La mostra dell’artista Gioni David Parra Nuove traiettorie del sublime è a cura di Lisa Parra e Guicciardo Sassoli de’ Bianchi Strozzi ed evidenzia le tematiche dell’artista toscano oltre che mostrare la sua capacità di lavorare il marmo e il granito con il fine di comunicare messaggi ricchi di significato e spiritualità, in una cornice che sposa le sue opere con il mare siciliano, anch’esso fonte di vita e rinnovamento come molte opere dello stesso artista.
Dal titolo evocativo della mostra è già possibile tracciare le peculiarità di cui l’artista dota sovente le sue opere: attraverso l’uso di materiali pesanti e antichi come il marmo e i graniti, concepiti come poco duttili da lavorare ma al contempo resi leggeri e che evocano eternità, Gioni David Parra riesce con particolare maestria a creare una perfetta antitesi: nella loro essenzialità ed eleganza egli dà vita, utilizzando termini michelangioleschi “nell’arte del levare”, riuscendo a far comunicare leggerezza e luminosità, prendendo vita dall’estrazione dello spirito immanente dell’opera, in un viaggio che inizia con alcune installazioni parterre fino ad innalzarsi verso un livello superiore con le sue Bladelight, simulando quasi la smaterializzazione dei materiali stessi e trasmettendo un messaggio spirituale.
Nonostante osservare le sue opere trasmetta quiete e leggerezza, le tematiche che si celano dietro le sue sculture si fanno portavoce di sentimenti comuni e universali pregni di simbologie specifiche, plasmando lo spazio circostante e ricreando un dialogo perfetto tra le opere che, accostate una vicino all’altra, creano una narrazione unica e emblematica.

La prerogativa di Parra è quella di accostare materiali antichi in diverse forme e colori donandogli significati diversi in chiave contemporanea: i colori utilizzati, i frammenti di marmo trattati con l’utilizzo della foglia d’oro simbolo di luce ma non solo, sono tutti espedienti per raccontare una storia attraverso forme e simboli diversi.
Infatti, attraverso alcune delle sue opere più iconiche come Sculpture’s Frame X (Bladelight concert 3 lame) e Matterspirit I è possibile rintracciare tutte le tematiche dell’artista, dove la luce è sempre protagonista e il concetto dell’intero e dello spezzato seguono uno schema ben studiato simulando il percorso dell’esistenza umana, dove l’elemento fratturato e “curato” dalla foglia d’oro è uno spiraglio di luce su ciò che ferisce l’uomo ma che non va celato, ma bensì celebrato.
La scelta del materiale non è casuale, poiché attraverso l’antico – e quindi l’utilizzo del marmo che viene dotato di leggerezza con una naturalezza disarmante – si crea un codice semantico condiviso capace di esistere nel contemporaneo. Ed è anche il legame con Michelangelo in termini di rispetto verso il marmo (soprattutto quello proveniente dalle cave Apuane di Buonarroti) e la sua conseguente trasformazione della materia in arte a rafforzare il suo rapporto con l’arte antica, così come lo è anche la scelta dell’utilizzo della foglia d’oro, quasi come un materiale a sé stante, capace di donare luminosità alle opere ed assumere simbolo di rinascita sul dolore. Anche questa scelta deriva dallo studio dei fondi oro toscani del Trecento e Quattrocento sino al Rinascimento. Esaltando i punti deboli della materia, Parra dota le sue opere di vita e forza creando un binomio costante tra luci e tenebre, morte e vita, dolore e rinascita, dove i suoi frammenti narrano la bellezza dell’insieme e dove si crea un legame stretto tra autore e spettatore, facendo dialogare l’opera con chi la osserva svelando la sua vera identità e missione.
Inoltre, le forme che da al marmo hanno anch’esse un messaggio peculiare: la verticalità delle lame che caratterizzano molte delle sue opere non sono soltanto sinonimo di luce tra le tenebre ma anche di fede, speranza e rinascita e un modo di congiungere terra e cielo, stabilendo un rapporto intrinseco tra ciò che si trova in basso – come la terra, il mare o un momento negativo – e ciò che si trova in alto – come il cielo, un momento di rinascita o uno stretto legame con l’eternità.
Alla luce di queste considerazioni, si può affermare che l’artista Gioni David Parra riesce a partire da un materiale proveniente dall’antichità quale il marmo in chiave contemporanea, assumendo simbologie specifiche attraverso l’essenzialità della sua arte utilizzando un codice semantico e universale condiviso, creando un ponte tra antico e moderno, passato e futuro.

