Emilio D’Elia | Prima di entrare interroga la soglia

Emilio D’Elia e la sua arte protagonisti della personale a cura di Carmelo Cipriani, dal 15 ottobre, alla Gigi Rigliaco Gallery di Galatina (Le), che presenta al pubblico gli esiti di questo ultimo decennio di ricerca in cui si missano installazioni, dipinti, sculture e libri d’artista.

“Per Emilio D’Elia l’arte si struttura nel punto preciso in cui l’interiorità infonde nel cosmo” afferma Carmelo Cipriani, curatore della mostra Prima di entrare interroga la soglia che, dal 15 ottobre prossimo, sarà ospitata negli spazi della Gigi Rigliaco Gallery.

Dipinti, sculture, libri d’artista ed installazioni definiscono il corpus che, frutto del lavoro dell’ultimo decennio da parte dell’artista, è anima della mostra salentina. Una personale che, a partire dalla trama composita ed armonica di cromie primarie e generative, toni della luce e del cielo, come l’azzurro ed il giallo, con incursioni di verde – ovvero filo conduttore tra il cielo e la terra – porta a sublimazione e sintesi una sorta di rievocazione di immaginario classico ma anche di una tangibile tensione verso l’infinito della trascendenza.

Una prospettiva che indaga il reale anche attraverso una geometrizzazione delle forme, le stesse che dall’universo mondano si innalzano verso la sfera celeste del cosmo per ritornare negli abissi ancestrali della Terra.

Emilio D’Elia è autore e fautore al tempo stesso di un’arte d’evocazione, non-luogo in ciò che Carmelo Cipriani definisce il līmĕn, “la linea di contatto tra il dentro e il fuori di sé, tra la dimensione celeste e quella terrena, tra il materiale e l’immateriale.” Nel solco di questo limbo filosofico e maieutico le opere dell’artista presenti in mostra fungono da elementi vettoriali per una accurata, oltre che affascinante, indagine dell’invisibile, di quanto è materiale e di quanto, al contrario, non lo è.

Emilio D’Elia, Verso l’isola dei vivi, 2020-2021, pigmenti naturali su tela, courtesy l’artista

Pittura e Poesia, poi, sono i due idiomi prediletti dall’artista pugliese, il quale si affida all’intima relazione tra le due spinte narrative che combaciano tanto quanto sono – o meglio, appaiono – distanti; relazione amata e discussa con Francesco Moschini, Paolo Balmas, Francesco Poli, Gerdard George Lemaire, Hans Ulrich Obrist e Agathe Nisple.

Prima di entrare interroga la soglia, dunque, si propone come duplice modus operandi: è quello dell’artista che su tale assioma ha fondato la sua ricerca ed è quello consigliato all’osservatore che si appresta ad entrare in contatto la poesia visiva trasposta in opere di sì dissimile foggia.

È ancora il curatore, Carmelo Cipriani a suggerire uno spiraglio conoscitivo al lettore ed al pubblico, ricordando come, agli inizi della carriera, Emilio D’Elia fosse legato al colore e solo successivamente accolse le figure “simili a visioni più che a presenze, esse avanzano dai fondali, ci vengono incontro ma spesso non si preoccupano di noi impegnate come sono nei loro muti colloqui. Silhouette fatte di soli contorni ma con i tratti del viso ben delineati oppure, al contrario, campiture senza volto: in entrambi i casi sono evanescenti come sogni. Profili per i quali è possibile rintracciare importanti precedenti, tutti rielaborati in una visione personale e indipendente, da certi profili etruschi a Pisanello, Genitile da Fabriano e Masolino, fino a Gustave Moreau, Odilon Redon e Pierre Puvis de Chavannes. Divinità azzurre, in cui l’eleganza del tardogotico incontra l’inquietudine del simbolismo, pacificando la doppia anima dell’artista, quella nativa italiana e quella adottiva francese.”

Emilio D’Elia, Risalgo dal vaso, 2021, pigmenti naturali su carta, courtesy l’artista

Indubbio è, poi, il rimando al viaggio nelle opere di D’Elia, come evidenziano le titolazioni delle opere, così come giungono gli echi di incontri con il concetto di trascendenza mediato sia dall’idea di soglia che dalla trattazione della Cabala e della Numerologia; incontri, questi, affrontati dall’artista secondo i termini di una seduzione colta ed in rapporto con l’imperscrutabile di una dimensione apicale, fascinanzione trattata mediante sovrapposizioni iconografiche, materiche, cromatiche e luministiche.

Emilio D’Elia, Barca dei miei pensieri, 2021, terracotta e pigmenti naturali, courtesy l’artista

Lo spazio stesso in cui le opere prendono forma e sostanza si traduce in un mondo di suggestioni, di rivelazioni, abitato da energie fenomeniche altere. In tal senso, quel Prima di entrare interroga la soglia suona anche come profetica riconnessione con il qui ed ora, ben conscio, di un altrove non mitico bensì impalpabile, così come lo è la materia invisibile ed indivisibile del creato, di cui siamo parte, come le figure che animano le opere di Emilio D’Elia.

Emilio D’Elia, Raccoglitore di stelle, 2021, terracotta, pigmenti naturali su carta, courtesy l’artista

Emilio D’Elia, Prima di entrare interroga la soglia
Galatina (LE), Gigi Rigliaco Gallery 
15 ottobre – 4 dicembre 2021

Azzurra Immediato

Azzurra Immediato, storica dell’arte, curatrice e critica, riveste il ruolo di Senior Art Curator per Arteprima Progetti. Collabora già con riviste quali ArtsLife, Photolux Magazine, Il Denaro, Ottica Contemporanea, Rivista Segno, ed alcuni quotidiani. Incentra la propria ricerca su progetti artistici multidisciplinari, con una particolare attenzione alla fotografia, alla videoarte ed alle arti performative, oltre alla pittura e alla scultura, è, inoltre, tra primi i firmatari del Manifesto Art Thinking, assegnando alla cultura ruolo fondamentale. Dal 2018 collabora con il Photolux Festival e, inoltre, nel 2020 ha intrapreso una collaborazione con lo Studio Jaumann, unendo il mondo dell’Arte con quello della Giurisprudenza e della Intellectual Property.

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