Damoon Keshavarz, Magia d'Artista, Milano 2022, foto e courtesy YAG/garage

Magia D’artista | Damoon Keshavarz

La collaborazione tra la YAG/Garage di Pescara e lo Studio Zecchillo ex Studio Piero Manzoni arriva al terzo atto di un percorso iniziato nell’aprile del 2022.

Il 4 novembre è stata inaugurata “Magia D’ARTISTA”, la mostra sull’opera di Damoon Keshavarz. L’artista iraniano, ma lombardo di adozione, dialoga con il luogo che fino al 1963 ha ospitato Piero Manzoni, il più celebre artista concettuale italiano e figura controversa dell’arte contemporanea del secondo dopoguerra. Per l’occasione si è tenuto anche un talk presso l’Aula 21 dell’Accademia di Brera. Durante la conferenza, che ha anticipato di qualche ora l’inaugurazione dell’esposizione, sono intervenuti il curatore Ivan D’Alberto, il professor Sergio Nannicola (cattedra di Decorazione), Graziano Zecchillo e Francesco Pozzi in veste di collaboratore della Rivista Segno, in dialogo con Damoon Keshavarz e gli studenti del biennio di Decorazione. 

L’appuntamento conclude un filone iniziato con la mostra “Tessuto” di Cai Yingfei e proseguito con “Toccare il suono – Impronte sonore” di Andrea Strizzi. Questa sorta di “trilogia”rappresenta un punto di partenza importante per una galleria come la YAG, che sin dalla sua fondazione persegue l’obiettivo di dare spazio a giovani artisti emergenti. Autori con un percorso accademico alle spalle, a cui spesso e volentieri non viene concessa alcuna possibilità per poter esporre le proprie opere. Damoon Keshavarz aveva già collaborato con la galleria pescarese nell’ambito del progetto de “I Giardini d’Arte di Via Caravaggio”, un’idea che prende spunto dai giardini e dai parchi privati italianiabbelliti da installazioni artistiche. L’artista iraniano aveva realizzato “Rinascimento” (2017), imponente struttura con forti rimandi alla cultura cristiana e araba. 

Se Magia d’ARTISTA conclude un capitolo, Keshavarz ne apre uno tutto nuovo per la propria carriera. Per la mostra milanesel’artista riflette sull’opera di Piero Manzoni, sulla poetica di quelle tanto criticate scatolette di “Merda d’Artista” per evolverla, portando la ricerca manzoniana ad un livello successivo. Per l’occasione Damoon fa un’azione che chiunque sia mai entrato in contatto con l’opera di Manzoni avrebbe sognato di fare: aprire una delle scatolette per visualizzarne il contenuto. E’ ben noto come nelle scatolette utilizzate dall’artista soncinese non ci fosse alcunché, ma tale consapevolezza non ha inficiato il processo creativo dell’artista iraniano il quale, dopo aver “aperto” laconfezione, ha posto al suo interno dei semi che nel giro di qualche settimana sono germogliati.

D’Alberto ha definito il contenuto delle scatolette “Humus per la nascita di una nuova vita”. Il materiale di scarto, in questo caso astratto poiché assente dalle scatolette, viene riportato alla sua funzionale naturale: quella di fertilizzante. L’artista assurge a creatore di vita, la merda diventa letteralmente il terreno fertile da cui germogliano i fiori. Il significato dell’opera di Keshavarz è duplice: se da una parte l’artista ci ricorda come un materiale putrescente sia simbolo non di decomposizione bensì di rinascita, dall’altra invita l’osservatore a riflettere sulla funzione stessa dell’arte, quella di far “germogliare” messaggi e domande con lo scopo di far riflettere. La “crescita” non è solo quella naturale dei germogli, bensì anche quella intellettiva e creativa di chi entra in contatto con l’opera d’arte. La Magia d’ARTISTA sta anche nell’intento del giovane autore iraniano che, riportando il materiale alla sua funzione originale, compie un’azione quasi contro-rivoluzionaria. Utilizzando nuovamente le parole del curatore della mostra, “E’ come se qualcuno ricollocasse, in un bagno pubblico, l’Orinatoio di Marcel Duchamp in modo da ricondurlo al suo utilizzo originario”.

In mostra compare anche una seconda opera, volendo dal carattere ancor più provocatorio della precedente. Damoon Keshavarz tocca infatti un delicato tema della contemporaneità: l’artista adopera un assorbente per dare una “seconda chance” al ciclo mestruale; come nel caso delle scatolette, dal supporto utilizzato germogliano alcuni piccoli vegetali. L’opera è chiaramente una provocazione, sebbene venga concepita con l’intento di sfatare alcuni tabù legati al ciclo. Keshavarz si era già servito di un assorbente nelle opere “Senza Titolo” e “Infinity” del 2020, in cui delle spine di rosa completano le composizioni. In “8” aveva addirittura giustapposto alla garza dei piccolissimi rametti di mimosa. Nel 2019 aveva invece bruciato “Infinity”, andando a richiamare la controversa tematica dell’infertilità (altro tabù di una società patriarcale e legata a infondati retaggi culturali). 

Keshavarz incarna perfettamente lo spirito della galleria abruzzese: valorizzare un tipo di ricerca che non esprime tutto il proprio significato nell’estetica quanto piuttosto nel concetto. Un modo di fare arte non mainstream, che scava a fondo nelle cose quotidiane e che offre al pubblico un’elevazione del pensiero. Nel corso del talk del 4 novembre 2022, Damoon ha parlato così delle due opere in mostra: “Credo che nella nostra società nostro presente ci siano ancora troppi tabù legati alla sfera sociale e soprattutto a quella sessuale. L’obiettivo della mia opera è quello di offrire un nuovo sguardo su tematiche quali la fertilità e il ciclo mestruale. I germogli rappresentano la nascita di una nuova vita, che è possibile solo grazie a tutti quei processi di cui si cerca spesso di evitare di parlare. La censura serve solo a generare ignoranza, già estremamente dilagante. Dalla merda germoglia la vita e alla sofferenza delle donne dovuta al ciclo dobbiamo la procreazione. La vita è un ciclo e, purché essa si rigeneri, ogni singolo passaggio diviene fondamentale”.

Magia D’ARTISTA rimarrà aperta fino al 17 novembre presso lo Studio Zecchillo (ex Studio Piero Manzoni) in Via Fiori Chiari 16. La mostra potrà essere visitata dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00, mentre rimarrà chiusa nel week end e durante i giorni festivi. La YAG, lo Studio Zecchillo e la cattedra di Decorazione sono già al lavoro in vista delle collaborazioni che inaugureranno i percorsi artistici che avranno luogo nel 2023.