L’importanza della parola risiede nella capacità di tradurre la percezione del reale in modo da generare una immaginifica evocazione, la suggestione dell’ è stato, dell’è e del sarà, ma anche dell’avrebbe potuto o dovuto essere. È forse nelle spire di tali speculazioni che si cela quella Fiducia nell’incerto – Confidence in the uncertain che dà il titolo alla personale di Samantha Passaniti, curata da Giorgia Basili ed ospitata da Curva Pura, galleria romana.
Confidence in the uncertain , invero, genera uno scompaginamento dello spazio preesistente intervenendo sulle ‘certezze architettoniche’ e dimostrandone la surreale identità, nella quale Samantha Passaniti agisce tramite la forza delle delicatissime opere – sì, è un ossimoro di matrice sinestetica quello con cui avvicinarsi al lavoro della Passaniti – degli ibridi che sostano tra la scultura e l’installazione, fungendo da cardini di una silente frattura atta a sottolineare, come niveo abisso, la liaison dangereuse tra armonia e disequilibrio, noto ed ignoto, invitando, però, l’astante ad addentrarsi in una limbica quanto immersiva dimensione che nulla ha a che vedere con quanto lasciato fuori. O forse ne è l’esatta con_di/visione.
Qual è la fiducia che si richiede? È la materia, è l’oggetto a rispondere? È l’azione maieutica della artista? È lo sguardo interrogativo ed accorto dell’astante? È il suo muoversi tra le opere? È la fiducia nella certezza dell’incerto?
Il percorso ideato per Curva Pura generano una sorta di dialogo circolare, in cui spazio e opere dialogano con i corpi che prendono parte all’abitare dei luoghi deputati ai vuoti liberi od ai pieni dei lavori. È un continuum spezzato – nuovo ed affascinante ossimoro – che si svolge passo dopo passo, dipanando un invisibile filo che lega e si evolve in nuova scoperta.
‘Confidence in the uncertain è un grido che squarcia il silenzio, una presa di posizione e non una fiducia cieca, è sperimentare la condizione dell’anti-fragilità.’ Asserisce la curatrice Giorgia Basili, che continua affermando quanto segue: ‘L’antifragile non è resilienza, robustezza, solidità bensì l’esatto opposto di fragile, fragile con il segno meno davanti. Se ciò che è fragile viene identificato con il mito della spada di Damocle, retta dal crine di un cavallo e pronta a decapitare lo sventurato al minimo fattore di pressione; ciò che è resiliente è accostato alla fenice che risorge dalle proprie ceneri, sempre uguale; ciò che è antifragile è come Idra, la creatura rettile con più teste, amante del danno. Ogni qualvolta una testa viene mozzata due nuove la sostituiscono. Confidence in the uncertain, […] parte da questo presupposto, l’incertezza fortifica ciò che non distrugge.’
Ciò si evince dal fatto che qualcosa di ancestrale si svela, man mano, dalla purezza del bianco dettato dall’artista; la materia, nella sua stratificazione, nelle sue superfetazioni agenti nello spazio di Curva Pura, definiscono un continuo missaggio che, seppur accidentato, cerca di aggrapparsi, di trovare un appiglio tanto al reale quanto alla visionarietà. Giorgia Basili descrive le opere di Samantha Passaniti come se fossero permeate di un carattere atavico, derivante dalla ‘rigenerazione di vecchie tavole, frammenti e segatura provenienti dalla falegnameria di famiglia, dove il padre di Samantha produceva barche. Il legame sentimentale con i materiali impiegati non è un dato superficiale, al contrario investe le opere donandogli una pregnanza espressiva insolita. Le superfici diventano come diari visivi dove parole invisibili raccontano di un tempo lontano e comunicano l’eclettico trasformismo delle fonti e delle risorse naturali. Da albero a barca in balia delle onde, da barca a scarto usurato, da frammento insignificante e preda di tarli a metafora semantica, in un orizzonte vitale di impollinazione virtuosa. Tutte le opere in mostra si intersecano e attivano reciprocamente, in un mélange di relazioni neurali ed emotive.’
Alle parole del poetico testo critico che accompagna Confidence in the uncertain, fanno da contraltare ontologico le parole della Passaniti, la quale, riflettendo sulla questione esistenziale, sostiene il fatto che noi tutti ‘Viviamo affannandoci nell’illusione di controllare l’esistenza che invece è in continua evoluzione, imprevedibile e fragile come lo è tutto ciò che riguarda il mondo naturale: siamo come piante, come qualcosa che nonostante la sua fragilità possiede un particolare valore perché inseparabile dalla sua intrinseca debolezza. E così, impariamo ad avere fiducia nell’incerto, a nuotarci dentro perché in quei luoghi si può scorgere bellezza’.
Confidence in the uncertain è forse una sorta di mappa, di non semplice decodificazione, in cui la geografia interiore di Samantha Passaniti incontra quella di chi decide di incamminarsi tra le sue opere, di intraprendere parte del viaggio che l’ha portata sino a Curva Pura e di percepire, sulla propria pelle e nella propria sfera emotiva, il gradiente di sospensione necessario, di tanto in tanto, per indagare la commistione tra forza e debolezza, tra memorie interiori e visioni di superfici, nella perfetta tensione volta alla fiducia nell’incerto, il luogo del dubbio, del pensiero e dello sguardo verso la conoscenza.
Samantha Passaniti
Confidence in the uncertain
Roma, Curva Pura
Via Giuseppe Acerbi 1/A
La mostra sarà visitabile solo su appuntamento. Info: curvapura@gmail.com | facebook.com/curvapura