Bill Viola con Muriel Olesen e Gerald Minkoff art-tapes-22 © Copyright Gianni Melotti

Bill Viola, The Seventies

Dal 30 aprile all’8 maggio 2022, è stata resa visibile al pubblico la mostra Bill Viola, The Seventies, nel Mezzanino della Fondazione Ragghianti, curata da Maurizio Marco Tozzi e Alessandro Romanini, realizzata da Lucca Film Festival e Over The Real, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e il patrocinio del Comune di Lucca e della Regione Toscana. L’evento ha anticipato l’edizione 2022 del LFF che si terrà in autunno, dal 23 settembre al 2 ottobre 2022.

All’interno di questa mostra si è potuto osservare, The Reflection Pool, 1977-79, un video che mostra una sorta di piscina naturale posizionata all’interno di un bosco, dove un uomo si getta in un tuffo che non andrà mai a concludersi. Egli si blocca nel suo lancio aereo, mentre nel frattempo, l’acqua della piscina continua a muoversi imperturbabile e i rumori tipici del bosco non cessano di farsi sentire. Lo spettatore attende la fine di un tuffo che non avverrà mai, lasciando spaesamento e un senso di incompiuto in chi osserva questa vasca di riflessione. Poi, Moonblood, 1977-79 che mostra una donna alla finestra nella cui sagoma convergono il giorno e la notte. All’interno di un bicchiere d’acqua all’alba nel deserto si vanno a formare una cascata impetuosa in inverno e successivamente i dolci colori dell’alba. Viola la descrive come un’analisi della duplicità femminile divisa in donna e madre. In seguito, avevamo Silent Life, 1979, si tratta di una serie di ritratti di neonati in un asilo nido d’ospedale. Il tema della nascita si lega a quello della morte che inevitabilmente si percepisce da alcune espressioni assonnate o stanche dei nascituri. L’effetto a tratti è quello di un profondo disagio ma anche curiosità nello scoprire tutti i significati nascosti all’interno di queste immagini. Ancient of days, 1979, rappresenta invece, una serie di paesaggi naturali e urbani continuamente metamorfici, dove a mano a mano che la visione si apre e scorre, le atmosfere cambiano, gli oggetti e le persone appaiono e scompaiono, i colori cangiano. Lo spettatore rimane attento per più di una decina di minuti davanti a queste visioni surreali e ipnotiche. Ricorda proprio il mondo onirico, un sogno in pieno svolgimento, dove i rumori sono potenti nella mente e le immagini più semplici diventano a tratti angoscianti, minacciose, prepotenti, oppure rilassanti e rasserenanti: proprio come il susseguirsi dei sogni notturni. Sembra di osservare un film surrealista che inevitabilmente esercita un fascino estremamente potente proprio perché, in grado di toccare le corde della nostra psiche. Infine Vegetable Memory, 1978-80, che trae il nome dagli scritti del poeta persiano Jalaludin Rumi, vissuto nel XIII secolo. Si basa su un ciclo di immagini registrate al mercato del pesce di Tsukiji a Tokyo. Viola la descrive come una “sorta di lente di ingrandimento temporale”, dove si esplora il fenomeno percettivo della visione ripetitiva e ciclica. Il ritmo è a mano a mano sempre più lento. Mutano le forme, i colori e di conseguenza le sensazioni percepite dall’osservatore.

Bill Viola ritratto art tapes 22 1974-Photo© Copyright Gianni Melotti

Uno dei due organizzatori della mostra, Maurizio Marco Tozzi, alla domanda riguardante l’interesse del pubblico, verso la videoarte nell’attualità, risponde: «La videoarte fa parte dei grandi linguaggi dell’arte contemporanea ed è riuscita negli ultimi anni a sdoganarsi, e quindi a essere apprezzata oltre che dagli addetti ai lavori di questi linguaggi legati alla tecnologia, anche dal grande pubblico. Attualmente, in Italia ci sono varie mostre dedicate anche alla parte storica del linguaggio del video, che è riuscito a entrare anche nei musei e sul mercato dell’arte. Ovviamente c’è sempre un gap culturale nei confronti di questo tipo di arte e spesso il pubblico viene maggiormente attratto da fenomeni immersivi o spettacolari, rispetto alla grande concettualità che possiamo vedere nei lavori di un autore come Bill Viola, che spesso viene messa in secondo piano. Comunque è un momento piuttosto fervido e proficuo anche per questa espressione artistica».

Chris Burden e Bill Viola art-tapes-22 © Copyright Gianni Melotti

Bill Viola
The Seventies
Dal 30 aprile all’8 maggio 2022
Fondazione Ragghianti, Lucca
www.fondazioneragghianti.it