Allestimento presso l'Istituto di Cultura di Monaco di Baviera, 2024

Tutti Puzzle per l’Arte 2003-2024. Omaggiando Marco Polo

All’Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera è stata inaugurata lo scorso 18 luglio la mostra Tutti Puzzle per l’Arte, una mostra che si arricchisce di tasselli in ogni luogo dove viene esposta.

In un mio articolo del 2022 circa due anni fa, aprivo la mia breve ricognizione sulla ventennale attività della Galleria Arte e Pensieri soffermandomi sul ruolo dell’artista all’interno del sistema dell’arte contemporanea e sulla necessità di sostenere, come storici, critici o, più in generale, come operatori culturali, lo sviluppo di spazi d’arte e di cultura nati con l’intenzione di proporre una via di pensiero e di riflessione alternativi rispetto a quelle, talvolta troppo convenzionali, dei grandi canali ufficiali.

Tra le oltre duecento esposizioni organizzate dalla galleria e dai suoi artisti fondatori, il gruppo de I Diagonali, molte furono collettive, con partecipazioni ora più mirate e concentrate su specifici progetti, ora estese a trenta, settanta o a oltre cento artisti, come nel caso di Tutti Puzzle per l’Arte all’Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera.

Il primo allestimento di Tutti Puzzle per l’Arte risale al 2003, anno in cui viene inaugurata negli spazi della Galleria Arte e Pensieri. L’anno successivo ad ospitarla, con un testo di Stefano Gallo, è l’Università degli Studi di Tor Vergata di Roma. In entrambi gli allestimenti le intenzioni sottese a questa operazione erano piuttosto esplicite, miravano a presentare l’arte visiva nella sua dimensione pluralistica attraverso una serie di tessere aventi forma di puzzle, appunto, decorate ognuna da un diverso artista secondo il suo linguaggio e incastrate l’una all’altra, a significare come la sopravvivenza di una dimensione artica autentica e improntata sull’evoluzione della ricerca estetica sia strettamente connessa all’accettazione della differenza e, ancora più profondamente, all’unità, alla formazione di una collettività agente su un fronte condiviso. In questa «dialettica creativa tra esperienze espressive diverse» (Gallo, 2004) si concretizzava anche un’altra prospettiva, quella del dialogo intergenerazionale quale elemento fondamentale per lo scambio e la comunicazione artistica, che vedeva esporre accanto ai protagonisti storici dell’astrazione romana (Pasquale Santoro, Achille Pace, Luigi Boille) e della poesia visiva (Lamberto Pignotti), artisti al tempo ancora in formazione, oggi annoverati tra i promotori di spazi indipendenti. 

A chiusura della Galleria Arte e Pensieri, a giugno del 2022, la mostra venne ripresentata nella galleria raggiungendo, dalle ventisette iniziali, ben novantotto partecipazioni. Ad aggiungersi furono gli artisti che avevano accompagnato il percorso della galleria, con la loro presenza in loco o con la puntuale adesione ad alcune iniziative espositive. Tutti Puzzle per l’Arte arrivò così a rappresentare una storia collettiva, una porzione di realtà artistica, legata non solo all’ambiente romano, ma anche ai siti stranieri che nel tempo avevano accolto le loro idee (da Basilea agli Stati Uniti), una realtà basata sull’impegno e sulla libera circolazione della cultura.

Con il sottotitolo Segni per dissonanze armoniche nel 2023 l’esposizione è di nuovo a Roma, a Palazzo Merulana, grazie alla curatela di Bruno Aller e Marisa Facchinetti e il testo critico di Luca Ceresoli e Serenella Di Marco. Accanto alle tessere, complessivamente centodue, venivano esposte, in quest’occasione, anche alcune opere dei Diagonali, che ai fondatori del gruppo nel 2002 – Bruno Aller, Marisa Facchinetti e Aldo Bertolini – aveva visto unirsi, nei vent’anni di attività, anche Leonardo Galliano, A.Pio Del Brocco, Giovanna Martinelli ed Enzo Lionello Natilli.

In questo nuovo allestimento all’Istituto Italiano di Cultura di Monaco, a cura di Aldo Bertolini, le tessere sono centotre. Accanto ai puzzle compaiono stavolta dipinti e disegni dedicati ai viaggi di Marco Polo, di cui quest’anno ricorre il 700° anno dalla morte. Nelle opere di Aller, Bertolini e Facchinetti, il viaggio leggendario del Milione si confonde con le visioni interiori degli artisti, che con questa mostra continuano il loro “viaggio nell’arte” e nel linguaggio; un viaggio, come scrive Bruno Aller nel testo di presentazione della mostra, “in crescendo mantenendo lo spirito che ha dato vita al progetto […] con le nostre tessere dai linguaggi e dalle poetiche più distanti e disparate, ma unite nel reinterpretare le diversità come una ricchezza da ri-cercare”.

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