Gagosian New York ha recentemente inaugurato una mostra di diciotto dipinti di Simon Hantaï (1922–2008). “Les blancs de la couleur, la couleur du blanc”, curata da Anne Baldassari, è la seconda mostra personale di Gagosian sul lavoro di Hantaï, nell’anno del centenario della nascita dell’artista. Molte delle opere in mostra, che occupano entrambi i piani della galleria presso la 980 Madison Avenue, non sono mai state esposte in precedenza.
Il titolo della mostra allude all’uso che l’artista fa del bianco in diverse serie di opere: in esse Hantaï utilizza la tecnica del “Pliage” (Piegatura), in cui la tela viene accartocciata, piegata e riannodata, dipinta e poi distesa in modo da rivelare il risultato. Diversamente da “LES NOIRS DU BLANC, LES BLANCS DU NOIR”, sempre curata dalla Baldassari, mostra di dipinti e stampe bianchi e neri realizzati tra il 1951 e il 1997 dall’artista e presentata da Gagosian Le Bourget nel biennio 2019–20, la selezione di quest’anno si concentra su opere distinte per combinazioni di colori primari e secondari, tra cui il blu e l’arancione, il giallo e il viola, il rosso e il verde. Queste potenti tonalità hanno un grande significato per Hantaï, che mette insieme riflessioni sui vestiti indossati dalla madre nei giorni di festa, immagine simbolo dell’infanzia dell’artista, e altre sul suo studio dell’opera di Paul Cezanne, Henri Matisse e della “Teoria dei Colori” di Goethe (1810).
Hantaï inizia a realizzare dipinti con la tecnica del “Pliage” nel 1960, riflettendo sulle pratiche artistiche apprese dai surrealisti e sulla gestualità messa in atto dall’espressionismo astratto. Questa tecnica domina la sua produzione da qui in avanti e “Les blancs de la couleur, la couleur du blanc” mette in mostra diversi esempi di alcune serie artistiche realizzate in questo modo. Le serie Études (1968–71) e Blancs (1973–74) illustrano lo sforzo di Hantaï per espandere il bianco sulla tela, con l’aggiunta di figure astratte generate dal processo di piegatura. Anche la Tabulas series (1972–76 e 1980–82) presenta tale design ma lo regola attraverso la sistematicità della piegatura e della colorazione monocromatica delle opere. Così le griglie sciolte delle Tabulas presentano insiemi di variazioni che incarnano la congiunzione di segni intenzionali e accidentali.
Nato a Bia, in Ungheria, Hantaï si sposta a Parigi nel 1948 e si unisce al circolo dei Surrealisti di André Breton. Nel 1955 rompe con il gruppo, in seguito all’incontro con il lavoro di Pollock. Acquisisce sempre più prestigio nei due decenni a seguire e, nel 1982, viene invitato a rappresentare la Francia alla Biennale di Venezia (viene naturalizzato francese). Qualche mese dopo decide di sparire dai radar e non esporrà nessun nuovo lavoro fino al 1998. In seguito a questo suo isolamento, inizia a modificare una serie di dipinti a “Pliage” che aveva esposto nel 1981 presso il CAPC musée d’art contemporain de Bordeaux, fotografandoli da un angolo ben preciso e realizzando serigrafie bianche e nere a partire dalle immagini distorte.
“Les blancs de la couleur, la couleur du blanc” è accompagnata da una pubblicazione che contiene un opuscolo con un saggio e una cronologia dettagliata scritti da Anne Baldassari, cartoline e immagini dedicate a ciascun lavoro e un poster pieghevole. Una retrospettiva sul lavoro di Hantaï è attualmente in corso presso la Fondation Louis Vuitton di Parigi. Diverse collezioni di livello internazionale conservano il lavoro dell’artista ungherese naturalizzato francese, tra cui il CAPC musée d’art contemporain de Bordeaux, il Centre Pompidou, l’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington DC, il Ludwig Museum di Budapest, il Musée d’Art Moderne de Paris, il Museum of Fine Arts di Houston, il Museum of Modern Art di New York, la National Gallery of Art di Washington DC e il Solomon R. Guggenheim Museum di New York.
Opening: 27 gennaio 2022