Piero Manai, testa, 1985. Olio su carta intelata-oil on paper mounted on canvas, cm. 75x105. Courtesy Piero Manai Estate e P420, Bologna, photo credit Carlo Favero

Attraversando Piero Manai

In collaborazione con Margherita Arduini Heuberger ed Emanuela Cuniberti nonché la Galleria P420 di Bologna è stato possibile riportare alla luce parte del lavoro dell’artista Piero Manai tramite un progetto di tesi sullo sviluppo di un archivio d’artista.

Bologna, città nella quale sono emerse importanti figure dell’arte contemporanea come Giorgio Morandi, Luigi Ontani o Alberto Colliva, può vantare di altre figure di estrema importanza, come il pittore Piero Manai, attivo tra gli anni Settanta ed Ottanta del Novecento. Recentemente esposto alla P420 Gallery nella bipersonale Pessoli Manai Sentimento Illumina (2024), Manai è stata una figura cardine del suo tempo che in sole due decadi ha saputo raggiungere successo anche al di fuori dei confini italiani. Flavio Caroli, Roberto Daolio, Dario Trento, Tilman Ostewold e Peter Weiermair sono solo alcuni dei grandi storici dell’arte, critici e curatori che si sono occupati della sua opera.

Nel settembre del 2023, sotto la supervisione di Emanuela Cuniberti, seconda moglie ed una dei due eredi dell’opera, Margherita Arduini ha cominciato il lavoro di archiviazione, ufficiliazzato tramite un tirocinio curriculare alla galleria P420 di Bologna, che da diversi anni collabora e si impegna alla ricerca e alla promulgazione del lavoro di Piero Manai.
Il lavoro di archiviazione contribuirà alla struttura tecnica del materiale relativo all’archivio come ente, in futuro, con l’obiettivo di rendere accessibile, nella maniera più legittima possibile, l’opera di Piero Manai.

Dopo il grande impegno e lavoro che la proprietaria della collezione Emanuela Cuniberti ha portato avanti negli ultimi quarant’anni e dopo la costituzione di un primo inventario con l’aiuto della gallerista Caterina Fossati, rispettivamente nel 2012 e 2016, il progetto di tesi di Margherita Arduini ha dato avvio al completamento dell’archiviazione intrapresa fino a quel punto. In particolare, la studentessa svizzera ha archiviato anche tutto quel materiale biografico-artistico derivante dallo studio e casa dell’artista. Non solo le opere, quindi, ma anche tutta quella “documentazione altra”, termine coniato dalla studentessa.
Ebbene, si tratta di materiale quasi del tutto inedito, come articoli di giornale, materiale di studio, corrispondenze personali, strumenti del mestiere, indumenti, polaroid e tanto altro ancora, come interessanti “album-collages”, termine da lei coniato, un oggetto che ci parla della storiografia, delle passioni e degli interessi dell’artista. All’interno degli “album-collages” ci sono pezzi di giornale ritagliati ed incollati relativi ai più diversi tipi di informazioni, dalla cronaca nera alla moda e al mondo dello spettacolo, creando una storiografia non sono dell’artista ma anche dell’epoca che ha vissuto.

Momentaneamente, l’unico mezzo di fruizione per scoprire e/o approfondire l’immenso lavoro dell’artista, è la pagina Instagram “Archivio Piero Manai” settimanalmente aggiornata, canale aperto da Margherita Arduini con la volontà di diffondere al pubblico materiale visivo ed accademico che negli anni, per varie ragioni, non è stato più possibile fruire. link archivio_piero_manai

Il lavoro è ancora molto ma stando alla qualità degli esiti raggiunti da un artista della portata di Manai, ci auguriamo che lo sviluppo di questo progetto d’archiviazione possa continuare ad evolversi, tramite l’impegno di chi sta rendendo accessibile l’incredibile materiale artistico relativo.

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