Gerhard Merz

Il valore numerico delle parole nelle opere di Tobia Ravà

Il Museo Civico del borgo di Asolo accoglie la mostra “Divine Armonie. Il Rinascimento in Tobia Ravà” a cura di Patrizia Lazzarin e Maria Luisa Trevisan. L’esposizione è un tuffo nella storia, nella memoria, nell’armonia, dove passato e presente si fondono, si compensano, permeati da un senso di magia e illusione.

Tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, alla corte di Caterina Cornaro, il veneziano Pietro Bembo scriveva Gli Asolani, un’opera in prosa volgare dedicata a Lucrezia Borgia. Nel corso dei secoli in molti trovarono la loro ispirazione nelle zone limitrofe al comune di Asolo, che oggi dista pochi chilometri dalla palladiana Villa Barbaro di Maser, dal Tempio Canoviano e dalla Tomba Brion di Carlo Scarpa.

E proprio nel cuore di questo borgo privilegiato di cultura, nel Museo Civico, si è appena inaugurata la mostra Divine Armonie. Il Rinascimento in Tobia Ravà, a cura di Patrizia Lazzarin e Maria Luisa Trevisan. Il ritmo scandito da numeri e lettere ebraiche è la cifra stilistica delle opere di Tobia Ravà, che si snodano lungo i piani del museo, integrandosi armonicamente con i vari nuclei della collezione esposti nelle sale del palazzo rinascimentale. Incorniciati dalla storia, i lavori di Ravà appaiono ancor più misteriosi e potenti, sprigionando un’energia che deriva certamente dal colore, ma soprattutto dal linguaggio segnico utilizzato dall’artista.

I supporti su cui l’autore “scrive” sono sempre diversi, rendendo di volta in volta unici i messaggi nascosti: le tradizionali tele e tavole dai colori cangianti si alternano alle sculture realizzate con la tecnica a cera persa, o ancora col vetro e col marmo. Ma esistono opere realizzate in alluminio specchiante, come Caterina (2021), un ritratto della regina di Cipro che si ispira al famoso quadro di Tiziano conservato agli Uffizi a Firenze. L’alluminio è il materiale più congeniale per Ravà per rendere omaggio ad altre due donne importanti per Asolo: la scrittrice Freya Strark e “la divina” Eleonora Duse. Natura e architettura sono poi temi ricorrenti della poetica di Ravà, che in questo contesto creano un ulteriore trait-d’union con lo spazio circostante, con i numerosi portici del borgo e con la vegetazione che circonda la rocca di Asolo.

La componente immersiva di queste opere si genera non soltanto dalle frasi cifrate, ma anche dai soggetti rappresentati che ci introducono, di sala in sala, nel mondo a colori di questo artista. Ravà è nato a Padova, ma la sua vita è intrisa di cultura ebraica e influenzata notevolmente dagli insegnamenti sulla semiologia, impartiti da figure autorevoli tra le quali Umberto Eco, Renato Barilli, Omar Calabrese e Flavio Caroli. Il percorso cui ci invita Ravà si costruisce su molteplici piani di lettura, proponendoci un primo livello puramente estetico ed un secondo, più profondo, che ci invita a confrontarci con la ghematria, la matematica e la kabbalah. Intenti a decodificare le opere, ci ritroviamo all’improvviso dentro boschi e prati, tra alberi, ponti e architetture. Prospettiva e profondità, conquiste del tutto rinascimentali, sono enfatizzate dal vorticare dei numeri e dei segni grafici che convergono verso un punto focale, dove istintivamente si sofferma il nostro sguardo.

In questo “gioco di corrispondenze”, nel ricercare il significato ultimo della realtà, si avverte l’armonia dei numeri, dislocati sulla superficie con estrema precisione, mantenendo una stretta connessione tra illusione e concretezza.

Una “fantastica sequenza di numeri” le ha definite il gruppo “Diplomatico e il collettivo Ninco Nanco” il giorno dell’inaugurazione della mostra, nella canzone L’indifferenza, dedicata alle opere di Ravà, in cui riecheggia chiaramente come queste richiamino alla fantasia, ma anche all’ordine, alla stabilità. Le sculture che rappresentano animali esotici, felini, pesci, abitano lo spazio così come lo vive il visitatore, che si ritrova accanto a questi esseri immaginari, portatori di messaggi da decostruire e riordinare. Ma anche oggetti comuni, come vasi, teiere, macchine da cucire diventano per l’artista trasmettitori di contenuti, rimandi al misticismo, all’esoterismo e alla cultura ebraica.

Ogni parola possiede un valore numerico e non importa che il visitatore lo riconosca, ma che apprezzi l’oggetto artistico nella sua complessità.

La mostra ad Asolo di Tobia Ravà è un tuffo nella storia, nella memoria, nell’armonia, dove passato e presente si fondono, si compensano, permeati da un senso di magia e illusione.

Divine Armonie. Il Rinascimento in Tobia Ravà

A cura di Patrizia Lazzarin e Maria Luisa Trevisan.

dal 3 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022
Museo Civico

Via Regina Cornaro, 74, 31011 Asolo TV

orario: sabato, domenica e festivi

9.30-12.30 / 15.00-18.00

Ingresso a pagamento

tel: 0423 952313

sito: www.museoasolo.it, www.asolo.it