Nel complesso mondo cui oggi ognuno di noi è obbligato a vivere, divincolandosi tra molteplici problematiche che ostacolano il nostro rettilineo percorso vitale, esistono artisti la cui ricerca evidenzia questioni che potrebbero apparire scontate. Mi riferisco alla pratica artistica messa in atto, fin dai suoi esordi, da Anna Raimondo (1981, Italia – vive e lavora a Bruxelles) e che oggi è possibile osservare nella capitale grazie a due esposizioni: “Fronte Nazionale Naso Partenopeo” presso AlbumArte, di cui ne abbiamo parlato in questo articolo, e “Mediterraneo” nel Sound Corner dell’Auditorium Parco della Musica.
Femminista dichiarata e attenta ai fenomeni sociali che la circondano, non da ultimo quello migratorio, Anna si “spoglia” – sia metaforicamente sia realmente – di fronte allo spettatore invitandolo a riflettere su tematiche legate all’identità personale, sociale e culturale attraverso lavori di vario genere: dal video alla performance, dalla fotografia all’installazione.
Se la mostra visibile presso AlbumArte ci fa addentrare nella poetica generale dell’artista, nello spazio d’ascolto dell’Auditorium, sito a pochi chilometri di distanza dallo spazio indipendente e no profit, l’attenzione è tutta rivolta a “Mediterraneo”. L’opera, qui presentata nella sua veste radiofonica, conduce l’ascoltatore a recepire sia quella serie di ambiguità ed allegorie che il Mar Mediterraneo incarna fin dai tempi antichi – luogo di connessione e scambi economici, sociali, culturali e politici – sia il significato che in tempi odierni ha acquisito divenendo simbolo del confine tra Nord e Sud, tra Europa ed Africa, tra territorio di vita e zona di guerre e morte.
Attraverso l’evocazione sonora della parola “Mediterraneo”, ripetuta incessantemente durante tutta la registrazione – la cui durata è di ben 5 minuti e ’’52 secondi – la voce di Anna incarna, con un ritmo sincopato ed quasi ipnotico, questa linea di demarcazione. La vocalità dell’artista, prima chiara e altisonante, si fa via via sempre più vacillante a causa dell’acqua che progressivamente le riempie la bocca fino a farle gorgogliare la fatidica parola ormai deprivata di riconoscibilità e di senso significante. Privazione, questa, che rappresenta sia l’impotenza dell’artista nei confronti del dramma che quotidianamente si consuma nelle acque del mare citato sia la metafora di un’instancabile ricerca di sopravvivenza al di là di questa fluida frontiera.
Da gesto personale e solitario, il lavoro “Mediterraneo” si fa così coro connettendosi e propagandosi nella sfera pubblica fino ad acquisire una portata specificatamente politica.
Anna Raimondo “Mediterraneo”
presentata da Elena Biserna
dal 01 al 29 febbraio 2020
Sound Corner / 54
Auditorium Parco della Musica
Viale Pietro de Coubertin 30 – 00196 – Roma
orario: dal lunedì a domenica dalle 11:00 – 20:00
ingresso libero
tel: +39 06 80241281
email: info@musicaperroma.it