Nella mostra personale Camera con vista di Matteo Santacroce, in arte Bislacchi, a cura di Ilaria Monti presso l’artist-run space e project space Display di Parma, strutture architettonico-tensive sintetizzano e oggettualizzano gli elementi essenziali della pittura in un intreccio di tele, colore e telai che compongono equilibri coordinati cartesianamente, nell’insieme di linee, nella costruzione di nuove proporzioni ed enunciati formalistici, stabilendo variabili coerenti e astratte.
Le città di Parma, Milano e Londra, entrano nell’immaginario artistico nei rimandi storici, nell’estetica di un viaggio compiuto tra i luoghi, le strade, attraverso balenamenti visivi catturati nei ricordi che assumono profili modulari, aggettanze regolate in piani intersecanti, in rapporti correlati in forme e cromie.
Ritmi simmetrici e consequenziali, nodi e sovrapposizioni monocrome aprono ad una visione spaziale, formante connessioni e richiami ad una uniformità lineare in cui si addensano ipertestualità reticolari, strati interpretativi e dimensionali, superfici costruite nei colori e nelle tesature dei tessuti.
L’esposizione parmense, attraverso una amplificazione dinamica delle sintetiche e essenzialistiche relazioni tra luoghi e immagini, si orchestra e riflette in una riconfigurazione astratta e controllata di una materia grammatologica che nella sua archi-scrittura unisce una mediazione metaforica tra concettualità pittoriche, strutturali e formali compenetranti e componenti le opere esposte della serie Wall of Canvas, realizzate durante la partecipazione al programma VIR – Viafarini-in-residence a Milano.
In una allusione alle camere d’albergo e ai non luoghi, la mostra dialoga sintatticamente con la città, con i colori dei capolavori artistici, con le forme ripetute e incastonate tra i monumenti, in una vista protesa all’esterno e introiettata intimamente come costrutto pittorico-visivo definito in una conquista spaziale, memoria di un’osservazione puntuale, analitica ed esplorativa.
La facciata del Duomo e le opere del Correggio entrano nei lavori dell’artista come flusso diacronico da cui prendono corpo nuove estetiche, risolte in declinazioni semantiche e temi compositivi geometrici, cogliendo dalle immagini una relazione di interpretazione e interpolazione incrociata nelle interconnessioni di stoffe e tonalità.
L’artista nella torsione e trazione degli elementi, nei rimandi di pieni e vuoti, nell’unità di geometrie contrapposte in una interdipendenza di contatto, convoglia trame e stratificazioni urbane, percorsi temporali che restano come visioni e possibilità di nuove narrazioni in dialettiche simmetriche reciproche.
Nelle opere la terza dimensione si sovrappone alle due dimensioni in una morfologia volumetrica in dialogo calzante tra lo spazio espositivo e la città di Parma, assunta come itinerario percettivo percorso attraverso una dialettica sinottica.
La mostra Camera con vista si apre come finestra immaginativa rimarcata da un limite, come centro di forze primarie in metriche linearità successive.