Sebbene quest’ultimo lavoro di Michael Dean possa apparire divergente dalla sua già nota produzione scultorea, esso rappresenta un ulteriore varco nella ricerca di un codice che consenta alternative esperienze di dialogo e forme più intime di corrispondenza, riconfermando, al contempo, l’urgenza di una costante sperimentazione con la materia.
Il progetto è frutto della permanenza in territorio salentino di Michael Dean, dunque del suo incontro con una terra, un modo di percepire e di essere inconsueti per la propria pregressa esperienza. Il legame viscerale con la materia che consente di costruire, il costruire stesso guidato da un ingegno atavico che si mostra come necessità impellente, infine le diverse forme attraverso cui si manifesta il comunicare, dall’esasperata gestualità ai segni lasciati sui muri delle città, sono testimonianze di un vivere intenso che consentono all’artista una rinnovata interpretazione dei temi profondamente e a lungo indagati.
Le trentadue opere di Kiss Emitting Die Odes sono da intendersi non solo come parte di un progetto espositivo propriamente detto, ma anche come pagine di un libro dispiegate dinanzi allo spettatore. Le quattro stanze della mostra determinano i capitoli della narrazione, gli angoli delle stanze presso cui sono disposti i lavori ne costituiscono la rilegatura, la costa; insieme scandiscono il ritmo della narrazione in uno sfogliare che è qui movimento fisico del lettore nello spazio. Il comunicare stesso è per l’artista un atto profondamente fisico, un’opera di trasmutazione attraverso cui i gesti divengono segni, consolidandosi nel contatto diretto con la materia.
Photo Marco Cappelletti
Olio, polvere di cemento e rossetto, elementi che in modi diversi rappresentano sfumature dell’umana essenza, sono utilizzati dall’artista per imprimere su carta, tramite l’atto del baciare, la traccia dell’io. Lettere e parole emergono, più o meno evidentemente, dal foglio come frammenti di un discorso interrotto che necessita di un intervento di interpretazione per dirsi compiuto. Come suggeriscono gli stessi titoli delle opere, riprendendone il contenuto, ci si dimena tra vita, morte, amore e odio attraverso lavori come Baci (Working Title), Care (Working Title), ma anche Blood (Working Title) e Analogue Mortal (Working Title). I segni tracciati, pur muovendo da un intimo sentire, descrivono comuni esperienze senza mai definire un pensiero univoco, sempre consegnando occasione di interpretazione e comunicazione. La narrazione delineata dall’artista prende le distanze dal racconto tradizionale, è una forma di linguaggio più complessa e più intima che non richiede una decodificazione letterale di parole e segni, ma che necessita di profonda osservazione della sua essenza formale in quanto sistema di scrittura nato dalla traduzione in elementi tangibili di un’esperienza.
Photo Marco Cappelletti
Kiss Emitting Die Odes – Michael Dean
Dal 13 ottobre al 31 dicembre 2020. Su appuntamento
Progetto
Via Idomeneo, 72, Lecce
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