Museo del Novecento: da Fabio Mauri a Elena Mazzi passando per Emanuele Becheri

“Il Museo Novecento di Firenze inizia il nuovo anno 2020 con un programma di respiro internazionale dedicando altresì grande spazio ai giovani artisti, forte di un incremento del 30% di visitatori rispetto agli ultimi due anni” afferma Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento di Firenze.
Fabio Mauri, Elena Mazzi ed Emanuele Becheri sono i protagonisti delle tre nuove mostre al Museo Novecento fino al 30 aprile, un dialogo tra generazioni e linguaggi diversi all’insegna del progetto scientifico del Museo che ormai si è consolidato in questi mesi. Grande attesa per la presentazione dell’installazione Il Muro Occidentale o del Pianto dello stesso Mauri al Museo di Palazzo Vecchio in occasione del Giorno della Memoria 2020: l’opera di Mauri, un nuovo progetto targato Museo Novecento OFF, sarà visibile dal 27 gennaio al 23 febbraio in Sala dei Gigli, dove si conserva la Giuditta e Oloferne di Donatello.

Dal 23 al 27 gennaio il loggiato esterno del Museo Novecento ospiterà inoltre l’installazione Chinese Whispers di Simona Andrioletti e Riccardo Rudi, un’opera relazionale ispirata a un verso di Giuseppe Ungaretti che recita Cerco un paese innocente.

Il 27 gennaio, nel Giorno della Memoria, il Museo Novecento sarà a ingresso gratuito per l’intera giornata. Inoltre, sempre al Museo già stasera “rivivrà” la storica performance di Fabio Mauri Ebrea, che sarà riproposta eccezionalmente anche venerdì 24 e lunedì 27 gennaio (alle 18.30 in sala cinema, ingresso libero fino a esaurimento posti).

Le tre nuove mostre al Museo Novecento
Nello spazio del secondo piano riservato al progetto Solo, la monografica curata da Sergio Risaliti e Giovanni Iovane è dedicata a Fabio Mauri (Roma, 1926-2009), protagonista dell’arte internazionale che ha indagato a lungo i percorsi delle ideologie e le loro ripercussioni nella società. La mostra offre uno spaccato della sua parabola creativa, dai celebri Schermi degli anni Cinquanta alla serie pressoché inedita dell’Apocalisse degli anni Ottanta. E poi ancora i Dramophone,in cuil’immagine del disco come “mondo già inciso” richiama il tema della predestinazione del destinoei“disegni” sotto forma di collage e installazioni, come il Comò-disegno (1990), composto da più oggetti di epoche diverse.
Al piano terra il ciclo Duel propone l’immaginario viaggio della giovane artista italiana Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984), che dalla Sicilia attraversa l’Italia e conduce in Islanda e poi in Cina, suggerendo diverse possibili traiettorie. Per la prima volta la mostra, curata da Sergio Risaliti e Stefania Rispoli, nasce attorno al dialogo-duello con tre diverse opere della collezione permanente, di Renato Guttuso, Mario Sironi e Enrico Prampolini (Raccolta Alberto Della Ragione). L’artista affronta il tema del rapporto tra l’uomo e l’ambiente e delle strategie artistiche per rispondere alle emergenze sociali ed ecologiche del nostro tempo. Atlante Energetico comprende un video, alcune serigrafie e una serie di sacchi contenenti diverse varietà di riso, En route to the Southuna serie di telai per api con impresse le mappe di alcune città europee; Snow Dragonè un arazzo realizzato con fibre naturali e plastica riciclata, in Da nord a est, da ovest a sud… vi è un biliardo pensato per il tempo libero dei lavoratori di una nota ditta calzaturiera italiana; le sculture Becoming with and unbecoming with sono realizzate dal calco di alcune vertebre di cetacei.

Al primo e secondo piano, il ciclo Campo aperto propone una selezione di oltre cento opere tra sculture e disegni di Emanuele Becheri (Prato, 1973). L’esposizione si concentra su quel territorio di confine in cui i due mezzi espressivi s’incontrano. Un’inedita modalità espositiva – un gruppo di 100 sculture suddivise nello spazio di tre teche contigue – che “preleva”, per “ricostruire” in mostra, alcuni ripiani dello scaffale dello studio di Becheri dove l’artista installa via via le sue opere. Tra i disegni, i Rilasci e i Senza titolo (Shining), caratterizzati dall’imbarcamento o l’accartocciamento del supporto prodotti rispettivamente dall’essiccamento della bava di chiocciole lasciate vagare su grandi carte nere da fondale fotografico o dalla torsione impressa dall’azione dell’artista.

Installazioni in occasione del Giorno della Memoria
Dal 27 gennaio al 23 febbraio
il Museo di Palazzo Vecchio ospiterà nella Sala dei Gigli l’installazione di Fabio Mauri Il Muro Occidentale o del Pianto che fu presentata per la prima volta dall’artista nel 1993 alla XLV Biennale di Venezia. Un muro di quattro metri, formato da un cumulo di valigie e bauli accatastati, di differenti dimensioni e materiali (legno, cuoio, tela) che invita a una profonda riflessione sui temi dell’esilio, dell’esodo forzato e delle migrazioni, nella loro varietà e complessità.
Dal 23 al 27 gennaio l’installazione Chinese Whispers di Simona Andrioletti (Bergamo, 1990) e Riccardo Rudi (Ponte dell’Olio, 1989), farà risuonare all’interno dell’architettura rinascimentale del loggiato del Museo Novecento il “telefono senza fili” (in lingua inglese “Chinese Whispers”) di nove persone di nazionalità diversa che hanno lasciato il proprio Paese d’origine e recitano nella propria lingua madre i versi della poesia Girovago di Giuseppe Ungaretti.

“Il Museo Novecento si conferma polo centrale dell’arte contemporanea – ha affermato l’assessore alla cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchigrazie a un calendario costante di nuove mostre temporanee e a nuove e potenti installazioni tematiche è riuscito a costruirsi un ruolo di primo piano nel panorama museale cittadino, ruolo confortato anche da numeri sempre crescenti”.

“La memoria coltivata e tramandata attraverso l’arte è la strada più bella per non dimenticare quanto è accaduto e per non ricadere nell’incubo – ha detto l’assessore a diritti e pari opportunità del Comune di Firenze Sara Funaro. Continuiamo a lavorare per le generazioni presenti e future: questo è l’unico modo per garantire i diritti di tutti”.

“Non posso che apprezzare la scelta del Museo del Novecento di testimoniare con delle installazioni particolarmente espressive quello che è stato l’orrore della Shoah, una delle pagine più nere se non la più nera del secolo scorso – ha detto l’assessore alla cultura della memoria e della legalità del Comune di Firenze Alessandro Martini -. Attraverso queste opere le persone possono comprendere l’importanza del dialogo, della relazione e dell’accoglienza delle diversità che caratterizzano il nostro tempo. La Shoah non è stato altro che l’epilogo di una progressiva e terribile perdita del rispetto nei confronti di chi è diverso, considerato prima inutile poi dannoso e quindi da sopprimere. Un inno alla diversità che è il miglior antidoto a quella che è stata la tragedia dell’Olocausto”.

“In questa occasione la storia del Novecento, anche con i suoi abissi ed orrori, è al centro del programma espositivo – sottolinea il direttore artistico del Museo Novecento Sergio Risaliti -. Le opere di Fabio Mauri sono una delle più alte testimonianze artistiche del nostro tempo, avendo assunto il compito di testimoniare quanto dolore generano il potere e le ideologie al servizio del male: un testimone che non esaurisce il suo compito perché tutta la sua arte è rivolta a un presente di conflitti e di riscatto che non ha mai tregua. La stessa tensione etica e la stessa urgenza politica dominano il linguaggio artistico di Elena Mazzi, capace di riposizionare al centro dei processi globali, economici ed ecologici in particolare, il linguaggio artistico. Nella sua personale i visitatori saranno accolti da opere formalmente ineccepibili e belle che trasmettono in ogni caso contenuti di cogente attualità: la vita delle api, i processi di delocalizzazione, le nuove vie di comunicazione e  commercio che stravolgono l’equilibrio naturale. La mostra di Emanuele Becheri ci dà modo di conoscere il lavoro incessante e instancabile di un’artista che sperimenta la tradizione e il moderno con la pratica del disegno e della scultura e lo fa sondando le possibilità espressive dei due linguaggi, laddove la storia della scultura e del disegno sembrava terminata. Non meraviglia dunque la stupefacente installazione di cento sculture in cui possiamo riconoscere una sorta di commedia umana sviluppata in un’infinità di embrioni figurativi. Non ultimo merita esaltare il lavoro dei giovanissimi Simona Andrioletti e Riccardo Rudi che, partendo da un verso di quel gigante della poesia che è Giuseppe Ungaretti, ci dà una chiave artistica per comprendere che tutti siamo sulla stessa barca alla ricerca di ‘un paese innocente’”.

Solo. Fabio Mauri Duel. Elena Mazzi. Routes
Campo aperto. Emanuele Becheri. Sculture e disegni 24 gennaio – 30 aprile 2020| Museo Novecento – Firenze

In occasione del Giorno della Memoria: Fabio Mauri. Il Muro Occidentale o del Pianto 27 gennaio – 23 febbraio 2020| Museo diPalazzo Vecchio – Firenze Simona Andrioletti e Riccardo Rudi. Chinese Whispers 23 – 27 gennaio 2020| Museo Novecento – Firenze

MUSEO NOVECENTO
Piazza Santa Maria Novella 10, 50123 Firenze, Italia
INFO E BIGLIETTERIA
Tel. 055 286132 / info@muse.comune.fi.it | www.museonovecento.it/