Romina De Novellis, Veglia, 2011. Photo Courtesy Richard Saltoun

Richard Saltoun London: Romina De Novellis

Sì è appena conclusa la prima personale di Romina De Novellis presso la galleria londinese Richard Saltoun.

Nella sede londinese della galleria Richard Saltoun ha ospitato la prima mostra personale dell’artista italiana Romina De Novellis, a cura di Paola Ugolini. L’artista napoletana si è cimentata nella messa in scena della sua celebre performance Veglia dando luogo a ben tre settimane di arte performativa. Durante l’inaugurazione, svoltasi il 7 giugno, si è tenuto il talk di presentazione della mostra alla presenza dall’artista.

La performance è stata effettuata in un ambiente immersivo ove sono visibili anche fotografie, sculture e video ed è stata proposta, da mattina a sera, nelle giornate del Mayfair Art Weekend (24–26 giugno).

Una mostra molto importante per l’arte italiana che lavora con elementi e simboli della cultura mediterranea, smitizzando rituali e usi di una società patriarcale e contronatura. La De Novellis è originaria di Napoli, città ricca di storie e tradizioni. La sua pratica artistica è il connubio perfetto tra studi antropologici e performance. Il suo lavoro si concentra principalmente sul corpo, potente mezzo per denunciare abusi e limitazioni imposti dalla società contemporanea.

Le performance dell’artista campana sono lunghe e oltrepassano i limiti del suo corpo e della mente. Sono opere dal grande impatto emotivo, che trasportano gli spettatori in una dimensione alternativa attraverso la reiterazione di semplici gesti. In questa nuova realtà il passare del tempo è alterato e ridotto a un momento interminabile. Un’altra idea ricorrente nei suoi lavori è quella della gabbia, sia come spazio allegorico tramite cui esprimere la sensazione di claustrofobia, sia come piccolo spazio nel quale eseguire la performance. Un’ultima interpretazione è quella che paragona la gabbia a una condizione di disabilità.

Per il proprio debutto alla Richard Saltoun, la De Novellis ha deciso di mettere in scena  “Veglia“ (2011) ove è visibile il corpo nudo della De Novellis inginocchiata dietro ad una serie di tanti piccoli fili rossi, che danno l’effetto di “vedo non vedo“ e che nascondono parzialmente la figura dell’artista. Isolata in uno spazio ristretto e accompagnata dai canti delle contadine del Salento, l’artista campana inizia a disfare l’intelaiatura composta dai fili rossi, avvolgendoli su se stessi uno per volta. Il corpo dell’artista, che nel corso della performance è velato, viene scoperto lentamente, in un suggestivo gioco di disvelamento degli opposti.

La mostra londinese ha anche offerto la possibilità di ammirare una serie di opere quali installazioni, video, fotografie e sculture relative alle performance passate della De Novellis. Tra queste vale la pena citare GRADIVA (2017), per la quale l’artista aveva avuto la possibilità di performare dal tramonto all’alba negli spazi del Parco Archeologico di Pompei. Nella parte retrostante della galleria è stato invece creato un ambiente immersivo che ricrea la performance Si tu m’aimes, protège-moi (2020), attraverso video, luci ed elementi sonori e tattili.

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