Nella storia dell’arte, le donne hanno spesso vissuto nell’ombra, relegate a ruoli secondari e sottraendo loro la possibilità di esprimere la propria visione artistica. Tuttavia, negli ultimi decenni, siamo stati testimoni di una vera e propria rivoluzione silenziosa nell’arte contemporanea, che ha portato all’emergere e al riconoscimento di un numero sempre maggiore di donne artiste. Questa rivoluzione silenziosa ha permesso loro di sfidare le tradizioni e le convenzioni imposte dal patriarcato, aprendo nuove strade e conquistando spazi precedentemente riservati solo agli uomini. Le donne nella scena artistica attuale hanno abbracciato una vasta gamma di medium e stili, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alla performance artistica, contribuendo a ridefinire il concetto stesso di arte.
Women si propone di tracciare una nuova narrazione nell’ambito dell’arte contemporanea, evidenziando il rilevante contributo delle artiste donne che, nonostante le difficoltà storiche e culturali, sono state in grado di emergere con straordinaria forza nel panorama artistico globale. La mostra presenta le opere di nove artiste eccezionali, considerate tra le più influenti e quotate nel contesto contemporaneo a livello mondiale. La selezione comprende artiste come Kiki Smith, Jenny Holzer, Niki de Saint Phalle, Joanna Pousette Dart, Maria Lai, Grazia Varisco, Tracey Emin, Esiri Erheriene-Essi e Sherrie Levine. Questa eclettica scelta di artiste rappresenta un omaggio alla vasta diversità di espressioni artistiche e concettuali delle donne nell’arte contemporanea.
Il curatore racconta: “Se oggi possiamo fare una manifestazione dal titolo così icastico, è perché per lunghi secoli l’arte è stata essenzialmente mestiere e gloria degli uomini. Dunque, ecco quest’esposizione che non ha nessun filo rosso se non quello di voler approfondire il percorso di artiste che hanno dimostrato o stanno dimostrando una ricerca creativa riconosciuta ormai dal collezionismo internazionale, dai maggiori musei d’arte contemporanea, e, in alcuni casi, già dai manuali di storia dell’arte.“
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