Vallombrosa Formafantasma, Cambio © Margherita Villani

Studio Formafantasma: CAMBIO

Al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato è in corso, dal 15 maggio fino al 24 ottobre 2021, la mostra multidisciplinare CAMBIO, curata dal duo di designer, Andrea Trimarchi e Simone Farresin, dello Studio Formafantasma, con base ad Amsterdam.

La mostra, originariamente iniziata e organizzata dalla Serpentine Gallery, è stata curata a Londra da Hans Ulrich Obrist e Rebecca Lewin, e con Cristiana Perrella al Centro Pecci.
Studio Formafantasma ha dato vita a un progetto espositivo, nato dalla ricerca sulla governance dell’industria del legno.

Se osserviamo la sezione del tronco di un albero, noteremo uno strato, il più sottile tra tutti quelli visibili, considerato di importanza vitale: vitale proprio perché destinato a generare tessuti nuovi. Chiamato cambio, o strato cambiale, esso permette la crescita e la conservazione dell’albero nel tempo. Un unico e sottile strato cellulare in grado di rigenerare, produrre, accrescere, cambiare. Cambio, infatti, dal latino medievale cambium, significa “cambiamento, scambio”.

Studio Formafantasma ha fatto propri il termine e il significato specifico di strato cambiale, trasponendolo in un ambito differente ma complementare per molteplici aspetti: quello del design. Il design è fortemente legato, in particolare, all’industria del legno, la quale, diffusasi in tutto il mondo, è divenuta estremamente difficile da regolare. Avviatasi nel XIX secolo, l’industria del legno si indirizzò verso la bioprospezione, ovvero l’esplorazione, a scopo scientifico e commerciale, dei territori coloniali e delle loro rispettive biodiversità: in breve tempo, essa si trasformò in una delle attività produttive di maggior impatto, a livello economico ed ecologico.

Adeguando la struttura fisica del tronco di un albero, la mostra è organizzata come gli anelli concentrici che ne costituiscono la sezione. Lo spazio della mostra, dunque, se messo a confronto con quella sezione dell’albero, protetto e reso vivo dallo strato cambiale, è organizzato nel modo seguente: gli spazi centrali presentano dati e ricerche sotto forma di intervista, materiali di approfondimento e due filmati, realizzati dallo Studio Formafantasma, a conclusione della loro ricerca. Procedendo verso l’esterno, gli spazi perimetrali offrono alcuni casi studio, che forniscono informazioni sui modi di acquisto e utilizzo del legno nel mondo. Una mostra, come affermato all’inizio, multi-disciplinare: ogni indagine si è sviluppata in collaborazione con esperti nei settori della scienza, dell’ingegneria, delle politiche ambientali e della filosofia.

Uno dei grandi meriti di questo lavoro consiste, senza dubbio, nella volontà di ricondurre qualsiasi riflessione economica, ecologica o commerciale al valore e al ruolo dell’elemento naturale albero: a quest’ultimo, infatti, viene riconosciuta la capacità di essere fonte essenziale e originaria di informazione, sensore dei cambiamenti climatici globali e, contemporaneamente, soluzione a questi stessi cambiamenti, grazie alla naturale capacità di assorbire anidride carbonica. L’albero è in grado di inglobare il concetto di tempo: conserva l’identità passata di se stesso e dell’ambiente circostante; cresce nel momento presente e il processo di questa sua stessa crescita anticipa il futuro ambientale. Dall’analisi microscopica del legno e delle sue caratteristiche, è possibile giungere a una comprensione metafisica degli alberi stessi, considerati organismi viventi, capaci di avvertire l’umanità contro quel che rende la Terra maggiormente vulnerabile agli eventi metereologici intensi: sfruttamento territoriale e delle monocolture.

In virtù di tali considerazioni, Studio Formafantasma apre la mostra con alcuni campioni rari di legni duri, esposti per la prima volta alla Grande Esposizione del 1851: alberi abbattuti fino a causarne l’estinzione. Vi sono, poi, esempi che dimostrano il legame indissolubile tra design e industria del legno: mobili e sedute, disegnate da Studio Formafantasma, tutti realizzati da un unico albero sradicato da Vaia, la tempesta che, nel 2018, colpì il nord Italia. Nella mostra di Prato, inoltre, sono stati rilevati determinati accostamenti e suggestioni, come il confronto con la ricerca pluriennale sugli alberi, condotta dall’artista e scultore italiano Giuseppe Penone. O, ancora, l’opera olfattiva, realizzata dalla ricercatrice e artista dell’olfatto Sissel Tolaas, in grado di evocare la terra bagnata e la flora di un bosco: che cosa perderemmo se non tutelassimo l’ambiente e le foreste?


Giuseppe Penone, Albero in torsione destra, 1989 legno di larice 792 × 26 × 30 cm foto © Luigi Gariglio

La mostra CAMBIO ci pone dinanzi alle disastrose conseguenze che potrebbe subire l’ambiente nel quale viviamo. L’obiettivo, dunque, è sensibilizzare il mondo del design, evidenziandone il ruolo cruciale e la responsabilità nei confronti dell’ambiente. È necessario andare oltre i propri confini: a partire da una rinnovata comprensione della filosofia e della politica degli alberi, il futuro del design ha il compito di rendersi consapevole dell’emergente situazione attuale ambientale e di tradurre tale consapevolezza in azioni pratiche, collaborative e risolutive.

In occasione della mostra al Pecci, sarà pubblicata da Nero Editions una nuova edizione in italiano del volume precedentemente edito da Koenig Books per la Serpentine Gallery (già alla sua terza edizione inglese). Il libro, disegnato dallo studio SJG/Joost Grootens di Amsterdam, in lingua italiana e in formato reader tascabile, oltre alle interviste e ai testi critici che approfondiscono la ricerca condotta dai due designer, presenta contenuti inediti relativi a un ulteriore capitolo dell’indagine, sviluppato sul territorio Toscano.

Nel volume vi sono testi e interviste di: Mauro Agnoletti, Jennifer L. Anderson, Paola Antonelli, Emanuele Coccia, Marco Fioravanti, Formafantasma, Lesley Green, Frederic Lens, Rebecca Lewin, Faustino Londoño e Nelson Ortiz, Mark Nesbitt e Caroline Cornish, Philipp Pattberg e Pieter Baas, Giuseppe Penone, Vanessa Richardson, Paulo Tavares.

La mostra e il volume sono realizzati con il sostegno dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi.