ARCO Lisboa
Giacomo Mallardo, Shining out of nowhere. Ph. Parsec

Dietro tutte le cose

Cosa si cela dietro all’ordinario della vita, dietro al dettaglio della normalità, dietro agli elementi che abitano il nostro mondo?

La mostra Dietro tutte le cose curata dal collettivo Parsec e situata negli spazi espositivi di Fondazione Zucchelli di Bologna presso Zu.Art giardino delle arti, può aiutarci a riflettere su questo interrogativo, attraverso le opere dei vincitori e delle vincitrici delle edizioni 2024 del Concorso Zucchelli e del Premio Art Up, tra i principali riconoscimenti assegnati dalla Fondazione Zucchelli, nata nel 1959 per sostenere giovani talenti dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio di Musica Giovan Battista Martini di Bologna. L’esposizione, visitabile fino al 31 luglio con accesso su prenotazione, comprende opere di artisti con sensibilità e pratiche molto diverse tra loro che pur essendo distanti trasmettono la meraviglia e l’inquietudine che possiamo trovare dietro a tutte le cose che abitano il vissuto, aprendo scenari e mostrandoci altre facce della realtà.

Con la sua opera “Marco puoi prendere la legna per la nonna?” Marco Mandorlini (Premio al Talento Concorso Zucchelli 2024) ci fa riflettere sul legame con i ricordi di infanzia. Gli alberi che si intravedono sul piano concavo di una carriola ribaltata sono tagliati da una griglia bianca, tratto distintivo e ricorrente nelle opere dell’artista, che in questo caso si fonde con un oggetto vissuto. L’opera porta con sé un valore affettivo che viene amplificato da alcune scritte sul bordo del piano della carriola che rimandano alla realtà a cui apparteneva, decontestualizzando e ribaltando l’oggetto che lo abitava.
Perdersi nei pensieri sdraiati su un prato in una giornata uggiosa di aprile e ritardare il ritorno a casa cercando di percepire la differenza di temperatura che si può provare in autunno rispetto che in primavera. Questo potrebbe essere un buon punto di partenza per osservare l’opera “Contrazione involontaria” di Alessandro Aprile (Menzione Speciale Concorso Zucchelli 2024). L’artista utilizza la pittura e la figurazione e tramite il colore e il gesto ci connette alla sensazione che il soggetto raffigurato potrebbe provare: una mattinata passata di pessimo umore in un clima freddo.
Oggetti che si aprono a infiniti orizzonti di significazione, dettagli del quotidiano che diventano immagini di luce, sono il fulcro dell’opera “Shining out of nowhere” di Giacomo Mallardo (Premio Residenza Alchemilla Concorso Zucchelli 2024). L’artista sceglie il medium della fotografia per sganciare dal loro contesto gli oggetti, che nelle sue opere prendono le distanze da ciò che sono e si aprono a nuove interpretazioni. Elementi semplici e modesti, che non riconosciamo, ormai diventati tutt’altro, si collegano alla brillantezza degli astri tramite l’utilizzo dello scatto fotografico che dà nuova forma al reale.

Con l’opera “Ob-serve”, Angelica Diacci (Borsa di Studio Concorso Zucchelli 2024) ci svela dettagli di realtà catturati con fotografie che analizzano e ricontestualizzano gli oggetti quotidiani in un modo talmente profondo da far sembrare il dettaglio architettonico di un portico di Bologna un quadro astratto dipinto ad olio. L’artista utilizza la stampa a metacrilato, una tecnica che permette di avere una definizione altissima e che viene utilizzata, in questo caso, per raffigurare il bugnato di un portico illuminato da una luce invernale particolarmente brillante. Inoltre con questa tecnica di stampa la superficie dell’opera risulta lucida e permette quindi di fondere e inglobare a sé, tramite il riflesso, altri dettagli di realtà creando una sintesi sempre diversa.
Può il passato rimanere vivo nel presente? Può ciò che non c’è più fare la sua apparizione nella realtà che abitiamo? L’opera “Ritratto impronta e traccia” di Alice Risaliti (Premio Borsa di Studio Concorso Zucchelli 2024) è composta da tre fotografie molto simili che riprendono lo stesso dettaglio: un buco su una parete della casa del nonno defunto dell’artista. Un buco di cui sappiamo ben poco, su di una parete sporca e rovinata. Viene data importanza alla stratificazione della polvere e della vita che ha lasciato un segno sul luogo. L’impronta dell’uomo rende possibile la sua persistenza nel presente dando un’immagine del passato non solo visiva ma anche tattile. Ciò che non c’è più è ancora presente nella sua traccia.
Con l’utilizzo della pittura e del colore ad olio, Gloria Franzin (Premio Borsa di Studio Concorso Zucchelli 2024) si focalizza sulla rappresentazione della stratificazione dei segni che rimangono impressi negli elementi che compongono la nostra quotidianità. Nell’opera “Memoria di un tessuto” un vestito indossato dall’artista in tenera età viene esaminato nella sua essenza più intima, esprimendo con il colore gli strati temporali e metafisici dell’oggetto affettivo.
Cosa accomuna delle quotazioni in borsa di opere d’arte, le cifre dei decessi in Ucraina e una classifica calcistica di serie A? Con la sua opera “Untitled”, Federico Grilli (Art Up 2024 | Premio Banca di Bologna per la Critica) sceglie di decontestualizzare queste cifre scardinandole dal loro contesto e stampandole su di una riproduzione in scala ingrandita dei famosi filtri rizla. Giocando con questi accostamenti l’artista mette in luce la perdita di senso, la confusione nel sentirsi sovrastati dalle informazioni che più che fare chiarezza ci rendono il tutto ancora più incomprensibile. L’impossibilità di ritrarre la realtà diventa un punto di partenza per osservare con occhi diversi ciò che ci circonda e aprire orizzonti.
L’opera “Luci del sottosuolo” di Alice Ricci, (Art Up 2024 | Premio Fondazione Carisbo per i Collezionisti) indaga il rapporto tra la natura e il digitale. L’artista crea un gioco di tensione tra un soggetto naturale e una completa digitalizzazione. I due opposti si compenetrano e si confondono anche grazie all’utilizzo del bianco e nero che aiuta ad astrarre il tutto ancora di più, creando un’immagine che unisce due elementi ormai irriconoscibili. La stampa su plastica lascia intravedere volutamente i pixel dell’immagine digitalizzata, che l’artista ha deciso di appendere negli spazi della Fondazione rendendola site-specific.

Ismaele Soraperra (Art Up 2024 | Premio Collezione Falconi Leidi per i Collezionisti) nella sua opera “Träume” fonde in un’impalcatura di legno oggetti industriali incastrati e incollati tra loro con un’immagine stampata e affissa alla struttura. Sono presenti in quest’ultima elementi digitalizzati e modificati nella loro forma che richiamano uno scenario bellico. Tutti gli elementi grafici sono uniti sotto la stessa griglia e dialogano con gli oggetti dietro ad essa richiamandosi a vicenda.
L’opera “Uova, sangue, funerale” di Mengfan Wang (Art Up 2024 | Premio Fondazione Carisbo per la Grafica/Illustrazione) ci parla di una relazione omosessuale tra due donne che si sviluppa in tre fasi consequenziali: incubazione del rapporto, sofferenza e fine del legame. I tre momenti sono narrati dall’artista tramite sequenze di fotografie rilegate in un fascicolo che lo spettatore può sfogliare in mostra. I temi trattati sono allusi con l’utilizzo di oggetti comuni rielaborati e decontestualizzati. In mostra è possibile consultare anche il “Il Quaderno di Ricerca per Uova Sangue Funerale” che contiene le indagini artistiche sul background delle protagoniste.
L’intera mostra sembra essere nel complesso un magma di rielaborazioni della quotidianità che attraverso il dettaglio decontestualizzato, il fondersi di più linguaggi e tecniche o ancora il focalizzarsi sulla stratificazione della realtà, evoca stupore e spaesamento. Il rapporto con le cose ordinarie, quindi, diventa un modo per osservare nuove forme del reale aprendo quest’ultimo a infinite riletture.

Per maggiori informazioni: www.fondazionezucchelli.it
Per prenotare una visita, scrivere a eventi.fondazionezucchelli@gmail.com

×