uno stile che prende spunto dalla vita quotidiana per sviluppare una riflessione profonda di tipo esistenziale e filosofico. Attraverso la lente della Pop Art, riesce a trasformare immagini e oggetti comuni in simboli che stimolano una lettura critica della nostra realtà.

Il suo lavoro è pervaso da una profonda attenzione al dettaglio e da una consapevolezza sociale che va oltre la superficie appariscente del mondo pop, reinterpretando i segni e i simboli del consumo di massa con una sensibilità unica. In questo modo, Patriarca attraversa il confine tra ironia e introspezione, creando opere che non si limitano a rappresentare la cultura contemporanea, ma ne diventano una critica visiva e una ricerca di senso.

Dice Sergio Gaddi nel testo che accompagna il catalogo “Il suo lavoro è intriso della suggestione del tempo, un dubbio moderno costretto a confrontarsi e giocare con il paradosso dell’infinito e dell’eternità. Le piazze, le vetrine, le spiagge, i momenti intimi e le carezze degli amanti che l’artista fissa nel momento sospeso della pittura lasciano trasparire una narrazione sottile e potente sempre concentrata sulla vita quotidiana, filtrata attraverso una lente che trascende il tempo abituale”.

L’approccio di Amato Patriarca ruota attorno alla poetica del quotidiano e a quella che potremmo chiamare una estetica del quotidiano (come la chiama Gaddi nel suo testo). Nelle sue opere, l’attenzione si concentra su dettagli apparentemente privi di rilevanza, sugli interstizi di senso che riflettono il fluire del tempo e, inevitabilmente, l’avvicinarsi della mortalità. È proprio questa consapevolezza dell’impermanenza, nascosta dietro i colori vividi della Pop Art, a donare alle sue opere un’anima profondamente esistenziale.

Come sottolinea Angelo Crespi: “E non importa poi che la sua cifra sia quella di una pittura pop, appresa fin dagli albori della carriera, dove il colore puro e squillante predomina sulla linea; ciò non basta a toglierci dalla mente che il suo sia un esistenzialismo mascherato, che in lui resista l’insegnamento cezanniano di non dipingere ciò che pensiamo di vedere, ma più modestamente ciò che vediamo. E dunque nessuna epica, nessuna retorica, nessuna posa, neppure il clangore del colore esibito, semmai lo svolgersi delle cose, l’apparire di esse mentre vediamo e viviamo”.

X
×