Una personale testamento.
Noto, al pari di Richard Serra e Bruce Nauman, per la sua rivoluzionaria produzione scultorea, Keith Sonnier (Mamou, Louisiana, 1941 – Southampton, New York, 2020) è stato scultore di luce e spazi: pioniere del post-minimalismo in scultura e dei suoi tangibilissimi “giochi di luce”, dagli anni ’60 ha progressivamente sperimentato il lattice, il feltro, la plastica, le lampadine a incandescenza, la plastica approdando ai tubi al neon.
Di tutt’altra natura sono invece le opere raccolte nell’intimo spazio di Via Bonaventura Cavalieri: 8 disegni di grande e piccolo formato realizzati tra il 1995 e il 1996.
Il noto scultore della luce sembra qui vestire i panni di un capacissimo disegnatore Disney di metà secolo alla ricerca delle più improbabili sagome antropomorfe da animare sulle note di una sinfonia di Fantasia (1940).
In realtà il disegno rappresenta per Sonnier un fondamentale punto di partenza e la controparte grafica della potenziale scultura: segni in matita, grafite ed evidenziatore si dilatano sul foglio come il neon si abbraccerà alle pareti.
Ispirata dalla spericolata figura dello sceriffo della Parrocchia di Saint Landry (Louisiana), la serie Cat Douchet aggiunge alle stravaganze del politico donnaiolo alla ricerca di voti il bagaglio più intimo e familiare del maestro americano: a bordo della sua station wagon altoparlante l’eccentrico personaggio attraversa le paludi del bacino Atchafalaya, le aree abitate dai nativi Okalousa fino a toccare la parrocchia di Ouachita, titoli e luoghi cari ad un Keith figlio di una precisa realtà americana crogiolo di discendenze native, coloniali e afro-americane.
Se con l’antologica del 2018 creava sublimi riflessi al neon, da ottobre 2020 il pavimento in parquet di primo ‘900 dello spazio milanese è tableau vivant.
Come catapultati in un polveroso spaghetto western, le rocambolesche avventure dello sceriffo di Saint Landry trovano eco su una superficie tirata a lucido un tempo scuola di danza.
E se visivamente l’aspetto dello spazio espositivo dà origine a simpatici accostamenti all’immaginario di Sergio Leone, la sua qualità tattile si configura come un’efficace estensione della plurisensorialità conferita dall’artista alle opere di grande formato: realizzate con la tecnica della floccatura, i tratti colorati di Quachita, Atchafalaya e Okalousa (1996) presentano un tridimensionale effetto velluto mentre disegni preparatori su carta millimetrata di Cat Doucet Drawing (1995) prefigurano la scultura che verrà.
Intimo e onesto, un ricordo e un saluto dal sapore western al centro di Milano.
Tutte le immagini
Courtesy Galleria Fumagalli, Milano
Photo Giuseppe Cristian Bonanomi
Keith Sonnier, Cat Doucet Drawings.
dal 2 ottobre al 18 dicembre 2020
Orari d’apertura
Lun-Ven 13-19
GALLERIA FUMAGALLI
Via Bonaventura Cavalieri 6, – 20121 Milano