Ideata da Alessandro Sarteanesi e Marco Pierini – rispettivamente vicepresidente e presidente del comitato scientifico dell’associazione Le Nuove Stanze – Galleria Aperta ha inaugurato il 25 marzo con la mostra Sergio Lombardo. Una programmatica differenza, omaggio alla produzione dell’artista-psicologo nel corso degli ultimi cinquant’anni, a cura di Moira Chiavarini e Simone Zacchini in collaborazione con l’Archivio Sergio Lombardo. La mostra ripercorre cronologicamente la carriera dell’artista, approfondita con una giornata di studi dedicata; una delle numerose attività previste dal progetto, nel tentativo di rendere semplici concetti complessi.
Proseguendo al secondo piano, il 13 aprile ha inaugurato la mostra Giovanni Frangi. Le mille vite di Showboat, a cura di Giovanni Agosti, che parte dalla personale del Castello Sforzesco di Milano per riadattarsi alla città di Arezzo e alle celebrazioni del 450° anniversario della morte di Giorgio Vasari. Per comprendere meglio l’esposizione e la poetica dell’artista, sono consultabili in sala i due volumi l’Andata e il Ritorno della collana Le lucciole di Magonza editore che ha finanziato l’intero progetto. Nelle sale sono presenti anche incisioni di grande formato, realizzate in collaborazione con la stamperia Albicocco di Udine, insieme alla quale sarà realizzato un workshop con il coinvolgimento degli altri artisti in mostra Ivano Troisi e Bernardo Tirabosco.
Attualmente visitabile è la mostra Sguardi dalla finestra di Bernardo Tirabosco, che si inserisce nel programma di brevi personali del piano terra che vedono il succedersi di Christian Cerrini, Luca Baldassari, Ivano Troisi, Bernardo Tirabosco, Enrico ‘Drigo’ Salvi. Gli artisti selezionati per questa rassegna sono locali, trapiantati o stanno svolgendo una ricerca nel e per il territorio, come la mostra Ponte di Ivano Troisi, che ha preceduto l’attuale, per la quale l’artista ha indagato la storia e il luogo circostante il Ponte di Buriano, con il coinvolgimento della cittadinanza.
Ponte, a differenza delle altre mostre circoscritte al piano terra, dialoga con il resto dell’edificio e con gli altri artisti, mediante l’installazione dell’opera studi del riverbero e dell’opera fili d’erba tra i due livelli, dove fili d’erba torna in un’altra versione sul terrazzo, in dialogo con le opere di Giovanni Frangi. Da due anni, Troisi, porta avanti una ricerca che indaga il territorio circostante il Ponte Buriano, entrando in relazione con gli abitanti dell’omonima riserva per comprenderne le relazioni e restituirne le suggestioni vissute dai loro racconti e dalla sua personale esperienza. Omaggia il luogo attraverso opere come i libri sui quali riporta immagini che scorrono come ricordi o nei fili d’erba, in cui vi è un rimando alla vegetazione circostante, ma il riferimento maggiore lo troviamo nella macchina del riverbero, azionata dai visitatori che rivivono il movimento dell’acqua che si riflette sulle arcate del ponte, una suggestione che l’artista condivide attraverso un video che è sia opera sia oggetto di studio.
Un progetto ricco di eventi espositivi, didattici e ludici, per ‘aprirsi’ verso il territorio attraverso la curiosità e la bellezza, organizzato da Fondazione Guido d’Arezzo e l’associazione Le Nuove Stanze, con il sostegno economico di Magonza ed il patrocinio del Ministero della Cultura, che si concluderà il 2 giugno con l’augurio di proseguire negli anni.