Arte Fiera 2025
Art Basel 2021
photo Elisa Cescon Tedesco

Art Basel 2021: Quello che stavamo cercando

Si è conclusa con ieri la preview di Art Basel 2021, la più attesa e la più lunga. Dopo due anni, il padiglione più icastico delle Fiere, riapre le sue porte per tre giorni di preview, dal 21 al 23 settembre, e per tre giorni di apertura al pubblico dal 24 settembre al 26.

Per rispondere subito a due domande frequenti: si, l’afflusso di gente era buono e, già ad ora, il bilancio per le gallerie è esattamente quello sperato, nonostante la mancanza del grande pubblico americano, che anche quest’anno purtroppo ha dovuto obbligatoriamente seguire la Fiera da remoto.

Una volta risposto a queste rindondanti curiosità però, dovremo fermarci, riflettere, e capire se stiamo intepretando bene l’andamento di Art Basel 2021 perchè in quest’epoca post-pandemica gli asset del mercato sono cambiati e di conseguenza anche lo sviluppo e l’analisi di esso. Se nel mercato si innescano una serie di ‘novità’, non considerarle potrebbe ridarci una visione distorta della realtà. Restrizioni a parte, bisogna considerare che molti collezionisti hanno scelto di fruire la Fiera da remoto, seguendo più contenuti, selezionando solo ciò che gli interessa, in modo mirato, godendoseli stando comodi e senza rischiare l’overthinking e la bulimia di informazioni tipico del post-Fiera, dove in modo onnivoro tendenzialmente si cerca di assimilare quanto più possibile nel poco tempo a disposizione.

Passato l’astio verso il digitale, dato dalla sua imposizione durante il lockdown, quello che rimane è che inevitabilmente questa nuova versatilità dell’arte, porta con sè anche molte qualità che sta a noi trovare e integrare nel nostro modo di vedere e vivere l’arte.

Così quando misuriamo la riuscita di una Fiera esclusivamente guardando alla sua affluenza e al volume di vendite potremmo commettere un errore. Non dobbiamo dimenticare i nuovi mercati, l’arte digitale ad esempio. Possiamo non: accettarla, capirla, integrarla ma esiste, e si consolida nel tempo. Quindi ha ragione Marc Spiegler, Direttore mondiale di Art Basel, quando all’agenzia Keystone-ATS cita il digitale dichendo che “non sostituirà mai il contatto diretto con l’arte” ma rispetto a qualche anno fa l’accompagna intelligentemente se vogliamo. Senza contare che l’arte digitale sta rappresentando il 12% della spesa media aggregata dei collezionisti nel 2021. I suoi maggiori investitori sono i Millennial che da inizio anno ad oggi avrebbero speso una somma media di $ 20.000 a testa. Un mercato ormai reale date le somme che muove, e con opere che non hanno necessariamente bisogno di Fiere fisiche per esser esposte e vendute. In molti, tra cui Spiegler, si aspettavano di vedere questi nuovi collezionisti alle preview. C’erano, erano connessi, ma non li si vedeva girare fisicamente tra gli stand. Ammirevole e impossibile da non citare in merito è il ‘Crypto Kiosk’ della Galerie Nagel Draxler, il primo grande tentativo di inserire la più recente avanguardia di oggetti d’arte in Fiera e ad Art Basel: le NFT.

Quindi se la contemporaneità cambia, si evolve, dopo una momento di crisi, come quello appena passato, le nostre considerazioni dovrebbero tenere conto anche di questi cambiamenti e dei loro effetti, ma Art Basel anche quest’anno, proprio regalandoci questa riflessione la si può definire esattamente Quello che stavamo cercando*.

*Titolo del pamphlet scritto da Alessandro Baricco durante la pandemia e pubblicato per la prima volta nell’ottobre del 2020 in formato digitale, e stampato poi cartaceo nel gennaio 2021.

×