Ivan D’Alberto, curatore della mostra, racconta il suo incontro con Castiglioni: «Quando ci siamo visti per la prima volta Viviana mi ha rivelato che un collezionista aveva scelto di acquistare un suo quadro perché aveva ritrovato nell’opera una certa familiarità». Proprio questa tematica, la familiarità, è alla base del lavoro dell’artista, che cerca di indurre l’osservatore ad identificarsi con i protagonisti e gli scenari dei propri quadri. La familiarità è, quindi, il filo conduttore di questa produzione, motivo per il quale D’Alberto decide di inventare una strategia per mettere in risalto tale concept. Da qui nasce l’idea di giustapporre dei Qr Code che permettono di riprodurre delle musiche in dialogo con l’opera. Le sonorità diventano così traghettatrici di emozioni: attraverso l’ascolto del brano, in congiunzione all’osservazione attenta dei piccoli oli appesi alle pareti, l’osservatore riesce a cogliere l’essenza più profonda del messaggio dell’artista.
Allo stesso tempo, ad altre opere è stato accostato un piccolo specchio. Secondo alcuni studi sulla memoria visiva, la retina memorizza per alcuni istanti l’immagine che si sta osservando. Il riflesso dell’osservatore nello specchio rappresenta per alcuni momenti la parte preponderante dell’esperienza di visione. Spostando poi lo sguardo sull’opera pittorica si crea un legame tra l’osservazione precedente e la nuova; in qualche modo, è come se si proiettasse la propria immagine riflessa sulle figure. L’assenza di caratteristiche somatiche aiuta nell’intento di identificazione, la cancellazione dei lineamenti permette una sovrapposizione che altrimenti risulterebbe decisamente più problematica.
I personaggi immortalati da Viviana Castiglioni sono uomini sdraiati in spiaggia, sagome riprese mentre bevono, gonfiano palloncini, “fissano” il vuoto pur non avendo occhi; se da un lato alcuni di questi ritratti potrebbero sembrare estranianti e gli scenari raffigurati talvolta inquietanti, i colori accesi e la scelta di mettere su tavola scene semplici e colloquiali permettono di comprendere l’intento originario dell’artista, ossia quello di “specchiarci” su una “superficie riflettente” che elude la realtà e ci conduce alla scoperta di una nuova verità. Un inganno pittorico che richiama la visione platonica secondo cui il riflesso su uno specchio non è altro che una mimesi, una finzione che i linguaggi artistici contemporanei sfruttano per dare vita a una vanitas, un’illusione effimera di rappresentare un’altra realtà.
Lo specchio, oggetto di veritas, reale, diventa il medium dell’incarnazione della vanitas, quella vanità di diventare protagonisti della scena. Il “gioco” attorno al quale ruota tutta la mostra diventa un espediente per guardare con altri occhi e immergersi nelle scene apparentemente vacue delle opere della Castiglioni. L’autorappresentazione è una tematica che l’artista affronta a partire da alcuni dei titoli delle opere in mostra, quali “Il Re”, “Il Re atto II”, “-S-elfie sono infotografabile”, che rimandano a quella volontà da parte del singolo di sentirsi protagonista di un palcoscenico effimero, di una realtà che si vorrebbe vivere. Il fruitore, di fatto, diviene un soggetto dalle identità multiple all’interno della narrazione pittorica.
L’allestimento segue una logica legata al colore, al ritmo, a delle prospettive che hanno portato alla divisione tra trittici e opere isolate. L’impatto visivo che ne consegue porta alla creazione di un ambiente rassicurante, i colori pastello delle opere facilitano l’occhio dinnanzi alle scene criptiche che vengono presentate. L’elemento prospettico si ritrova nelle opere della prima sala, il cui posizionamento è dettato dall’inclinazione dei volti e dalle contrapposizioni e giustapposizioni di colori vivaci. Il risultato è una composizione delle tavole quasi musicale, le pareti fungono da spartito per un direttore – il curatore – che le riempie come se stesse utilizzando delle note per dare vita ad una melodia.
Viviana Castiglioni
Identità multiple
A cura di Ivan D’Alberto
Ceravento
C.so Vittorio Emanuele II, 161 – Pescara
Fino al 23 dicembre 2023
Orari: martedì – mercoledì – giovedì dalle ore 17 alle 19 | Venerdì e sabato su appuntamento
T. 393 952 3628 | info@ceravento.it