“Want to talk to the world?”. Una domanda il cui significato viene rafforzato dalla luce emanata dal neon rosso che ne compone le lettere. In seguito al lockdown che tutti gli italiani hanno vissuto, Fabrizio Dusi (Sondrio, 1974) – da sempre attento ai temi della comunicazione e delle relazioni che si sviluppano all’interno della nostra società – presenta la mostra Insieme al mondo, piangere, ridere, vivere – a cura di Diego Galizi e Chiara Gatti – presso il Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo.
Il titolo, installato sulla facciata del Palazzo Comunale, si rifà ad una frase tratta dalla poesia Se saprai starmi vicino di Rosita Vicari. L’opera dotata di luminosità propria – conferita dalla struttura in neon – lascia intendere la positività del messaggio che l’artista vuole trasmettere alla collettività, conferendo così alla sua arte una funzione sociale e pedagogica.
Il percorso espositivo propone un’analisi attraverso l’uso di singole parole o brevi frasi modellate in ceramica – medium caro a Dusi – abbinate ad arazzi dipinti su coperte termiche per illustrare gli stati d’animo che hanno caratterizzato le giornate di ciascuno di noi: partendo dal ciclo “Bla Bla Bla”, dove i caratteristici personaggi pop e stilizzati sono isolati ed intenti ad urlare al mondo la propria versione in maniera unidirezionale con cui l’artista identifica il “Modern Talking”, segue “Together” in cui individui solitari immersi negli sfondi dorati delle “coperte d’emergenza” evidenziano l’impossibilità di dialogare tra loro.
Il panorama della comunicazione contemporanea, già minato dall’azione invasiva dei social e della virtualità sconfinati nel reale, viene ulteriormente colpito dai protocolli per attuare il distanziamento; così “Crying” universalizza la presa di coscienza di un fallimento collettivo attraverso la rappresentazione del peccato originale, dove però Dusi pone in evidenza il lato umano di Eva e Adamo, persi in un abbraccio rassicurante, realizzando un vaso in ceramica tondeggiante che si rifà alla circolarità del tempo. Dopo il dolore segue “Take Care” cui è abbinato un arazzo con la figura di San Michele, difensore della fede e patrono di Bagnacavallo, simbolo di una possibile rinascita cui auspicano tutte le installazioni del salone centrale: dalla sagoma luminosa rossa dell’Italia, alla serie dei dipinti su coperte isotermiche di ogni singola regione, ad un arazzo del Mondo.
Non esiste geografia che non sia stata toccata dal virus, così il desiderio globale nel dramma dell’isolamento si leva riflettendo un unico pensiero condiviso: “liberi”, “Insieme al mondo, piangere, ridere, vivere”.
Nelle immagini: Fabrizio Dusi. Insieme al mondo, piangere, ridere, vivere (2020)
Vedute parziali dell’esposizione
Museo Civico delle Cappuccine, Bagnacavallo
Facciata del Municipio, Bagnacavallo