Le armille, in mostra presso il museo Riso di Palermo dal 10 dicembre 2021 al 9 aprile 2022 (Rosa Mundi, Mario Bajardi, Forest Lux, a cura di Andrea Guastella), si trasferiranno presso l’Auditorium San Vincenzo Ferreri di Ragusa dal 20 aprile al 3 maggio 2022 e presso il Castello di Donnafugata dal 5 maggio al 15 giugno 2022.
Come e quando avete iniziato a collaborare?
Rosa Mundi: Il nostro primo incontro è datato primavera 2013, durante le riprese del film Contenere l’infinito del giovane regista Alessandro Ferrara, per il quale Mario Bajardi aveva scritto una delicatissima colonna sonora. Tale incontro fu caratterizzato principalmente dalla sua musica. Posso dire di aver conosciuto Mario prima dalla sua musica, infatti, e poi di persona, dopo qualche mese, per puro caso, dentro il chiostro di Palazzo Riso, già sede del Polo museale di arte moderna e contemporanea di Palermo. Entrambi distratti e sempre tra le nuvole, ci siamo letteralmente scontrati con la schiena. Ci siamo scusati reciprocamente e poi abbiamo iniziato a parlare e scoperto il sottile file rouge che già ci univa. Mario stava facendo delle prove acustiche ed era in attesa di un incontro con l’allora direttrice del Museo, mentre io stavo idealmente progettando la prima edizione della BIAS | Biennale Internazionale di Arte Contemporanea Sacra nella quale, di lì a tre anni, avrei coinvolto artisti di tutto il mondo in una visione dell’arte oltre i confini nazionali, riportandoli ai principi ispiratori del grande padre dell’Astrattismo Vasilij Kandinskij. L’incontro con Mario suscitò subito una grande emozione e condivisione artistica, a cominciare dalla consapevolezza che entrambi avevamo che la musica dovesse essere, oltre che sentita, vista. Siamo entrati in questo tempio dell’arte da perfetti sconosciuti e ne siamo usciti fratelli per la vita. Di li, giorno dopo giorno, un’assidua attività di coordinamento ci ha portato a mettere in piazza un grande spettacolo, per la preview della BIAS nella Cattedrale di Palermo nel settembre 2016, sotto la regia di Lucina Lanzara, con le mie opere in scena e la musica di Mario. Da quel momento in poi abbiamo condiviso numerosi progetti insieme, tra i quali i maggiori sono certamente l’opera al Teatro Massimo di Palermo Confines, nel 2018, e The game of time. In viaggio con Ulisse: uno spettacolo di teatro equestre con la mia scenografia e la musica di Mario presso la Villa Bellini di Catania. Ma il lavoro a cui sono più legata è il cortometraggio Humanity’s time life sull’immigrazione dall’Africa e dal Medio Oriente in Europa, con musiche tratte dall’album di Mario Officium. L’ultima sfida da tre anni a questa parte sono le opere denominate The box e Tamburi, all’interno delle quali ho chiesto a Mario una musica specifica che conducesse il viaggiatore/spettatore nel nostro teatro del mondo fatto di materia, luci, vibrazioni e suoni.
Mario Bajardi: Non saprei cosa aggiungere, Rosa Mundi ha detto tutto.
Quali i punti di forza di questo sodalizio?
Rosa Mundi: Grande affettuosità ed empatia, ci capiamo al volo come se ci fossimo sempre conosciuti ma soprattutto tanta stima e qualità del rapporto professionale.
Ci piace lavorare insieme e crescere insieme, da una idea nasce sempre una sinfonia in cui nessuno di noi suona un assolo ma entrambi facciamo parte della stessa orchestra.
Mario Bajardi: In estrema sintesi, Amicizia, Stima, Qualità.
I soggetti delle rispettive opere hanno un’origine comune?
Rosa Mundi, Mario Bajardi: Nelle nostre esperienze i procedimenti, pur muovendo da una idea di massima comune, hanno inizio separatamente.
Dove e come la musica incontra la pittura o la scultura?
Rosa Mundi: Esattamente come noi due, la musica e la pittura o la scultura si incontrano oltre la barriera dello spazio e del tempo quando decidiamo di fondere il nostro lavoro in un’opera unica, sola ed inscindibile, capace di dare sensazioni illimitate, come un concetto spaziale. La musica di Mario prende corpo nella mia opera e, viceversa, la materialità della mia opera acquisisce le vibrazioni dei suoni che le infondono vita e, allo stesso tempo, movimento.
Mario Bajardi: Nella pittura vengono usati i colori e nel suono questi sono identificati dal concetto di timbro, che è una caratteristica del suono detta appunto colore del suono. Questi colori sono dati dal materiale fisico usato per creare suoni e quindi dalla sintesi sonora stessa, al cui interno, grazie a tale alchimia, il suono diventa l’emozione che il fruitore sente, vede e vive.
A quali maestri vi ispirate, singolarmente e in duo?
Rosa Mundi: Il primo grande maestro cui posso dire di ispirarmi è il Mantegna. Ma, in termini più di ricerca personale, sicuramente mi riallaccio alla Teosofia di Vasilij Kandinskij nonché alle sue ricerche sul colore. Un posto importante nel mio Pantheon lo ha poi Michelangelo Antonioni, per la sua capacità di andare oltre il visibile, facendo emergere il dettaglio. Amo molto creare e ricreare scenari fantastici per spiegare la parte più complessa dell’uomo utilizzando più la meccanica delle cose che l’ingegneria, oggi tanto alla ribalta. Un altro mio maestro è Gian Paolo Barbieri, il grande fotografo di “Vogue”. Considero infatti la moda e la fotografia di moda degli anni ’80 una vera e propria forma d’arte, esattamente come il cinema.
Mario Bajardi: Mi sono sempre ispirato alla ricerca musicale che unisce il mondo della musica classica con quello della musica elettronica contemporanea, secondo le modalità del Sound Design.
Quali messaggi vorreste trasmettere in Forest Lux e Lux – Theater Works?
Rosa Mundi, Mario Bajardi: Una foresta di opere in cui l’uomo nel ricercarsi si ritrova, nudo, vestito solo di musica e colore, tra le mille trasparenze di un concerto naturale.
Progetti per il futuro?
Rosa Mundi, Mario Bajardi: Dal 2020 stiamo lavorando a degli NFT. Intendiamo poi portare la nostra foresta di luce, mare e musica in tour, in particolare oltre oceano, ribaltando il mondo, mettendolo sotto sopra, facendo emergere gli abissi marini.
(a cura di Andrea Guastella)