
Luca Campestri | Black Noise
In “Black Noise” Luca Campestri esplora lo spazio interstiziale in cui deposizione ed erosione del ricordo collimano. Si tratta di un substrato nero nel quale il ricordo si annida, per poi subire una disgregazione sensoriale e riapparire, alterato nella sua forma.
In fisica Black Noise connota un rumore il cui spettro sonoro possiede un livello di intensità prevalentemente nullo su tutte le frequenze, ad eccezione di sporadici picchi di suono. Black Noise è il rumore del silenzio, ma è anche il rumore dell’improvvisa perdita del silenzio stesso.
Le opere appese alle pareti di Material rivelano una perdita tangibile. Per la serie Abissi, Campestri ha scelto di lavorare con del tessuto termocromico nero da cui emergono, quasi tramite un processo di estrazione, forme che si staccano dall’oscurità e che, al contempo, ci precipitano dentro. Scaldando la superficie con il calore della propria pelle, lo spettatore si pone in una condizione di ricerca: la mano presagisce, si appoggia, scivola, scandaglia l’oscurità afferrando attimi di impermeabilità del ricordo. Black Noise è improvvisa dissoluzione di un nero che si manifesta come silenzio visivo, tattile amnesia.
Un libro, anch’esso realizzato con tessuto termocromico, restituisce la natura stratificata dei ricordi. Anche qui, a ripetizione, la mano svela la forma del ricordo prima di sovrapporvi un nuovo strato di oscurità. A ogni persona che lo sfoglia, il libro restituisce una dimensione personale dell’evocazione del ricordo, intima, mai uguale a sé stessa.
Collocato in prossimità della finestra e visibile unicamente dall’esterno, un monitor riproduce la foto in negativo di una rondine che si riflette volando a sfioro sull’acqua, un’immagine legata a un ricordo dell’artista. Tuttavia a interessare Campestri non è il ricordo in quanto tale, ma la ricerca di un mezzo per rievocarlo attraverso uno slittamento sensoriale. A questo scopo l’immagine viene inserita in un software che assegna a ogni pixel un’intensità acustica. Il risultato è uno spettrogramma che propaga in loop un garrito meccanico, il rumore stridente -lamento?- della frammentazione visiva del ricordo.
Black Noise è l’esperienza del ritorno del ricordo. Ciò che è stato riaffiora nel presente in vista di una continuità futura che prova a conferirgli un senso. Un apice di bianco nel nero. Il ricordo irrompe offrendo al passato una prospettiva altra in cui la dimensione visiva, sonora e tattile convivono in una mediazione che è insieme disgregazione e rielaborazione.
Il ricordo di Luca Campestri prova una sorta di nostalgia per la sua forma originaria. Eppure, ripetutamente, fallisce nel tentativo di aderirvi.
Luca Campestri
Black Noise
A cura di Margherita Martini
Material
Klingenstrasse, 23 – Zurigo
12 – 19 ottobre 2023
Opening: 12 ottobre, ore 18.00