L’unità d’Italia qualche danno lo ha fatto. Ai tempi dei Borboni, ad esempio, a nessuno sarebbe venuto in mente di cambiare il cognome della dinastia regnante per l’assonanza con “barboni”, né, tanto meno, di ribattezzare una cittadina, la ridente Biscari, per l’altrettanto evidente assonanza con un lemma in purissimo idioma fiorentino. Dopo l’unità, è accaduto. Uno studioso bischerino – o in qualunque altro modo lo si voglia chiamare – è riuscito a cancellare il toponimo del paese natale, inventandosi di sana pianta il passaggio in quelle terre di uno scudiero virgiliano. Da allora in avanti Biscari si chiama Acate. E tuttavia la storia non perdona: chi cerchi Acate sui media, si imbatte subito nella strage di Biscari, non di Acate, uno dei massacri più efferati compiuti dagli americani durante il secondo conflitto mondiale, o in qualche descrizione del castello dei Principi di Biscari. In questi siti affatto anonimi, anzi carichi di storia, si è svolto dall’1 all’11 settembre scorsi SITU Festival, una residenza site specific dedicata alla ricerca sull’identità dei luoghi, curata dall’artista/curatore/personaggio immaginario Giuseppe Stornello. Ne abbiamo discusso con gli organizzatori.