La storia dell’arte scritta dall’Italia è costellata da figure grandiose, che possiamo emblematicamente far confluire in quella dell’Artista per eccellenza: Leonardo da Vinci.
Messer Leonardo lo sappiamo eccelleva in tanti campi dello scibile, dall’architettura alla letteratura, dall’ingegneria in tutte le sue declinazioni, dalla poesia all’idraulica, alla sperimentazione, all’invenzione e cosi via… Scienza e teknè, intesa nel senso greco del termine, quindi arte, erano i suoi campi d’azione.
Con Il termine artista il nostro immaginario continua ad evocare questi contenuti ma con il tempo, e recentemente soprattutto, ha virato dal suo significato originario e ora il termine non individua più una persona dalle molteplici doti, bensì una sorta di specialista di un campo d terminato campo artistico, sia esso musica, arti visive ecc.ecc. ben lungi quindi dal significato primigenio.
Le conseguenze di ciò, che vedremo più avanti, sono fuorvianti e dannose tanto da inficiare seriamente alla base i fondamenti della nostra cultura.
Credo che sia giunto il momento di esplorare il nostro momento storico per individuare coloro che, nonostante tutto, siano ancora depositari del tipo di cultura di leonardesca memoria.
L’indagine non ha fini speculativi, ma in realtà ci poniamo l’ambizioso obiettivo di creare quella leva necessaria per riportare in auge una delle qualità che tutto il mondo ci riconosce che è l’ecletticità, che va di pari passo con quel particolare nonsoché tipicamente italiano che ci permette, dall’impresa all’arte, di eccellere, anche nelle situazioni difficili.
Forse di geni come Leonardo o Michelangelo ne nascono uno ogni mille anni, e quindi tutto ciò sarebbe inutile, ma il nocciolo del problema non è questo. Questo studio in realtà intende contrastare una sorta di resa a priori che abbiamo individuato e che addirittura arriva a negare comunque la possibilità che la forza di questo Paese sta proprio nella capacità di coltivare più interessi se non discipline in parallelo. Ora più che mai è impensabile abdicare alla voglia di lasciarsi andare e unire le forze per scovare questa tipologia di figura universale. E allora chiediamoci qual è stata la causa che ha di fatto disintegrato questa figura e perché invece è stata privilegiata e considerata vincente la figura mono-tona, intesa nel senso etimologico del
termine. I detti popolari la dicono lunga aprendo spiragli sull’inconscio collettivo: ” chi più fa più sbaglia” o “impara l’arte e mettila da parte”. Sembrano innocui ma in realtà non solo sono affatto. Sono convinzioni entrate nel profondo e che ci condizionano profondamente.
Quando l’Italia ha di fatto tradito le sue radici? E necessario renderci tutti più consapevoli della gloriosa storia dell’ingegno italiano sulle cui tracce ancora oggi tutto il paese vive di rendita, che sono città fari nel mondo Firenze Roma Venezia Napoli ma via via fino ai mille e mille paesi che costellano come diademi il territorio, o il mare come quello di Populonia ricco di reperti archeologici, per non parlare delle isole con le loro roccaforti.
Impossibile citare tutti.
Chi ha iniziato questo gioco al massacro che di fatto ha depauperato i giovani del loro sacrosanto diritto all’ eredità di una cultura universale con tutti i feed back che questo comporta, e psicologici e pratici.
Non ci interessa fare un processo e scoprire il colpevole di tanto scempio, per arrivare magari ad una condanna mediatica, ma ci interessa almeno tentare di interrompere questa spirale perversa che ha portato a premiare una figura equivoca, o meglio che induce nell’equivoco, quella sorta di artista operaio della catena di montaggio che va per la maggiore, a discapito degli eredi, che ci sono, delle fulgide figure della storia. Per questo mi sono chiesta ma se ci sono e se mai dove sono gli eredi di tanto sapere di tanti geni intesi in senso genetico del termine, da quelli del grandissimo Leonardo già stracitato, che comunque è in buona compagnia con personaggi del calibro di Brunelleschi, Michelangelo, Giotto, Pinturicchio, o una volta papi e imperatori poi con la rivoluzione industriale imprenditori illuminati.
Titolari di un archivio ricchissimo di informazioni come Ellequadro documenti, siamo referenti di tanti giovani e meno giovani e l’affermazione ricorrente e a mio avviso tristissima di giovani che si dedicano a percorrere la strada dell’arte, che è una parola un po’ grossa, è che chi vende sia un artista chi non vende non lo è.
NO! non è cosi.
E come allora?
Certo avendo fatto sparire i parametri di riferimento nelle bolge infernali della scuola dove il maestro non può più insegnare pena essere oggetto di ricorsi vendette e soprusi e che ha ormai dovuto abdicare al suo ruolo. Platone non è mai stato più attuale.
Paradossalmente mai come ora la scuola è stata così elitaria.
Solo studenti motivati e intelligenti grazie a professori pazienti hanno la possibilità di formarsi. Doti rare. La maggior parte si perde nel mare magnum dell’incuria e del “laissez faire”.
Questo non è che un tentativo per dare il nostro contributo e cercare di migliorare lo stato di fatto.
Next Dominus è un’allocuzione che individua l’artista universale, e che non si ferma al lato artistico per antonomasia, ma comprende come in effetti è sempre stato, altre professionalità, discipline e imprese.
La parola artista è priva ormai di sapore e di significato perché ben lungi dalle sue origini.
Ma guardandoci intorno possiamo far rinascere l’interesse per i valori della versatilità e creare così generazioni di giovani demotivati.
Questi i parametri che individuano i Next Dominus
Arte come Bellezza, Arte come identità, Arte come sistema di vita, Arte come Civiltà, Arte come Committenza, Arte come Riflesso, Arte come Vita, Arte come Pensiero, Arte come Abilità manuale, Arte come lessico transazionale, Arte come Scienza.