Sono in viaggio a Madrid da alcuni giorni e ho già avuto due rivelazioni. L’ultima è avvenuta poco fa. Avendo provato inutilmente a visitare il Palazzo Reale, che senza alcun preavviso oggi ha chiuso tre ore prima, mi sono recato a Placa Major, dove erano già aperti i mercatini di Natale. Qui, in tutte le botteghe, la statuetta più gettonata era quella del caganer, vale a dire di un contadino del folklore catalano accovacciato perché intento a defecare. Dicono che porti fortuna. E io che credevo che cacaniru, nomignolo affettuoso con cui mio nonno era solito chiamarmi in ragione della mia giovane età, derivasse dall’abitudine degli uccellini più piccoli, quelli rimasti attaccati alle piume della mamma, a fare i loro bisogni indisturbati nel nido solitario.
Le parole, come le immagini, non hanno confini. Si trasmettono con gran facilità. Per tale ragione -eccomi alla seconda rivelazione – non mi sono affatto sorpreso, di fronte agli affreschi di Goya della Ermita di Sant’Antonio della Florida, di ritrovarvi gli stessi gesti teatrali della Vocazione di San Matteo e della Conversione di San Paolo di Caravaggio, ma recitati da figure bamboleggianti che sembravano provenire da una messa in scena carnevalesca di Giandomenico Tiepolo o da un balletto di Degas.
La stessa cosa mi è accaduta nel pomeriggio con la Guernica di Picasso, che non ero mai riuscito a osservare da vicino. Il cavallo centrale mi ha ricordato il Trionfo della morte di palazzo Abatellis; i due volti ectoplasmatici sulla destra sembravano presi di peso dal Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca; la donna con le braccia spalancate sulla destra e al lato opposto l’uomo riverso a terra con una ferita su una mano provenivano dal 3 Maggio 1808 di Goya; il lampadario in alto ricordava la lucerna dei Mangiatori di patate di Van Gogh e la finestra in alto a destra era quella dell’Annunciazione del Beato Angelico al Prado; infine, la donna piangente sulla sinistra con un bimbo in braccio poteva essere stata ispirata da qualsiasi Pietà. Tutte le immagini sono un’unica immagine. Tutte le immagini, come tutte le parole, possono essere usate per ammonire gli uomini a non cedere all’orrore o, semplicemente, per distrarci, per farci divertire. Sta a noi decidere se restare indifferenti al bombardamento di Gaza o agli attentati in Israele del 2023 o piuttosto baloccarci con banane appese al muro con lo scotch e altre divertenti amenità.
Per la cronaca, il venditore più serio, quello che proponeva solo presepi artigianali, non vendeva il caganer.