La scelta del titolo, tratto da una stampa dell’artista, evidenzia in partenza il progetto di relativizzazione delle nozioni dogmatiche e universalizzanti legate alle immagini e ai simboli alla base dei sistemi culturali dominanti. Il percorso di vita di Jimmie Durham come artista, poeta, performer, saggista e attivista si esplica a partire dalla decostruzione di idee e categorie consolidate, fondamentali per l’identità culturale europea e statunitense. Le sue opere, caratterizzate da una forte vena umoristica, prendono le mosse dalla scultura per approdare con facilità ad un polimorfismo espressivo necessario alla molteplicità linguistica ed espressiva di Durham.
Presentando una narrazione trasversale delle linee di ricerca dell’artista, forte di cinquant’anni di produzione, l’esposizione si articola non solo attraverso le luminose sale del terzo piano, ma anche negli spazi altri del museo: in biglietteria ci accoglie Presepio (2016), salendo le scale la voce di Jimmie Durham ci accompagna, mentre varie opere sono installate in dialogo con lo spazio al secondo piano.
Al terzo piano, una sala introduttiva ci presenta l’intreccio tra alcuni elementi fondamentali della ricerca di Durham: la separazione e l’incontro tra natura e cultura. Il percorso continua per sequenze tematiche, creando collegamenti tra periodi temporali distanti. Divengono evidenti, attraversando le sale, l’attenzione dell’artista verso le strategie spaziali e di esposizione come forma di dominio sulle espressioni culturali nonché la decodifica critica del linguaggio legato ai sistemi di consumo e produzione capitalista. Nell’esposizione, è tangibile la grande consapevolezza di Durham di essere costantemente in dialogo con la pratica dei grandi maestri del passato.
Considerato una figura unica nel panorama della storia dell’arte internazionale dell’ultimo mezzo secolo, Jimmie Durham ha vissuto per molti anni in pianta stabile a Napoli, contribuendo, alla crescita della comunità artistica e creativa della città partenopea, assieme alla compagna Maria Thereza Alves, artista brasiliana, di cui è possibile incontrare alcuni lavori in mostra.
Nell’ambito di Progetto XXI, tra le azioni della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Morra Greco la mostra Jimmie Durham: And Now, So Far In The Future That No One Will Recognize Any Of My Jokes, a cura di Salvatore Lacagnina. Una lettura del pensiero, dell’attivismo politico e del lavoro artistico di Durham, attraverso le sue sculture, i suoi libri, i suoi componimenti poetici, gli oggetti, le grafiche e le fotografie, video e documenti: uno scrigno che tenta di mostrare l’artista come uomo, con le sue letture, attitudini e posizioni.
Alla doppia inaugurazione hanno preso parte figure di spicco della scena culturale nazionale, tra cui Andrea Viliani, Gian Maria Tosatti, Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier, i membri dell’associazione Amici del MADRE e un pubblico giovane che troverà sicuramente stimoli e altri punti di partenza per una lettura critica del reale.
Un tandem espositivo che racconta la vita e la poetica di un artista capace di essere attuale, la cui produzione si mostra a Napoli sempre fresca, nonostante una sua profonda consapevolezza dei limiti e delle potenzialità infinite dei linguaggi propriamente umani.
La mostre Jimmie Durham: humanity is not a completed project (Museo MADRE, Napoli) e Jimmie Durham: And Now, So Far In The Future That No One Will Recognize Any Of My Jokes, (Fondazione Morra Greco, Napoli) sono visitabili fino al 10 aprile 2023.







