Alberto Savinio, Ulysse, 1928

Aste mercato e pandemia: Sonia Farsetti

Se son rose fioriranno. Ma per le aste è sempre primavera. I primi risultati dalle aste italiane e d’Oltreoceano, a dispetto del Covid, sembrerebbero incoraggianti. E tuttavia il dato va considerato in un quadro complessivo. Da un lato, il mondo delle aste ha iniziato a confrontarsi con l’online ben prima di fiere e gallerie. Dall’altro, le opere all’asta, quasi interamente provenienti dal mercato secondario, rappresentano un valore aggiunto in un momento di crisi, in cui è inevitabile si guardi con più favore al certo che all’incerto, al passato che al futuro. Ne abbiamo discusso con Sonia Farsetti della Farsettiarte, presidente dell’Associazione Nazionale delle Case d’Aste italiane (ANCA). In calce, le immagini di un top lot della scorsa asta Farsetti di Moderno e contemporaneo e di un’importante opera che sarà presente in una prossima asta di Dipinti e sculture del XIX e XX secolo.

Asta 205 dipinti e sculture del XIX E XX Secolo
Lotto 11 Odorado Borrani, Una visita al mio studio, 1872, 64,5 x 45 cm stima: 280.000 / 350.000 euro

È vero che la pandemia ha favorito le aste rispetto a fiere e gallerie? Per quali ragioni?
La crisi economica scaturita dalla pandemia ha toccato tutto il settore del mercato dell’arte. Le case d’asta però, a differenza di altri operatori del settore, erano già dotate degli strumenti che sono risultati poi indispensabili a mantenere viva l’attività, come delle piattaforme online già strutturate per la vendita e l’acquisto da remoto. Questo le ha sicuramente facilitate nell’affrontare la difficile situazione.
 
Quali settori (Modern, Old Masters…), nell’anno appena trascorso, si sono mostrati più in forma?

Nel nostro caso il settore del Moderno e Contemporaneo è quello che ha dato maggiori risultati sia in termini di percentuale di vendite che di valore.

Quali strategie o strumenti avete adottato per reagire alla crisi?
La sempre maggiore digitalizzazione delle vendite all’asta ci ha permesso di arricchire il calendario e favorire la diversificazione delle proposte, quindi ai dipartimenti attuali se ne sono aggiunti di nuovi al fine di ampliare ed intensificare l’offerta. L’organizzazione di aste interamente da remoto si è rivelata altresì vincente per la maggiore velocità organizzativa e per la capacità di raggiungere in maniera capillare i compratori. Questa nuova modalità tuttavia non pregiudica la nostra consueta proposta delle aste tradizionali che speriamo di tornare a realizzare con la presenza del pubblico, corredate dai nostri cataloghi cartacei che rappresentano uno dei fiori all’occhiello della Farsettiarte.

Pensa che l’attuale crisi abbia determinato, nel mercato dell’arte, l’insorgere di cambiamenti strutturali?
La crisi ha sicuramente determinato nel corso dell’ultimo anno dei cambiamenti importanti, soprattutto relativi alla fruizione dell’arte, che è diventata sempre più digitale. Sebbene questo nuovo approccio non abbia permesso, in particolare alle gallerie e alle fiere, di ottenere gli stessi profitti degli anni passati, si può dire che la pandemia abbia anche evidenziato il fatto che il mercato dell’arte e dei beni da collezione oggi, proprio grazie all’uso di strumenti e piattaforme digitali, stia diventando sempre più internazionale e privo di confini.  

Che 2021 si aspetta?
Difficile fare previsioni in un periodo così incerto. Ma i segnali di costante interesse per il mondo dell’arte fanno guardare all’anno in corso con un certo ottimismo. 

Prossima puntata: appuntamento con Filippo Lotti di Sotheby’s Italia.