Roma, Museo del Maxxi 26 11 2017 OPENING: GIO PONTI. AMARE L’ARCHITETTURA a cura di Maristella Casciato, Fulvio Irace con Margherita Guccione, Salvatore Licitra, Francesca Zanella ©Musacchio/Ianniello/Pasqualini

GIO PONTI. Amare l’architettura

Architetto, designer, art director, scrittore, poeta, critico: Gio Ponti è stato un artista a 360 gradi che ha attraversato quasi integralmente il XX secolo, segnandone profondamente il gusto,  rispecchiandone le istanze più significative e anticipando molti temi dell’architettura contemporanea.

A quarant’anni dalla sua scomparsa, il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo dedica a questa figura d’eccezione  una grande retrospettiva, che ne studia e ne comunica, a partire dal racconto della sua architettura, la poliedrica attività, sintesi unica e originale di tradizione e modernità, storia e progetto, cultura d’élite e vivere quotidiano.

La mostra, il cui titolo GIO PONTI. Amare l’architettura echeggia quello del suo libro più noto, Amate l’architettura, nella scenografica Galleria 5 del MAXXI fino al 13 aprile 2020, è curata da Maristella Casciato (Senior Curator of Architectural Collections al Getty Research Institute di Los Angeles) e Fulvio Irace (critico e storico dell’architettura) con Margherita Guccione (Direttore MAXXI Architettura), Salvatore Licitra (Responsabile Gio Ponti Archives), Francesca Zanella (Presidente CSAC) ed è realizzata dal MAXXI in collaborazione con CSAC – Centro studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma – che conserva l’archivio professionale di Gio Ponti – e Gio Ponti Archives.

Per Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI “Celebrare la grandezza di Gio Ponti significa immergersi in un’eredità che non ha eguali in versatilità, estro, applicazione. Edifici privati e committenza pubblica, aziende e luoghi di studio, oggetti di uso quotidiano e arredamento di uffici e di navi, cattedrali e musei, si alternano in una ricerca, mai dogmatica o ideologica, in cui dialogano classicità e modernità, paesaggio naturale e orizzonte urbano, vocazione sociale dello spazio e salvaguardia della bellezza”.

Dice Margherita Guccione, Direttore MAXXI Architettura: “Né classico né moderno, il lavoro di Gio Ponti è stato un unicum nella storia dell’architettura italiana del Novecento, un secolo che l’architetto ha attraversato quasi integralmente, passando dal disegno dell’oggetto d’uso quotidiano all’invenzione di soluzioni spaziali per la casa moderna, alla realizzazione di progetti complessi calati nel contesto urbano, tenendo sempre ferma, al centro della sua ricerca, l’architettura, scenario e soccorso della nostra vita”.

La mostra è il frutto di un attento lavoro di ricerca, che mira ad aggiornare la conoscenza sulla figura di Ponti architetto, mettendo in evidenza alcuni dei temi guida della sua lunga attività e la sua straordinaria capacità di prefigurare spazi e motivi della ricerca architettonica contemporanea: l’aspirazione alla verticalità e alla leggerezza attraverso la smaterializzazione delle facciate, la concezione di una città verde in cui la Natura rientri a pieno titolo nell’agenda dell’urbanistica e dell’architettura, la flessibilità di spazi domestici capaci di adattarsi alle esigenze del proprio fruitore, sono senz’altro temi che più di mezzo secolo fa hanno anticipato, con inedita chiarezza, i toni della sensibilità odierna.

Esposti materiali archivistici, modelli originali, fotografie, libri, riviste, classici del design strettamente collegati ai suoi progetti architettonici e organizzati in otto sezioni che evocano concetti-chiave espressi dallo stesso Ponti.  L’allestimento è immersivo e scenografico e suggerisce l’idea dello spazio del maestro: fluido, dinamico, colorato. Già nella lobby del museo, il visitatore viene accolto da una potente installazione di grandi stendardi in Alcantara, sospesi negli spazi a tutta altezza di Zaha Hadid, che riproducono facciate stilizzate di grattacieli ed evocano lo skyline di una mai vista città pontiana. Uscendo dagli ascensori che conducono alla Galleria 5, al terzo piano, la riproduzione del giallo fantastico usato per la pavimentazione della rampa trasporta subito il visitatore all’interno del grattacielo pontiano più famoso: il Grattacielo Pirelli a Milano.

Inoltre, l’esposizione si arricchisce di una sorta di mostra nella mostra grazie a un progetto di committenza fotografica ideato e curato da Paolo Rosselli che, insieme ad altri sette autori da lui scelti, ha dato vita a una serie di sguardi contemporanei su altrettante opere pontiane, mostrandone la vita odierna.