Luogo

Galleria Enrico Astuni
Via Jacopo Barozzi, 3 - Bologna
Sito web
http://galleriaastuni.net
Categoria

Data

Mar 06 2021 - Giu 05 2021
Evento passato

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Mostra

Øystein Aasan, Peter Halley, Jonathan Monk, Maurizio Nannucci | Quattro idee

La Galleria Enrico Astuni presenta la mostra collettiva curata da Lorenzo Bruni dal titolo Quattro idee. Gli artisti coinvolti nel progetto sono Øystein Aasan (1977, Kristiansand, Norvegia; vive e lavora a Berlino), Peter Halley (1953, New York; vive e lavora a New York), Jonathan Monk (1969, Leicester, UK; vive e lavora a Berlino) e Maurizio Nannucci (1939, Firenze, dove vive e lavora). Il titolo del progetto rimanda alle quattro idee differenti, ma in qualche modo vicine, portate avanti dai quattro artisti coinvolti rispetto al tema del colore, dell’eredità del Modernismo, del concetto di paesaggio come spazio da attraversare più che da osservare a distanza da esso.

Sono temi che potrebbero apparire laterali rispetto alla radicalità delle ricerche degli artisti in questione – di generazioni e nazionalità differenti – anche se, proprio per la loro apparente lateralità, divengono interessanti per affrontare da punti di vista inediti una riflessione sul loro modo di lavorare e di riflettere sul ruolo dell’artista all’interno della società di cui fa parte. Le opere presenti all’interno della mostra alla Galleria Enrico Astuni sono state scelte dai singoli artisti e dal curatore appositamente per l’occasione per due motivi principali: il primo è quello di osservare alcuni elementi di urgenza che ritornano nelle ricerche dei quattro artisti
coinvolti.

Tali elementi hanno a che fare con una forte attenzione al colore come vibrazione, al superamento del tema del monocromo fino a sublimare, enfatizzare o far implodere alcuni principi legati all’architettura modernista; l’altro è quello di riflettere sull’idea di paesaggio mentale che mettono in pratica con i loro interventi e che ribalta completamente il concetto di orizzonte classico. Oggi, in un mondo virtuale e al tempo di una pandemia mondiale, ci siamo tutti trovati a interrogarci su come riflettere sulla condivisione di un paesaggio che non sia quello osservato a debita distanza, ma anche con la possibilità di visitarlo, abitarlo e modificarlo. Temi che questi quattro artisti hanno sempre messo in evidenza a partire dal dialogo che stabiliscono tra la presenza delle loro opere e il contesto in cui le collocano.

Tale approccio permette anche di porre attenzione al dibattito che da sempre Øystein Aasan, Peter Halley, Jonathan Monk e Maurizio Nannucci portano avanti sul ruolo dell’opera d’arte e della cultura in generale all’interno della società attuale, oltre alla creazione di un dialogo tra il percepire, l’osservare e l’immaginare un’immagine in un’epoca post-ideologica, post-internet e iper-connessa. Come scrive Lorenzo Bruni, le strutture geometriche e architettoniche di Øystein Aasan indagano l’eredità dell’oggetto di design e dei quadri astratti delle avanguardie del primo Novecento per riflettere sul tema dell’archivio al tempo dei social media creando accostamenti particolari tra disegni, quadri e immagini che permettono così di far emergere le caratteristiche identitarie della società contemporanea. Per l’occasione, inoltre, ha anche ideato una scultura che diviene una seduta e un nuovo punto di vista fisico e non solo mentale all’interno del paesaggio creato dalle opere esposte all’interno della galleria.

Le opere del progetto dal titolo Quattro idee sono differenti tra loro per i media utilizzati, ma soprattutto per le implicazioni processuali che mettono in atto. La prima sensazione che emerge nell’osservarle assieme è quella di un’analisi diretta e istantanea sulle diverse modalità di manifestazione del colore e della forma astratta. È invece un’analisi più profonda legata agli strumenti dell’arte a partire dall’incontro tra una superficie e la presenza del colore. Questo rimanda al tema dell’eredità del Modernismo e se questa può essere oggi considerata un’utopia democratica o una condanna egotistica. È allo stesso tempo anche una riflessione sulle metafore del convivere. A chi si rivolgono queste immagini e questi testi che appaiono come a-storici? Sono opere, tutte accomunate da una particolare attenzione al colore come vibrazione ed espansione percettiva, che chiamano sempre in causa la presenza di uno sguardo esterno proprio per far riflettere in maniera differente sul rapporto tra osservatore e oggetto osservato, tra idea e forma, tra contenitore e oggetto contenuto.


Øystein Aasan, Peter Halley, Jonathan Monk, Maurizio Nannucci
Galleria Enrico Astuni Bologna
dal 06.03.2021 al 05.06.2021

A cura di: Lorenzo Bruni

Galleria Enrico Astuni
Via Jacopo Barozzi, 3
T. +39 051 4211132
info@galleriaastuni.net
galleriaastuni.net


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