Arco Madrid 2025
Giulia Nelli, Quando gli uomini avevano le radici

L’importanza della cooperazione nella personale di Giulia Nelli

È stata inaugurata alla Casa del Rigoletto di Mantova la mostra di Giulia Nelli, Quando gli uomini avevano le radici, che raccoglie per la prima volta tutte le opere del suo progetto Humus, alcune delle quali inedite.

Il progetto di Giulia Nelli mira a ricordare che l’uomo deriva dalla terra e dovrebbe per questo mantenere nei confronti dell’ambiente e di tutti gli esseri che lo abitano un atteggiamento di umiltà, rispetto e ascolto invece di elevarsi al di sopra degli altri.

Se per Giulia Nelli parlare della natura è un modo per affrontare le problematiche interiori dell’uomo e del suo bisogno di ritrovare un senso morale nelle relazioni con gli altri, Quando gli uomini avevano le radici ricorda più specificamente l’importanza per l’uomo di avere salde radici che gli consentano di vivere con profondità e interiorità e di rimanere unito alla terra dalla quale deriva. 

Nella visione dell’artista, il suolo, come un edificio, rappresenta uno spazio tridimensionale costituito da diversi piani, nei quali comunità vegetali e animali sono integrate in una rete estremamente complessa, che dà priorità al mantenimento di legami simbiotici. Il sottosuolo insegna all’uomo l’importanza della stabilità delle relazioni tra le diverse parti dell’intero sistema e dimostra quanto sia importante per il funzionamento della società quanto resta spesso invisibile, fuori dai riflettori mediatici. La rappresentazione del sottosuolo è, inoltre, funzionale a esprimere un messaggio positivo che parla di cooperazione e può offrire un nuovo punto di vista su come portare avanti la sfida per la sopravvivenza prendendosi cura dell’habitat e della capacità riproduttiva della terra.

Il tema ambientale è nato in un secondo momento proprio nell’osservare da parte dell’artista la mancanza di rispetto individuale nei piccoli gesti quotidiani e in seguito all’accentuarsi della crisi climatica con le sue conseguenze per l’ambiente e l’uomo. 

Le opere della serie Terra bruciata e Terra di nessuno affrontano specificamente il tema del dissesto ambientale, mostrando i risultati degli incendi dolosi o causati sempre più spesso dall’innalzamento delle temperature, ma anche dalle guerre, che provocano gravi danni alla biodiversità e agli ecosistemi naturali. Vene nere della terra cerca di dare una rappresentazione dell’inquinamento del sottosuolo, ancora oggi poco conosciuto nella sua portata globale; un inquinamento subdolo, nascosto nelle viscere della terra, che spesso non può essere percepito visivamente o direttamente valutato, ma può comportare gravi conseguenze sulla sicurezza umana.

Le opere di Giulia Nelli nascono da un processo di contaminazione tra il mondo degli oggetti di consumo, nello specifico i collant femminili, e l’arte tessile, traendo dalla trama, dall’intreccio e da un materiale a elevato valore d’innovazione – quale il poliammide e l’elastan – un linguaggio espressivo personale improntato alla semplicità delle forme e alla matericità. Il tessuto dei collant viene smembrato, secondo una tecnica di rottura e di scomposizione cara all’arte contemporanea, e ricondotto all’elemento basilare, il filo, che viene lavorato per costruire nuovi equilibri e armonie. 

Il colore nero che domina la mostra è prediletto dall’artista per la sua eleganza, incisività e purezza formale. Il suo valore simbolico, legato alla terra e alle tenebre delle profondità abissali, le consente di caricare di mistero e di tensione la rappresentazione del sottosuolo, così come dell’interiorità più profonda dell’io. Non vuole quindi creare atmosfere tetre, bensì rappresentare la naturale drammaticità insita nella vita.

Il filo è simbolo di unione e di appartenenza e anche un mezzo attraverso il quale insistere sull’importanza della cooperazione parlando metaforicamente delle connessioni che legano tutti gli uomini come ponti invisibili, nonostante l’apparente indifferenza e la difficoltà di instaurare relazioni sincere e profonde.

La mostra di Giulia Nelli, il cui lavoro innovativo insiste sui problemi più urgenti del nostro tempo, ha il patrocinio del Comune di Mantova, che ancora una volta dimostra la sua apertura al mondo dell’arte contemporanea in dialogo con lo straordinario patrimonio artistico della città. 

Giulia Nelli. Quando gli uomini avevano le radici
Testi di Silvia Franceschi, Barbara Pavan e Massimo Seriacopi
Fino al 2 marzo 2025
Casa di Rigoletto, p.zza Sordello 23 Mantova
Aperta tutti i giorni dalle ore 9:00 alle 18:00
Per informazioni: 0376 288208
Ingresso gratuito