ARCO Lisboa
Ship of Theseus, 2025, Ritratto dell'artista alla Galerie Rolando Anselmi, Roma. ph. Sebastiano Luciano

Ship of Theseus – Asger Dybvad Larsen

Alla Galerie Rolando Anselmi, dal 12 aprile al 30 maggio 2025, Ship of Theseus, sesta mostra personale di Asger Dybvad Larsen con la galleria, a celebrare i dieci anni di collaborazione

Il titolo della mostra richiama il celebre paradosso filosofico della nave di Teseo, sollevando interrogativi sul concetto di identità attraverso la continua trasformazione della materia. Se un oggetto viene sostituito progressivamente in tutte le sue parti, pur rimanendo formalmente identico, può dirsi ancora lo stesso che era in origine? Questa riflessione è al centro della ricerca di Larsen, che esplora il medium pittorico nella sua dimensione processuale e metamorfica.

L’esposizione si articola su due livelli: al primo piano, una selezione di cinque opere tratte da ciascuna mostra personale realizzata con la galleria nell’ultimo decennio; al piano inferiore, una serie di lavori inediti, concepiti appositamente per l’occasione. Le opere esposte si sviluppano attraverso un sistema di distruzione e ricostruzione, in cui i materiali vengono smembrati e reintegrati, tessendo una continuità tra passato e presente. Queste nuove opere sono realizzate con frammenti di vecchi dipinti scartati, rielaborati attraverso un’attenta operazione di cucitura. I singoli elementi mantengono tracce delle loro vite precedenti, assumendo al contempo un’identità nuova. I dipinti di Larsen diventano così archivi visivi, stratificati di memoria e trasformazione, in cui ogni pezzo conserva la sua origine e si rigenera in una nuova configurazione. Il processo stesso di ricostruzione si trasforma in una riflessione sulla natura del cambiamento: ogni cucitura, ogni giuntura, è una traccia di continuità, un frammento che testimonia la tensione tra ciò che era e ciò che è. Il paradosso di Teseo non è solo evocato, ma incarnato nelle opere, che ci invitano a interrogarci sul significato dell’identità, sul valore materiale ed emotivo di ciò che viene conservato, trasformato o abbandonato. Pur confrontandosi con le strategie minimaliste e concettuali del dopoguerra, Larsen ne sovverte la rigidità strutturale a favore di un sistema fluido, in cui somiglianza e differenza si intrecciano in un equilibrio instabile.

Ship of Theseus non è solo una riflessione sull’identità dell’opera d’arte, ma anche sul rapporto tra memoria, trasformazione e materialità nel linguaggio pittorico. Attraverso un continuo dialogo tra frammentazione e ricomposizione, Larsen mette in discussione la nozione di un’opera intesa come unità stabile, proponendo invece un sistema aperto, in cui ogni configurazione contiene già in sé la promessa della propria evoluzione.

La mostra si configura come un’esplorazione del tempo e dell’identità, una celebrazione della bellezza dell’imperfezione e delle infinite combinazioni artistiche. Ogni opera diventa un oggetto che trascende le sue parti, radicato nel passato ma proiettato verso il futuro, un invito ad abbracciare il cambiamento come forma di conoscenza e riscoperta.

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