Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini nella casa di Sabaudia, seduto al tavolo da lavoro, mentre scrive e corregge l’articolo «Due modeste proposte per eliminare la criminalità in Italia» pubblicato sul «Corriere della Sera» pochi giorni prima della morte e poi raccolto nel libro «Lettere Luterane» - © Dino Pedriali 2011

E tu splendi invece. Pier Paolo Pasolini, un lirico rivoluzionario

Ti impediranno di splendere. E tu splendi invece è il titolo della mostra proposta dalla Fondazione Alda Fendi Esperimenti di Roma con la direzione artistica di Raffaele Curi, un omaggio a Pier Paolo Pasolini (Bologna, 1922 – Lido di Ostia, 1975), alla sua poesia, intelligenza e anima raffinata. Un percorso espositivo, chiuso ufficialmente solo pochi giorni fa, che attraverso gli intensi scatti di Dino Pedriali, documenti, audio e video proiezioni ci ha condotti nell’universo pasoliniano.

Ti impediranno di splendere. E tu splendi invece è il titolo della mostra proposta dalla Fondazione Alda Fendi Esperimenti di Roma con la direzione artistica di Raffaele Curi, un omaggio a Pier Paolo Pasolini (Bologna, 1922 – Lido di Ostia, 1975), alla sua poesia, intelligenza e anima raffinata. Un percorso espositivo, chiuso ufficialmente solo pochi giorni fa, che attraverso gli intensi scatti di Dino Pedriali, documenti, audio e video proiezioni ci ha condotti nell’universo pasoliniano. Una dimensione visiva fatta di un lirismo rivoluzionario dentro cui ritrovarsi e sentirsi meno soli nell’affrontare una realtà ancora oggi omologata, dove uscire dal coro risulta più che mai un atto eroico. Un viaggio di valore umano, fatto di fuoco sacro e intelligenza, tra le vivide sfumature di ‘un poeta scomodo’, tra intimità, commozione, coraggio e quella assoluta forza creativa di combattere ogni impedimento allo splendore dell’anima. 

E tu splendi invece prende spunto da un episodio di Pasolini giornalista che in un articolo, Il vuoto del Potere in Italia, pubblicato sul Corriere della Sera del primo febbraio 1975, utilizza la metafora delle lucciole e compara la scomparsa delle stesse allo svuotamento intellettuale dell’assetto moderno in Italia. Un Pasolini “lirico greco” come riferisce il curatore, un visionario che, come tutti i veri artisti, sa rischiare e osa farlo oltrepassando le innumerevoli barriere dettate dal conformismo e dall’omologazione culturale.

La mostra allestita nella Rhinoceros Gallery, gli spazi espositivi che la Fondazione dedica a mostre ed esperimenti artistici, è stata proposta come un iter immersivo. Nella prima sala, accolti nel buio da piccole luci e dal suono che richiama il frinire delle lucciole, una installazione di Raffaele Curi dal titolo Sono tornate le lucciole, ispirata a ‘l’articolo delle lucciole’ che Pasolini scrisse per il Corriere della sera; la riproduzione della pagina del quotidiano esposta in una delle sale al piano terra. 

Focus dell’esposizione un ricco corpus fotografico realizzato da Dino Pedriali, fotografo e amico di Pasolini, nei giorni precedenti la sua scomparsa. Oltre centodieci scatti che resteranno per sempre la testimonianza di una nudità corporea e, al contempo, la sacralità della immateriale presenza. Si va al di là del momento fisso dello scatto, la fotografia diventa eterna e commuove, si è dentro una storia che non è ieri ma oggi, ancora tra noi. Partecipi semplicemente della vita professionale e privata di un uomo, che si mette a nudo attraverso gesti quotidiani, passaggi intimi e paesaggi vissuti. E cosi negli scatti di Pedriali, abitiamo gli ambienti domestici delle due case di Pasolini, Sabaudia e Chia, vicino Viterbo. Lo vediamo immerso nella scrittura, mentre disegna, riflette, dedito alle sue creazioni. 

Fotografie di Dino Pedriali, courtesy Fondazione Alda Fendi Esperimenti

I centodieci scatti di Dino Pedriali a Pier Paolo Pasolini nei giorni precedenti il suo omicidio, sono tra le cose più importanti della mia collezione” sottolinea Alda Fendi, a capo della Fondazione promotrice dell’iniziativa. “Un nome forse troppo dimenticato, quello di Pasolini, oggi, in atmosfere plumbee e asettiche di un’Italia che si arrende e partecipa a un disamore epidemico e irrisolto”.

Dalle sale del pian terreno della Fondazione, accompagnati dalla voce di Pasolini nel video documentario Un poeta scomodo (Teche Rai), percorriamo gli spazi verso l’alto, gigantografie, documenti e video proiezioni (in una delle sale il film Edipo Re del 1967) e testimonianze di autori, amici e compagni, che esprimono pensieri e memorie su Pasolini. Le voci e i ricordi risuonano e si dipanano tra le scale e nelle sale in salita, lungo i diversi piani che conducono alla bellissima terrazza panoramica da cui poter godere appieno lo splendore di Pasolini in armonia con il meraviglioso panorama della Città Eterna.

Dunque, un amorevole tributo quello che Fondazione Alda Fendi Esperimenti fa a Pier Poalo Pasolini, un ‘esperimento’ lirico che lascia al visitatore, attraverso altri due momenti intensi, il segno commovente di un artista. In uscita dal Palazzo, su una parete della sala al pian terreno la poesia di Pasolini Supplica a mia madre del 1962 (inserita nella prima edizione del libro Poesie in forma di rosa, 1964) e, nella sala adiacente, sul videowall, la proiezione della fotografia de L’omicidio di Pier Paolo Pasolini (2 novembre 1975), una immagine drammatica che, esposta accanto alle parole d’amore per la Madre, riassumono il pathos dell’intero percorso espositivo. Un universo inquieto e poliedrico di un grande artista, la forza di un pensiero attivo e rivoluzionario che, oltre la morte, continua a nutrirci di quella forza eroica di cui abbiamo ardentemente bisogno cosicché lo spirito possa librarsi e liberarsi per splendere in eterno, come lucciola nella profonda notte. 

Fotografia di Dino Pedriali, courtesy Fondazione Alda Fendi Esperimenti

Ti impediranno di splendere. E tu splendi invece
Pier Paolo Pasolini
Foto di Dino Pedriali
Mostra chiusa il 25 settembre 2020

RHINOCEROS GALLERY – FONDAZIONE ALDA FENDI – ESPERIMENTI
Roma, Via dei Cerchi , 21
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