Nella mostra personale di Anna Raimondo, Fronte Nazionale Naso Partenopeo, a cura di Marco Trulli, presso gli spazi di AlbumArte, il corpo è strumento di valore simbolico e significato politico, ma anche indagine ironica che decodifica il sistema comunicativo e sovrintende la costruzione ideologico-propagandistica di una campagna elettorale. Il lavoro di Anna Raimondo assume carattere corale, relazionale, coinvolgendo comunità spesso costituite intorno al progetto artistico. Il Fronte Nazionale Naso Partenopeo è una dichiarazione rivoluzionaria, utopica, identitaria, che istituisce una caratteristica morfologico – funzionale come suo attributo significante.
Il Fronte, in una costellazione non partitica, è una lotta di liberazione in potenza, che interroga il mondo partenopeo, attivista, sulla possibilità d’azione politica quotidiana nella società odierna, partendo dalla definizione di una struttura anatomica fortemente caratterizzante che unisce individuo e territorio: il naso partenopeo. Il Fronte utopico è nato dall’incontro fortuito con iscrizioni provocatorie all’interno di un mezzo pubblico: la funicolare di Napoli. Una scritta aneddotica, ironica, ha attivato una riflessione su tipicità tra corpo e territorio, sul singolo che rappresenta una comunità.
Anna Raimondo parte sempre da un’azione personale utilizzando il proprio corpo come materia d’indagine, parabola politica, portando su di se’ le diverse sfumature sociali, come avviene per il logo di Fronte Nazionale Naso Partenopeo, elaborazione grafica del suo naso. L’artista, nella riflessione sul panorama attivista napoletano, percorre i diversi livelli di indicatori identitari delle persone intervistate, l’insieme di storie, i percorsi personali e familiari, a volte teneri o coraggiosi, gli atti di lotta, le idee e le speculazioni politiche, raccontati attraverso profili fisionomici che orientano e delineano la nostra interazione con il mondo. Il Logo, i volantini, i biglietti, il banchetto elettorale, la bandiera, gli intervistati e lo slogan reiterato sono l’architettura sistemica di quest’opera che invita l’osservatore, nel suo motto efficace, a mettere a fuoco la realtà attraverso la visione e l’udito, dandone un giudizio acuto, sagace: avendo naso. Da un segno pronunciato personalissimo, ma identificabile tipologicamente, l’artista indaga l’identità, partendo dal suo aspetto più intimo, oltre i confini della classificazione imposta dalla società, nelle sue percezioni apparenti o nella sua dimensione essenziale, nell’identificazione di genere e nella sua decostruzione, a favore di una personale definizione, libera, autonoma, complessa.
Nell’opera Nada qui declarar – una installazione di foto in bianco e nero, documentazione video della performance, disegni e megafono – la voce mai ascoltata di individualità femminili messe a tacere, incarnate nel corpo nudo dell’artista, trova i suoi accenti in lievissime locuzioni vaginali, amplificate da un megafono posto all’altezza del pube. Le impercettibili sonorità, riprodotte dal megafono esposto, sono atto di resistenza silente, che rifiuta la parola costruita da una cultura patriarcale, allontanandosi dall’interazione verbale e superando la distinzione tra generi alludendo, per forma e disposizione, ad uno specifico richiamo fallico nell’uso dell’amplificatore acustico.
Le foto di Anna Raimondo si accompagnano a disegni e schizzi eseguiti dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti Rogelio Yrurtia di Buenos Aires, in cui il nudo dell’artista interpreta libere citazioni di noti nudi femminili presenti nella storia dell’arte, figure mute a cui Raimondo restituisce un suono di protesta. L’opera Nel dubbio il collo nudo dell’artista si veste di simboli apotropaici provenienti da diverse culture e religioni. Unendo diverse credenze e superstizioni, gli amuleti sono accolti, uno ad uno e poi nella loro totalità, nel punto vitale d’incrocio tra razionalità e fisicità, nella parte del corpo che consente la variazione di direzione e orientamento nello spazio: il collo.
In Derrière la mer la voce è territorio bagnato dalle acque del mare, un mare che unisce in una linea d’orizzonte persone di diversa provenienza, genere e cultura, che l’artista incontra e intervista arrangiandone i racconti con passi coranici e biblici, interpretati dalla mezzo soprano Edka Jarzab e dal baritono Jérôme Porsperger. Gli orizzonti identitari, poetico-simbolici che legano le culture mediterranee, sono vocalizzati insieme ai ricordi, le affezioni, le paure, i testi sacri, gli onomatopeici viaggi che le menti degli intervistati e il pubblico in ascolto compiono attraverso l’elemento marino.
La mostra è un viaggio nell’interrogazione e nell’ascolto di identità multiple, che costituiscono un corpo comunitario, unito e frammentato in diverse partiture, che l’artista orchestra come canto corale, valicando un confine nella consapevolezza di una impossibilità di definizione univoca, nella decostruzione della stessa idea di limen.
Fronte Nazionale Naso Partenopeo
Mostra personale di Anna Raimondo a cura di Marco Trulli
AlbumArte, Via Flaminia 122, Roma
Aperta al pubblico fino al 29 Febbraio 2020
AlbumArte: +39 06 24402941 | info@albumarte.org | www.albumarte.org
Nota biografica: Anna Raimondo (nata nel 1981 in Italia, vive e lavora a Bruxelles, BE) Dopo il Master in Sound Arts (UAL, London, UK), Raimondo si dedica ad un dottorato basato sulla sua pratica artistica combinando un approccio femminista decoloniale con sound art e geografia urbana, “New genders of listening: voice, body and territory”. Ha realizzato mostre personali tra cui: “Seremos serias de la manera más alegre” curata da Florencia Curci alla Casa del Bicentenario (Buenos Aires, ARG); “New boundaries of the Wellness of Vagynal Ecosystem” curata da Lucrezia Cippitelli alla galleria Ex Elettrofonica (Rome IT); “New boundaries of the Wellness of Vagynal Ecosystem” curata da Juan Matos Capote al Museo TEA (Santa Cruz de Tenerife, ES); “Mi porti al mare?” curata da Nancy Casielles e Nancy Suárez alla MAAC (Brussels, BE); “Nous serons sérieuses de la manière la plus joyeuse” al Cube-Independent Art Room (Rabat, MA). Ha partecipato a mostre collettive e biennali come: “Every Time A Ear di Soun – a documenta 14 Radio Program” alla SAVVY (Berlin, DE); “Africa is not an island” al museo MACAAL (Marrakech, MA); “Invisible” curata da Alya Sebti alla tredicesima Biennale di Dakar (SN); “Loading…Casa” curata da Salma Lahlou alla Dubai Design Week; la quarta Biennale di Casablanca curata da Christine Eyene (MA); la quinta Biennale di Marrakech; etc. http://annaraimondo.com/