Opere su carta e sculture vengono presentate nella East Gallery del museo all’interno di una costellazione di disegni di grandi e piccole dimensioni, mentre la proiezione multicanale drammatica e immersiva More Sweetly Play the Dance (2015) funge da “pendente” nella West Gallery. More Sweetly Play the Dance fa parte della seconda edizione del progetto Red Bridge del Lussemburgo, una collaborazione interdisciplinare tra il Mudam Luxembourg, la Philharmonie Luxembourg e il Grand Théâtre de la Ville del Lussemburgo.
Negli ultimi quattro decenni, William Kentridge, nato nel 1955 a Johannesburg ha dato luogo ad un’importante produzione artistica multidisciplinare. Conosciuto per i suoi film d’animazione che impiegano disegni a carboncino e un processo distintivo di cancellazione e recupero, l’ampia produzione è risolutamente narrativa nel suo trattamento di temi legati alla storia e ai fenomeni della memoria e dell’oblio. Nel suo lavoro, Kentridge evita quella che descrive come “l’ideologia delle grandi narrazioni”, favorendo un’estetica della frammentazione, del non completamento e dell’incertezza. Si è anche cimentato nella performance, nel teatro e nell’opera. L’esposizione presenta opere recenti dell’artista tra cui disegni, opere su carta, sculture, nuovi film e installazioni sonore e video. Progettata dalla collaboratrice di lunga data di Kentridge, la scenografa Sabine Theunissen, l’esposizione presenta nuove opere dell’artista, tra cui Sibyl (2020) e City Deep (2020). Opere su carta e sculture vengono presentate nella East Gallery del museo all’interno di una costellazione di disegni di grandi e piccole dimensioni, mentre la proiezione multicanale drammatica e immersiva More Sweetly Play the Dance (2015) funge da “pendente” nella West Gallery. More Sweetly Play the Dance fa parte della seconda edizione del progetto Red Bridge del Lussemburgo, una collaborazione interdisciplinare tra il Mudam Luxembourg, la Philharmonie Luxembourg e il Grand Théâtre de la Ville del Lussemburgo.
Kentridge affronta questi temi attraverso l’obiettivo del suo nativo Sud Africa e della sua stessa persona, ponendosi come artista impegnato nel processo di creazione di immagini. Un tema centrale all’interno di questa mostra è il continuo impegno di Kentridge per la costruzione di un significato, tramite la composizione visiva, il linguaggio, il suono e il tempo (come tempo storico, tempo geologico, tempo operistico e tempo di studio). La mostra ruota attorno al nuovo lavoro teatrale di Kentridge, Waiting for the Sibyl (2019), commissionato dal Teatro dell’Opera di Roma, Les Théâtres de la Ville de Luxembourg e il Dramaten a Stoccolma, come lavoro di accompagnamento all’opera del 1968 Work in progress di Alexander Calder.
Quest’ultimo è il più recente nei suoi Drawings for Projection, una serie di film che risalgono al 1989 che vedono protagonisti gli alter ego dell’artista Soho Eckstein e Felix Teitelbaum. Saranno presentati, come detto in precedenza, nella East Gallery del museo, in una costellazione di disegni di grandi e piccole dimensioni, opere su carta e sculture. La Grand Hall del Mudam ospiterà la monumentale installazione sonora, Almost Don’t Tremble (2019), prodotta da Kentridge in collaborazione con Philip Miller, Neo Muyanga, Kyle Shepherd, Waldo Alexander e Nhlanhla Mahlangu, un gruppo di compositori sudafricani. Un programma di spettacoli ed eventi speciali accompagnerà la grande mostra. Il programma del Mudam ha incluso la performance The Guided Tour of the Exhibition: For Soprano with Handbag (il 15 e il 16 maggio 2021), con la cantante australiana Joanna Dudley. La mostra è accompagnata da un libro d’artista, Waiting for the Sibyil, pubblicato da Walther König.
Dal 13 febbraio al 30 agosto 2021