Arnaldo Pomodoro
Arnaldo Pomodoro, Obelisco per Cleopatra, 2008. Courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro

Arnaldo Pomodoro al Castello Campori

Aprirà al pubblico sabato 17 ottobre {sur}face la personale di Arnaldo Pomodoro, a cura di Lorenzo Respi, al Castello Campori di Soliera (Mo)

La prima impressione, arrivando al Castello Campori a Soliera, è che l’obelisco che campeggia nella piazza antistante sia sempre stato li, che sia parte del piccolo tessuto urbano e non un progetto ideato come macchina scenica teatrale e collocato li in esposizione. Obiettivo centrato, dunque, dall’amministrazione locale, dal curatore di {sur}face Lorenzo Respi e dallo stesso Pomodoro.

Arnaldo Pomodoro aveva progettato nel 1989 l’Obelisco per Cleopatra per la messinscena di La passione di Cleopatra di Ahmad Shawqi sui ruderi di Gibellina e l’aveva realizzato nel 2008 in acciaio corten. Nei sedici metri di altezza si trovano incastonati inserti in bronzo patinato, segni emblematici e simbolici che rimandano a geroglifici egizi. Ora, per tre anni, l’Obelisco per Cleopatra campeggerà nella collocazione decisa dallo stesso Arnaldo Pomodoro: “Nella sua collocazione nella piazza di Soliera, il confronto è diretto con il contesto urbano del centro storico e con la massiccia architettura medievale del Castello Campori, con la sua torre e i resti del fossato difensivo.

L’esposizione all’interno del Castello non è un’antologica, come spiega il curatore, e nemmeno una mostra ma una sorta di racconto biografico attraverso le opere di Arnaldo Pomodoro.

Oltre a video, fotografie, modelli e sculture che raccontano le esperienze teatrali dell’artista novantaquattrenne, nell’ultima sala, possiamo immergerci nell’esperienza Gear VR che ci permette di esplorare virtualmente i 170 metri quadri de L’ingresso nel labirinto, la grande opera ambientale in via Solari a Milano, già sede della Fondazione Arnaldo Pomodoro. Interamente realizzata in fiberglass patinato e foglia di rame, nei sotterranei dell’edificio milanese, viene qui riprodotta in bronzo in scala ridotta ed esposta per la prima volta insieme ai rilievi Untitled del 2005 e Continuum del 2010.

Insomma un percorso dove scoprire le esperienze di scenografo di Arnaldo Pomodoro e “le passioni che hanno stimolato la sua creatività e orientato il suo sguardo critico verso la vita e la storia”.

Il progetto vede anche l’allestimento di una sala dedicata ai bambini pensata propio ad “altezza di bambino” con supporti didattici audio e video per le visite guidate interattive rivolte alle scuole.

La mostra sarà visitabile dal 17 ottobre al 10 gennaio 2021. Tutte le info qui.

Arnaldo Pomodoro, {sur}face, 2020. Allestimento al Castello Campori di Soliera (Mo). Courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro e Fondazione Campori. Foto Roberto Sala

Roberto Sala

Editore, graphic designer e fotografo d’arte, dal 2012 è docente di Metodi e tecniche dell'arte-terapia presso l'Accademia di Brera nel corso di laurea specialistica di Teorie e pratiche della terapeutica artistica. Direttore della casa editrice Sala Editori specializzata in pubblicazioni d’arte e architettura, affianca alla professione di editore quella di grafico, seguendo in tempi recenti l’immagine coordinata delle più importanti manifestazioni culturali della città di Pescara fra le quali si segnalano: Funambolika e Pescara Jazz. Dal 1992 è Art Director della Rivista Segno per la quale dal 1976 ha ricoperto diversi ruoli e incarichi. Dal 2019 è Direttore Editoriale di Segnonline per il quale traccia la linea politica e di sviluppo del periodico. roberto@segnonline.it