Ferdinand Hodler, Die Empfindung (L'Emozione), 1909 circa Olio su tela Stiftung fur Kunst, Kultur und Geschichte, Winterthur

Ferdinand Hodler – Filippo Franzoni. Un sodalizio artistico

Dal 13 aprile al 10 agosto 2025, al Museo d’arte della Svizzera italiana a Lugano – sede LAC, la mostra Un sodalizio artisticoa cura di Cristina Sonderegger, che celebra il sodalizio tra due artisti svizzeri: Ferdinand Hodler e Filippo Franzoni.

Ferdinand Hodler, probabilmente noto ai più per La notte del Musée des Beaux-Arts di Berna, uno dei suoi dipinti più intensi che abbraccia pienamente le tematiche simboliste, e Filippo Franzoni, nato a Locarno, e meno noto fuori dalla Svizzera italiana, che, avendo studiato a Milano all’Accademia di Belle Arti di Brera, si avvicina, dal punto di vista stilistico, agli artisti della Scapigliatura lombarda.

All’interno della mostra, la scelta curatoriale è stata quella di permettere al visitatore di confrontare costantemente le scelte tematiche degli artisti evidenziando l’amicizia profonda tra i due, le convergenze stilistiche e le modalità pittoriche. Il corpus di opere presentate, circa un’ottantina, predilige il tema del paesaggio e del ritratto evidenziando la fascinazione che hanno subito nei confronti del paesaggio svizzero: i laghi, le cime alpine, le atmosfere affascinanti, o anche sublimi, di alcuni luoghi sconvolti dal vento o dalla pioggia. Tuttavia, il linguaggio pittorico non si ferma alla pure descrizione e, in entrambe gli artisti, si trasforma in un comune interesse per la traslazione simbolica e spirituale.

La formazione artistica di Hodler avviene a Ginevra ma sarà molto importante nel suo percorso lo studio dei maestri del passato, da Dürer ad Hans Holbein, ma anche Velasquez, poi l’Impressionismo e l’Art Nouveau. Il suo metodo del “parallelismo” lo porterà ad organizzare le composizioni in modo da rispettare principi di simmetria e ritmo. Anche Franzoni entrerà in contatto con gli impressionisti ma farà proprie anche certe modalità espressive vicine a Daniele Ranzoni, Tranquillo Cremona e ai Nabis per le stesure en aplat. Un tratto singolare del suo percorso artistico sarà la frequentazione della comunità naturistica del Monte Verità, una collina sopra ad Ascona, che riuniva anarchici vegetariani e utopisti sulla scia del pensiero teosofico, e visitata da scrittori come Herman Hesse, Franz Kafka ma anche da personalità come Gustav Jung o Isadora Duncan. I soggiorni al Monte Verità avevano come scopo quello di rivolgere particolare attenzione ad uno stile di vita in cui sia il corpo che lo spirito dovevano essere in piena armonia. Gli ospiti vivevano liberi dalle convenzioni sociali in una sorta di condizione paradisiaca. In alcuni dipinti di Franzoni esposti in mostra emerge chiaramente l’influenza di questo tipo di scelte che si traduce in paesaggi animati da silhouette che abitano l’ambiente naturale in atteggiamenti contemplativi ma che tradiscono, in certo modo, una ricerca introspettiva segnata da un equilibrio mentale instabile. Hodler e Franzoni hanno, in sintesi, rivoluzionato la rappresentazione del paesaggio svizzero connotandola di accenti simbolisti e spirituali. Nel 1895 entrambi vincono il secondo premio a pari merito al Concours Calame di Ginevra e l’amicizia tra loro si consolida anche per la partecipazione a giurie che contribuiranno al dialogo e scambio tra le diverse regioni linguistiche svizzere.

Filippo Franzoni, L’Isolino con bambine, 1900 circa
Olio su tela. Collezione della Città di Locarno

MASI, Sede LAC, dal 13 aprile al 10 agosto 2025

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