Equilibrio|Squilibrio, sculture ed installazioni di Francesco Granito, a cura di Carmelo Cipriani, Domus Milella, Alliance Française, Bari, courtesy l'artista.

EQUILIBRIO|SQUILIBRIO. Francesco Granito e l’alchimia della materia

Domus Milella, nel cuore di Bari, accoglie la ricerca e le opere di Francesco Granito, le cui sculture ed installazioni, con la curatela di Carmelo Cipriani, l’allestimento ideato da Domenico Potenza ed in collaborazione con Alliance Française, propogono una messa in scena surreale e onirica che si concluderà l’8 ottobre con la presentazione della monografia edita da Esperidi.

Un uomo, un artista come Francesco Granito, nel cui nome è racchiusa la stratificazione millenaria di una roccia, in che maniera interroga il peso specifico della materia? Chiedo venia ma comprenderete che la questione del destino di un appellativo personale mi tocchi in prima persona e, da tutta la vita, mi interrogo su cosa accada a chi nel solco del ‘nomen omen’ ha compiuto qualche passo.

Francesco Granito, la cui carriera si rispecchia nell’intricato dialogo con le regole della scultura, ha scelto di sovvertirne le regole intrinseche, di sfidarne le sorti chimicofisiche per gemmare un universo simbolico ed alchemico, dove il peso specifico della materia, quale marmo, gesso, terracotta, vetro e metallo, si libera dalle proprie catene per farsi altro da sé, per imitare e narrare la leggerezza.

Tutto avviene per sottrazione che, tuttavia, corrisponde ad una mise en scène sostenuta dal potere della meraviglia e dello stupore, da quell’alchimia magica ed ignota che interviene nell’attestazione della verità affidata ai sensi. Nelle sale di Domus Milella, splendido palazzo secentesco con prezioso giardino racchiuso tra scrigni di architetture, le opere di Francesco Granito mostrano ciò che è impossibile. Marmoree piume, pizzi in terracotta, lignei vetri… tutto suona come un paradosso mentre somiglia al processo alchemico di trasformazione per artifizio – quello dell’arte – in qualcosa di irreale. Punto nodale della maieutica che sottende la mostra e l’intera poetica di Francesco Granito è ciò che il curatore, Carmelo Cipriani ha definito “il confronto tra pesantezza della materia e leggerezza della forma” nel dialogo con “la complessità dell’arte e la levità del gioco e dell’infanzia”.

Tutto, d’un tratto si trasla nella dimensione ontologica del gioco serio dell’arte, il solo in grado di svelare la magia e la miseria della vita, la verità e la menzogna e capace di sorprendere ed insegnare al tempo stesso. L’allestimento di Equilibrio|Squilibrio, affidato all’architetto Domenico Potenza ha restituito una costruzione ex post di un percorso che è sì una linea del tempo della produzione di Granito ma anche una curva in potenza di proiezioni e intersecazioni allegoriche, immerse in un spazio del tutto peculiare come quello di Domus Milella, sì caro alla città di Bari.

La forma diarchica assunta dall’ontologia dell’artista si ritrova, pertanto, anche negli spazi in cui le opere sono immerse, laddove avviene qualcosa di inesprimibile anche quando è l’astante ad incontrare con sculture ed installazioni che appaiono frutto di una fragilità altera e che, al contrario, mostrano una inusitata forza. Il coinvolgimento emotivo che s’apre come voragine dinanzi alle costruzioni materiche di Granito si rivelano, d’improvviso, ribaltamento del reale, per porsi, poi, come offerta di suggestiva evocazione di abissali fascinazioni.

La fragilità è sinonimo di forza, dunque?

Per pochi istanti, quelli cortocircuitali in cui equilibrio e squilibrio pongono la mente e l’animo dell’osservante in bilico, pare dipanarsi qualcosa che ha a che fare con un tipo di fruizione specifica, ove incamminarsi in una inestricabile trama percettiva, di ritorni inconsci, di tensioni verso la bellezza e la verità, di malia per l’irreale e l’acquisizione che quanto si credeva acclarato tale non è.

Le ‘granitiche’ certezze così più non sono; lo stupore della verità manipolata, modellata sulla materia che traduce una realtà fantasmagorica apre un sipario di fronte al nostro sguardo e svela, al contempo, godimento e conoscenza.

Il dubbio di innesta nell’osservazione, rimanda la mente alla titolazione scelta per la mostra, Equilibrio|Squilibrio, che pone sullo stesso piano di significazione due elementi contrari eppure eloquentemente tali da metter in guardia dall’inganno della materia. Abbiamo sempre pensato che l’azione, quella che si muove nello spazio mondano con dinamica tridimensionale, proprio come la scultura, non potesse mentire, perché osservabile ed indagabile da ogni angolo e lato, persino nelle mutazioni di luci ed ombre. Eppure le opere di Francesco Granito sovvertono simile proiezione interiore.

“Le sue sculture sono realtà rivelata e ricreata: ciò che sembra non è e ciò che è non sembra. Esistenza e apparenza si confondono. Come l’immagine calviniana del Visconte dimezzato, eletta a metafora della suaricerca, anche lui è diviso tra il fascino della tecnica e la seduzione del concetto, il pesodella materia e la levità dell’idea. Nel perpetuo gioco dell’arte la forma rincorre il pensiero, mentrela materia esula da se stessa: la terracotta simula la stoffa, il gesso il marmo, la terraglia la carta, il legno il vetro” suggerisce il curatore Carmelo Cipriani.

Realtà ed evasione si predispongono come trampolini di una nuova esperienza che l’artista propone nel giardino pensile del palazzo, luogo occluso alla strada e piccolo scrigno dove alloggiano opere dal quid ludico ed illusorio, per le quali dimensioni, movimento e stasi perimetrano una sorta di liturgia ancestrale che, ancora una volta, cede alla magia dell’incredibile.

All’esercizio puramente stilistico – che rimanda al ruolo di docente d’arteFrancesco Granito affianca una sorta di innamoramento per la profondità della relazione tra significato e significante e del suo capovolgimento pacifico: la materia non è in guerra né con sé stessa né con il mondo che abita; così come l’artista stesso non si affida ad una poetica di lotta, tutt’altro, in una pur tenace ed appassionata sfida continua con la materia, le rende omaggio ogni giorno, tanto da accompagnarla in una trasformazione altrimenti impossibile, in un alveo alchemico di mitica memoria.

L’astante saprà riconoscere il valore assoluto della poetica dell’artista, così come saprà riconoscere nelle sue opere la valenza dell’inganno del reale e, con la complicità dell’occhio principe di Francesco Granito, saprà costruire nuove consapevolezze, sempre pronte a stupirsi e meravigliarsi ma non più a cedere al fascino ingannevole della vita.

Equilibrio|Squilibrio, volgerà al suo termine il prossimo 8 ottobre e, in occasione del finissage, sarà presentato il catalogo edito da Esperidi, una monografia che, avvalendosi dei testi di Carmelo Cipriani, Domenico Potenza e Vincenzo Velati, segna un ulteriore svelamento delle dinamiche attuate da Granito e dalla sua indagine sulla natura, sull’uomo, sul rapporto che esiste tra di essi, intimamente legato ai processi inconsci e percettivi.

Francesco Granito, EQUILIBRIO | SQUILIBRIO
Bari, Domus Milella 
13 settembre – 8 ottobre 2021

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.