Gerhard Merz
Asya Dell'Agata
Asya Dell'Agata, Screenshot of the lover.

Asya Dell’Agata

Con la mostra I nostri corpi effimeri Asya Dall’Agata analizza in maniera intensa e delicata la materia corporea applicandola nella sua essenza più pura.

Inaugurata il 5 aprile, presso la Galleria Tilde di Palermo, la mostra di Asya Dall’Agata, a cura di Beatrice Cordaro, in collaborazione con la Galleria Wundergrafik di Forlì e la gallerista Sofia Orioli, sarà visitabile fino al 27 aprile 2025.

Al centro della mostra vi è il corpo umano, inteso non soltanto come entità fisica, ma come spazio della memoria, archivio di esperienze, luogo di trasformazione continua. Il corpo, nella visione dell’artista è fragile, transitorio, ma al tempo stesso resistente: ogni piega, ogni cicatrice, ogni frammento diventa testimonianza di un’esistenza che cerca di restare, di imprimersi nel tempo. La pelle, come custode silenziosa, raccoglie emozioni non dette, desideri inespressi, ricordi che riaffiorano, resistendo all’oblio e trasformandosi in segni indelebili.

Il corpo è una mappa che racconta chi siamo stati e chi siamo diventati, in un continuo processo di adattamento e resistenza. È un frammento scolpito dal tempo, che nonostante la sua effimera natura, lascia un’impronta, una eco che perdura oltre il nostro respiro. 

In questo senso, I nostri corpi effimeri non è solo una mostra, ma un atto di consapevolezza per l’artista: il corpo è il nostro legame con il mondo e con il tempo, è fragile, ma anche immortale nel suo ricordo.

Asya Dall’Agata, nata a Forlì e formatasi tra l’Accademia di Belle Arti di Firenze, la Glasgow School of Art e la Treccani Accademia, costruisce un linguaggio pittorico sospeso tra figurativo e astratto, dove i corpi appaiono definiti e al tempo stesso sfumati, come istantanee sfocate di un tempo che scorre. La serie Screenshot of the lover, realizzata in Scozia e proposta qui sotto una nuova luce curatoriale, è un esempio rappresentativo di questo approccio. Le opere dialogano tra loro come fossero tracce di un diario intimo, frammenti visivi di storie vissute e interiorizzate, capaci di toccare lo spettatore nel profondo.

La curatela di Beatrice Cordaro non si limita a presentare le opere, ma accompagna il visitatore in un percorso di riflessione, amplificando il messaggio dell’artista nella sua poetica, densa e significativa. Citando il testo curatoriale – in questo mio corpo effimero, che ho amato e odiato, tradito e perdonato, ho abitato la mia casa – emerge la coerenza e la profondità nella narrazione espositiva, che non diviene solo pittura ma luogo di pensiero, uno spazio dove interrogarsi sul valore del tempo, sulla memoria che abita le nostre forme e sull’essenza stessa dell’identità.

Con I nostri corpi effimeri, Asya Dall’Agata applica un linguaggio con la sua pittura, dimostrando come, attraverso l’arte, si possa ancora parlare del corpo con nuove modalità, profonde e necessarie. 

La delicatezza del tratto e la profondità del contenuto fanno sì che l’atmosfera sospesa delle sue opere risieda nella mente di chi osserva: ogni gesto, ogni sguardo, ogni carezza sono segnati nel nostro corpo come un inchiostro invisibile. Ogni volta che tocchiamo, ogni volta che abbracciamo, ogni volta che ci scontriamo con il mondo, il nostro corpo conserva quella traccia. Le opere di Asya raccontano una storia, conserva la sua verità e custodisce l’essenza dell’anima che lo abita. Il corpo, in tutte le sue sfumature e fragilità, è il nostro legame con il mondo e con il tempo che ci attraversa. È effimero, sì, ma è anche immortale, perché a non perdersi, a non sbiadire, è il suo ricordo. (B.C.)

I nostri corpi effimeri
Asya Dell’Agata
Un’indagine tra memoria, tempo e trasformazione
a cura di Beatrice Cordaro

Galleria Tilde
Via Giuseppe Pipitone Federico, 48 – Palermo