ARCO Lisboa

Luogo

MART Rovereto
Corso Angelo Bettini, 43, 38068 Rovereto TN

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Data

Ott 09 2020 - Feb 14 2021
Evento passato

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Mostra

Luciano Ventrone | La grande illusione

Le nature morte iperealistiche di Luciano Ventrone (Roma, 1942), divenuto famoso per il suo virtuosismo e per le stupefacenti riproduzioni in pittura di una realtà che appare più vera del vero, innestano un dialogo indubbiamente stimolante in rapporto con l’opera di Caravaggio.

La mostra “Luciano Ventrone. La grande illusione” è stata ideata da Vittorio Sgarbi e Lorenzo Zichichi e concepita con le sue 18 opere tematiche come un Focus nell’ambito dell’esposizione “Caravaggio. Il contemporaneo”, con cui il Presidente del Mart di Rovereto intende mettere in luce l’assoluta attualità del Maestro lombardo per gli artisti e le società contemporanei.

Le assonanze e i richiami a Caravaggio non mancano, come il richiamo puramente compositivo e stilistico di talune nature morte esposte al Mart – Solo per caso (2010), Il dono di Bacco (2011) e Strani compagni ( 2012) al “Canestro di frutta” di Caravaggio.

Luciano Ventrone Grani corallini, 2012- 2014, Olio su tecnica mista su tela di lino

Sono dunque le distinzioni nell’approccio di luce e colore tra Ventrone e Caravaggio che vanno segnalate: da un lato l’uso drammatico, teatrale, emotivo dell’illuminazione da parte del Merisi, dall’altro la luce immanente in cui Ventrone immerge i suoi frutti e fiori: un luce che risiede all’interno e irradia verso l’esterno, diventando sostanza integrante di ciò che illumina.

Una luce che secondo la Noel-Johnson esalta il colore, facendo assumere alle sue tonalità proporzioni quasi magnetiche e ipnotiche, trasformando oggetti di uso quotidiano “in elementi soprannaturali”.

“La luce – scrive Vittorio Sgarbi nell’introduzione al catalogo – si mette al servizio dell’oggetto e, attraverso il riflesso, diventa materia, diventa sostanza integrante di ciò che illumina. È la luce immanente, luce che sta dentro le cose, che proviene da esse. È la lucemateria che rimanda alle origini dell’arte italiana prospettica, a Piero della Francesca, ovvero al concetto neoplatonico di luce come emanazione, come contenuto della forma-idea, come fattore strutturale e decisivo della harmonia mundi.”

Una rappresentazione teatrale della realtà quella di Ventrone, che posiziona meticolosamente sulla tela i soggetti naturali assegnandogli un ruolo centrale e non relegato o secondario; “quasi una una performance di natura barocca con un’enfasi drammatica” accentuata anche dalla mediazione della fotografia che nel processo creativo di Ventrone – consentendo di ricercare dettagli non visibili all’occhio umano – rafforza la visione “metafisica”.

“L’artista – suggerisce Sgarbi – sembra cercare un assoluto, una essenza, una entelechia che, nell’opera, cresce la realtà, non si limita a riprodurla. È di più. Ventrone è il pittore dell’iperbole. E iperboliche, esagerate, barocche appunto, sono le sue opere, piuttosto che iperrealistiche. Una grande illusione” o, per dirla con Victoria Noel-Johnson “la grande illusione della straordinaria metamorfosi dell’ordinario”.


LUCIANO VENTRONE
La grande illusione

MART-Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
9 ottobre 2020 – 14 febbraio 2021

Da un’idea di: Vittorio Sgarbi e Lorenzo Zichichi
A cura di: Victoria Noel-Johnson

Contestuale alla mostra “Caravaggio. Il Contemporaneo”, al MART di Rovereto, il singolare dialogo sulla natura morta tra il grande Maestro lombardo e l’artista romano definito da Federico Zeri “il Caravaggio del ventesimo secolo”.

In mostra anche l’ “Allegoria della Primavera” di Carlo Saraceni e del Maestro di Hartford, un tempo attribuita da Zeri al giovane Caravaggio.

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